sabato 29 maggio 2021

DANZA DEL CIELO

 


UNA FARVALLA IN CIELO

Il 27 maggio 2021 si è spenta Carla Fracci. È morta nella sua Milano ove era nata il 20 agosto 1936.

Si è spenta una delle più importante e note ballerine della storia della danza.

La sua bravura e notorietà avevano fatto risplendere la sua stella in ogni parte del mondo. Formatasi nella grande scuola di danza del teatro Alla Scala di Milano, la sua bravura l’aveva portata ad esibirsi nei più importanti teatri del mondo, fin dalla sua fanciullezza che è stata negli anni difficili della ricostruzione post bellica.

La danza, grazie a lei ed ad altri suoi colleghi, come non citare Roudol’f Nureev, forse il più grande ballerino di sempre,è stata ed è popolare. Carla assieme al danzatore russo ha incantato le platee di tutto il mondo. Tutti volevano vederla, tutti volevano rimanere affascinati davanti al suo magnifico volteggiare. Le bimbe volevano diventare danzatrici per seguire il suo esempio. Le mamme portavano e portano le proprie creatura a scuola di danza sperando di vederle calcare le scene come la Fracci. Insomma Carla Fracci è stata un’icona. Carla Fracci è stata un esempio. Carla Fracci è stata la quintessenza dell’arte come massima espressione dell’animo umano.

Bisogna dirlo. Carla non nascondeva che danzare era dolore, fatica, sudore, impegno. Sono famosissime le sue interviste in camerino, dopo un suo spettacolo, quando, giustamente, senza alcun pudore mostrava i propri piedi insanguinati e doloranti a causa della danza che appariva allo sguardo del pubblico leggiadra e immune da ogni senso di dolore. Un modo per raccontare che la bellezza si raggiunge solo con lo studio, la dedizione, il lavoro e in ultima analisi con il sacrificio.

La poesia, la danza, il teatro, qualsiasi opera di ingegno e di arte, si compie attraverso il lavoro e l’impegno senza sosta. Ecco l’ammonimento di Carla. Lei era Milanese, e come ogni suo concittadino, spendeva se stessa per il proprio lavoro. Come l’operaio lavora indefessamente in fabbrica, lei lavorava instancabilmente sugli spalti ed in palestra. La danza era per lei lavoro e, soprattutto, vita. Era un esempio per tutti, come, oggi affranto, ricorda Roberto Bolle, uno dei suoi ultimi partner nella danza.

Come non citare le sue magnifiche interpretazioni. È stata Francesca da Rimini, sofferente donna segnata dal suo amore tragico per il cognato Paolo che li porterà alla morte, nel balletto scritto e ideato da Pëtr Il'ič Čajkovskij e tratto dal racconto di Dante Alighieri tratto dal V canto della Divina Commedia. Una interpretazione struggente. Come non ricordarla in Giulietta e Romeo. Come non citare Giselle, questa danza rimarrà legata a lei. Carla Fracci ormai per sempre è stata individuata come la “Giselle” per antonomasia. Insomma la danza se non può identificarsi nella sua totalità con Carla Fracci, sono veramente tanti gli artisti che hanno dato alla quarta musa la propria dedizione, certamente ha visto in lei una eterna interprete, la donna che si fa strumento dell’arte.

Non possiamo che essere grati a Carla Fracci. Grati perché è riuscita a raccontare la danza anche a persone che erano totalmente all’oscuro della sua bellezza e sono riuscite a scoprirla grazie a lei. Memorabili sono le sue partecipazioni televisive, in cui ha saputo raccontare il bello anche in trasmissioni che si definirebbero, con linguaggio aglofono di oggi, trash. Chissà forse oggi volteggerebbe in tante trasmissioni che fanno del turpiloquio la loro caratteristica principale, sanandole dalla loro volgarità.

Addio Carla Fracci. Anzi arrivederci Farfalla delle nuvole, chiamata a danzare per le divinità superiori, dei cieli, chiamata a ballare al cospetto di Dio.

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