martedì 24 dicembre 2019

BUONA VIGILIA NATALE



ATTESA
E' il 24 dicembre. Da duemila anni, più o meno, chi si definisce cristiano attende in questo giorno la nascita di Gesù, il puer (il fanciullo) che è chiamato a salvare il genere umano e il mondo intero. E' un momento di rievocazione, il santo bambinello è nato più di ventuno secoli fa, ma anche un momento in cui concretamente si compie nell'oggi il progetto di salvezza. Ogni giorno, ogni istante della vita, e in particolare all'approssimarsi del Natale, ogni donna e ogni uomo di fede attende che il piccolo nato a Betlemme porti la salvezza. Questo è il senso del Natale. E' un dono che ogni persona riceve gratuitamente da Dio. E' un segno di speranza. Un simbolo di remissione di peccati, di riscatto dalla brutture della vita, è un momento in cui Dio si fa uomo per emancipare le proprie creature dall'oblio dell'oscurità. Non è un caso che la tradizione abbia fatto coincidere le festività natalizie con la pagana festa del sol invictus. I Romani e in generale il mondo classico festeggiava la vittoria della luce sull'oscurità, il sole che vinceva sulla notte, festeggiavano il ricominciare ad allungarsi delle ore di luce che prevalevano sul buio della notte. Il sole, che vince l'oblio, è segno di speranza. Il Gesù bambino che piange nella mangiatoia di Betlemme è segno di un riprendere il cammino dell'umanità verso il Bene Supremo che si racchiude nel senso di fratellanza e solidarietà. Ecco il senso dell'attendere. Ecco le motivazioni vere e profonde che ci fanno anelare all'incontro con l'Emmanuele, il Dio con noi, il giorno della sua nascita. Sono aneliti di libertà, di emancipazione di senso di fratellanza. Oggi, assieme ai nostri cari ai nostri amici, attendiamo non solo un parto, non solo il venire alla luce di un bambino, ma attendiamo un fuoco di fede che riattizzi con forza il nostro anelito di speranza, la nostra voglia di costruire una vita e una società migliore. Gesù ogni anno nasce nei nostri cuori, e ogni anno ci porta un dono nuovo, ci arricchisce, spetta a noi saper sfruttare al meglio questo atto gratuito. Dobbiamo riuscire a metterlo in comune, a raccontarlo e a farlo comune agli altri. Dobbiamo costruire un tempo di pace, un tempo di fratellanza, un tempo di fiducia e di amore reciproco. Per farlo è bene sfruttare l'attesa, sfruttare queste ore che ci separano dalla grande festa di Natale, per meditare su chi siamo noi, su cosa sono gli altri e su quanto possa essere fonte di bene mettere in comune i nostri pensieri,le nostre sensazioni e i nostri sentimenti. Il Bimbo nato a Betlemme ci invita a cambiare in meglio la nostra vita. E' bene accettare la sua proposta, che non è solo escatologica, ma anche finalizzata a rendere la vita su questa terra più bella. Buon Natale.
testo di Giovanni Falagario

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