lunedì 9 novembre 2020

CI HA LASCIATO STEFANO D'ORAZIO

 

ADDIO BATTERISTA

Lo strumento forse più rappresentativo della musica pop è la batteria. Uno strumento musicale potente, chiassoso ed energico. Come non ricordare Ringo Starr dei Beatles. Ma purtroppo il batterista che ci ha lasciato il 6 novembre 2020i è Stefano D’Orazio, uno dei componenti della storica banda musicale: i Pooh. Purtroppo era malato da tempo di leucemia, ma combatteva con determinazione la sua infermità, quello che fatto smettere di battere il suo cuore è stato il perfido Corona Virus che si è associato al male tumorale che già lo colpiva.

La moglie, Tiziana Giardoni, ha dato la triste notizia, lasciando nello sconforto tutta l’Italia. Si perché l’intera nazione, ormai da decenni, ha come colonna musicale le canzoni dei Pooh. Intere generazioni sono cresciute ascoltando i motivi del complesso che scelse di chiamarsi come un orsacchiotto protagonista di un cartone animato di Walt Disney. Assieme Dodi Battaglia, Red Canzian, Roby Fachinetti, Riccardo Fogli Stefano D’Orazio è stato protagonista di un’avventura musicale durata 50 anni. Il complesso ha già festeggiato le sue “nozze d’oro”. I suoi compagni d’avventura si sono dichiarati commossi e scioccati per la sua dipartita. La musica, non solo italiana, ha perso un punto di riferimento. Un artista è volato in cielo. Sono pochissimi i batteristi di talento italiani, capaci di imprimere verv e tensione poetica in uno strumento che vibra come un diapason. Appare lampante che la morte di D’Orazio crea un vuoto nella storia della musica italiana.

Noi non potremo che ricordare le sue canzoni. Molti componimenti degli album dei Pooh portavano la sua firma. La sua sensibilità ha permesso la composizione di musiche e versi emozionanti; ricordiamo “Uomini Soli” uno dei più memorabili successi del gruppo.

Insomma Stefano D’Orazio rimarrà come uno dei più grandi protagonisti della musica italiana. I fan suoi e dei Pooh lo ricorderanno per sempre. Ricordiamo i suoi natali. Era venuto alla luce a Roma il 12 settembre 1948. Faceva parte di quella generazione che era nata al sorgere della Repubblica, che non aveva visto le brutture della guerra e si accingeva ad affrontare il futuro con ottimismo. Sarebbe stato il protagonista di quell’anelito al bello, al buono e al giusto che caratterizza tutta la generazione che ha visto vivere la propria giovinezza negli anni ’50 e ’60 del secolo scorso. Una generazione che realmente ha saputo cambiare in meglio la vita della comunità nazionale. I Pooh sono stati allo stesso tempo un gruppo capace di regalare gioia a chi li ascoltava e allo stesso tempo suscitare riflessioni sulle tematiche sociali ed esistenziali che riguardano ognuno di noi. Ricordiamo la bellissima “Pensiero”, un testo e un motivo dedicato a coloro che vivono l’esperienza della reclusione carceraria. Non scordiamo “Piccola Ketty” dedicata alla gioventù femminile che negli anni ’60 70 e sempre anela ad emanciparsi da un mondo maschilista. Insomma Stefano, come tutti i componenti dei Pooh, sono l’emblema di un’Italia matura, cosciente delle proprie capacità, che anela al cambiamento. Speriamo di riuscire a raccogliere il testimone di Stefano e a portarlo avanti per costruire un paese più bello.

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