ARTICOLO 2
"La
repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo sia come
singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e
richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica,
economica e sociale"
"Racconto
a mano Libera" continua a pubblicare alcuni articoli della Costituzione
Italiana a settantanni dalla sua promulgazione. L'articolo 2 è uno dei più
importanti. Sancisce che la Repubblica, lo stato, garantisce ad ogni essere
umano che saranno rispettati i suoi diritti fondamentali. Nessun uomo, nessuna
donna, potrà essere lesa nelle sue prerogative più importanti. Tutti i diritti
umani saranno rispettati. La repubblica non decide quali siano i diritti da
rispettare. Essi sono incisi con il sangue dei morti innocenti della seconda
guerra mondiale, vittime dell'orrore dell'oppressione che calpesta la dignità
umana. Se la barbarie nazista ha creato i lager. Il diritto alla dignità della
vita scaturisce dal grido di dolore delle vittime. Il diritto a una vita
dignitosa e all'inserimento sociale delle persone in difficoltà, disabili o
emarginati socialmente, nasce dall'orrore nazista che recludeva e uccideva chi
era affetto da disabilità psico fisiche. Il diritto alla parola nasce dalla
terribile censura fascista e nazista che imprigionava gli oppositori politici.
Insomma per dirla citando Piero Calmandrei, noto costituzionalista e padre
costituente, la Costituzione e i suoi diritti sono nati nei monti ove i
partigiani lottavano e morivano nelle loro disperata guerra contro la barbarie
nazista. Ecco perché la Repubblica "riconosce i diritti inviolabili"
e non li decide. Non è il legislatore costituente a scegliere quali siano i
diritti fondamentali. E' la storia, il dolore delle persone, la sofferenza
della guerra a renderli evidenti. Chi è chiamato a tradurre questi diritti in
norme si deve solo inchinare davanti ai martiri della storia che hanno reso
carne ed ossa questi valori con il loro sacrificio. Insomma i diritti
inviolabili sono l'esplicitazione di un processo culturale e di emancipazione
sociale che ha le sue fondamenta nell'orrore della prima parte del XX secolo. I
diritti umani sono diventati il baluardo contro l'orrore delle dittature. Ma
oggi che la seconda guerra mondiale è lontana nel tempo quei diritti di
libertà, di dignità quel diritto alla vita sono ancora validi? Stiamo
assistendo a fenomeni di ribellione a quei valori. Spesso si sente dire: quei
valori sono tuoi (di chi continua strenuamente a crederci), non sono i nostri.
Quando un disabile rivendica il diritto alla dignità. Quando un migrante
rivendica il diritto a vivere nel nostro paese, fuggendo dalle brutture del
suo. La reazione della gente è fredda, sceglie di rifiutare quei principi
fondamentali. Non c'è più la consapevolezza che il vivere sociale richiede
"l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica ed
economica". Si arriva al punto di negare i diritti. Il diritto al lavoro
viene negato per i più deboli. Il diritto alla parola viene negato a chi non ha
le capacità dialettiche adeguate. L'ascolto dell'altro invece dovrebbe essere
una virtù repubblicana, mi si consenta l'ardire. Insomma l'operato dei morti
partigiani in montagna, per citare ancora calamandrei, è estraneo a molti di
noi. Di conseguenza è estraneo quell'afflato di amore verso l'uomo, con la
"u" minuscola, verso ogni uomo e donna che ha portato i nostri padri
costituenti a scrivere l'articolo 2 della costituzione italiana. I nostri
valori repubblicani stanno affogando assieme ai fratelli che muoiono nel
Mediterraneo. Assieme alle persone perseguitate in Libia con il tacito avvalo
del nostro governo. Assieme alle tante persone in difficoltà che nel nostro
paese non trovano aiuto. Assieme ai disoccupati che non trovano lavoro. Assieme
ai malati che non riescono a curarsi in maniera dignitosa. Assieme ai carcerati
che non possono scontare dignitosamente la loro pena. Allora scegliamo:
riscopriamo i valori, l'afflato etico, il senso di amore verso l'altro che
hanno ispirato i nostri padri che hanno scritto l'articolo 2 della Costituzione
Italiana. Questo è l'unico modo per costruire un paese migliore.
testo di Giovanni Falagario
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