domenica 27 giugno 2021

RIFLESSIONE SUI DIRITTI

 


CRESCERE NELLA DIVERSITA’

Come la gran parte di coloro che vivono in questo paese, anche io sono cresciuta secondo i valori del cattolicesimo. In soldoni vuol dire che i miei genitori, una donna ed un uomo, si sono sposati in chiesa, hanno battezzato me e mio fratello, ambedue abbiamo fatto un percorso di catechesi che ci ha portato ad avere i tre sacramenti che solitamente si hanno da bimbi e ragazzi: la confessione, la comunione e la cresima.

Ora ho fatto questa premessa, perché mi accingo ad accennare a una questione che è molto più grande di me. La questione dei diritti personali. La questione è se è giusto o meno che vi sia una legge che persegua coloro che si esprimono un azioni e con idee contro gli omosessuali e i transessuali. La proposta di legge è stata presentata dal  deputato Alessandro Zan e fatta propria dal governo, prima da quello Conte poi da quello Draghi diventando così un disegno di legge. Il testo è stato approvato dalla Camera, e ora è in discussione al Senato.

La Legge, se approvata, introduce tre nuove fattispecie di reato, l’istigazione a commettere atti di discriminazione a causa delle abitudini sessuali della vittima, la violenza o atti di violenza causati da discriminazioni a carattere sessuale e il perseguimento penale della formazione di gruppi, movimenti o associazioni volte all’istigazione e all’incitamento di comportamenti atti alla discriminazione e alla violenza per motivi di carattere sessuale.

La legge prevede pene che vanno da un’ammenda di 4000 euro alla reclusione per 6 mesi.

Ora i denigratori della legge parlano del fatto che essa potrebbe ledere i principi esposti nell’articolo 21 della Carta Costituzionale dell’Italia, che garantisce la libertà di pensiero e la sua espressione. Insomma, difficile non dargli torto, la difesa dei diritti degli omosessuali ad non essere oggetto di discriminazione, potrebbe ledere il diritto di chiunque ad esprimere una sua opinione e anche un suo profondo convincimento sulla moralità di alcuni comportamenti sessuali. Pensiamo subito alla chiesa che censura profondamente la omosessualità, fino al punto da considerala un peccato.

Per semplicità espositiva dico che è la questione, vecchia quanto il diritto, del dover distinguere fra cosa sia una libera e legittima opinione verso l’altro e la calunnia. Ogni giorno il giornalismo affronta questo tema. Parlare di alcuni comportamenti o atteggiamenti dei politici è una calunnia oppure il legittimo esercizio della libertà di stampa? Comprenderete che non è un dibattito sul sesso degli angeli, pensando al decreto Zan il paragone è pertinente, ma una reale ricerca di equilibrio fra due diritti parimenti tutelati dalla Costituzione, la libertà d’opinione e il diritto a non essere discriminato, diritto sancito con forza dai nostri padri costituenti nell’articolo 3 della carta fondamentale. Allora appare comprensibile la preoccupazione della Chiesa Cattolica, e di Papa Francesco in persona, che vede in alcune sanzioni previste dal disegno di legge Zan una vera censura non solo alle opinioni, ma anche ai valori fondanti della Ecclesia universale sul tema della famiglia e dei rapporti amorosi. Ma allo stesso tempo non può apparire urgente la tutela delle persone che sono discriminate nel sociale solo perché omosessuali o lesbiche o transessuali.

Un equilibrio, azzardo, lo devono trovare i giudici chiamati ad applicare la legge quando sarà approvata, ma bisogna che questi siano aiutati da diretti esplicite del parlamento. Insomma i giudici non devono essere lasciati a se stessi nell’applicazione della legge. Sempre se tale legge sarà alla fine approvata anche dal senato e poi emanata dal Presidente della Repubblica. Ma devono avere indicazioni forti e precise, e ovviamente queste devono essere coerenti e conformi ai dettami della Costituzione.

Insomma dobbiamo credere che ci potrà essere una legge che rispetti prima di tutto l’architettura normativa della nostra Repubblica. Che in seconda analisi, seconda in ordine di enunciazione da parte mia ma è la più importante, che rispetti in maniera assoluta e totale senza compromessi i diritti fondamentali dell’uomo enunciati e tutelati dalla prima parte del testo costituzionale italiano. E poi rispetti le plurali sensibilità che caratterizzano la società civile, culturale e religiosa italiana. Il cattolicesimo, ho raccontato in incipit la mia formazione, è il cardine dell’essere persona della maggioranza di noi. I suoi valori, anche la sua idea di male e bene, non possono essere ignorati dallo stato, anche se la Repubblica deve essere plurale e laica, cioè non può agire come se non ci fossero nel nostro paese codici etici diversi da quello cattolico.

Insomma libertà è per tutti. Libertà di vivere la propria vita, anche dal punto di vista sessuale, senza correre il rischio di subire discriminazioni e linciaggi, questo è il sesso che anima la legge Zan. E allo stesso tempo libertà di avere un codice di valori che considera male l’omosessualità e che considera peccato praticarla, senza però che ciò voglia dire discriminare chi invece trova in certi comportamenti, che vanno oltre al mero atto sessuale e che caratterizzano la vita di molti cambiandola e, spesso, compiendola in meglio. Insomma bisogna credere che chi considera peccato l’omosessualità, che sia cristiano o musulmano o di altro credo, non perseguiti il “peccatore” (l’omosessuale) ma magari stigmatizzi  il peccato (l’omosessualità) senza discriminare le persone. Coraggio una legge giusta, fondata sul pluralismo e sulla democrazia è possibile, La legge Zan può far crescere in meglio la società della nostra Italia.

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