mercoledì 8 gennaio 2020

COSA SUCCEDE IN ORIENTE?



PRIMA LE PERSONE
In Libia e in Medio Oriente si sta scatenando una guerra che coinvolge un numero impressionate di eserciti. In Libia lo scontro fra Fayez al Serray, capo dell'esecutivo di tripoli e riconosciuto dall'ONU, e il generale Khalifa Haftar, che comanda di un esercito di ribelli, sta coinvolgendo la Turchia quale protettore del governo Serray. In Iraq ormai lo scontro fra Teheran e Washington si manifesta con brutali omicidi, è di pochi giorni fa la notizia che Donald Trump ha dato il consenso all'omicidio in terra irachena del generale iraniano, Qasseim Soleimani, ma occorre dire che le forze iraniane non sono a meno, anche loro hanno commesso brutali omicidi nei confronti di nemici. Ora questo gioco di potere ha come unico risultato quello di scaraventare nel terrore milioni di civili innocenti. Sia in Libia che in Iraq la popolazione è lì a subire i temerari afflati di potenza di governati assetati di potere. Che fare davanti a tutto questo? Difficile per me trovare una risposta soddisfacente. Come può reagire l'uomo comune davanti a quest'orrore? Come evitare che le bombe in Libia come a Bagdad dilaniano donne e bambini? Come cercare di portare la pace in un altro scenario di terribile guerra, l'Afghanistan? Non ci sono risposte a queste domande. L'unica certezza da preservare è quella che prima di ogni interesse economico, politico o militare, ci sono le persone. Prima di tutto bisogna preservare la vita. Non è accettabile che la ragion di stato prevalga sul bisogno di pace dell'intera umanità. Questo è il messaggio che deve trasparire. Non c'è da schierarsi con uno o coll'altro dei contendenti. Bisogna fare il tifo per un'armonia fra le persone che porti alla deposizione delle armi.

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