domenica 1 novembre 2020

ADDIO 007

 


I’M BOND, JAMES BOND

Ieri, 31 ottobre 2020, si è spento Sean Connery.Nato ad Ediburgo, capitale della Scozia, il 25 ottobre 1930, aveva 90 anni. È stato il primo James Bond, il 007 creato dalla mente dello scrittore Jan Fleming e che dagli inizi degli anni 60 del secolo scorso ha dato il via a una fortunatissima serie di films. Molti attori hanno interpretato la spia inglese 007. Ma solo Sean Connery ha saputo incarnare lo spirito ironico, maschilista, strafottente, snob fino all’estremo, che rende 007 il personaggio più politically incorrect della storia del cinema. I caratteri negativi del personaggio sono così estremizzati da renderlo amabile. Un paradosso che solo Connery riusciva ad ottenere. Le donne gli cadevano ai piedi, le bondgirls, così si chiamano i personaggi femminili dei films. Fanciulle che sono meri strumenti nelle mani dell’astuto agente segreto. Sono oggetti sessuali e strumenti per compiere la missione affidata a Bond. Avete capito bene. I films di Bond erano veramente uno schiaffo alla dignità femminile. Ma l’ironia, che era la caratteristica principe di Connery, riusciva a mitigare questo violento atto verso il mondo femminile. Lo sguardo dell’attore faceva capire che in realtà chi era preso in giro era il maschio, che credeva veramente che le donne fossero un mero oggetto, e non la donna di per sé. Questa ambiguità che Connery riusciva a trasmettere al personaggio Bond è stata una delle ragioni per cui 007 è ancora sulla cresta dell’onda ad oltre cinquanta anni dalla sua prima uscita cinematografica. Le Bond girl, come dimenticare Usula Andres?, i cattivi, da Goldfinger al dottor How, sono rimasti nella memoria collettiva.

Ma Connery non era solo Bond. Era veramente un attore a tutto tondo. Le sue interpretazioni hanno fatto la storia del cinema mondiale. Come poter dimenticare “Marnie ” di Alfred Hitchcock in cui fa la parte di un milionario che si innamora di un’ambigua cleptomane, che gli scombussola la vita fino a giungere a un passo dal precipitare nella perdizione?  Veramente sono tantissimi i film che devono alle muti forme capacità interpretativa di Sean il successo. Si passa da film di gangster e poliziotti come “Gli intoccabili”, in cui Connery fa la parte di un vecchio poliziotto di origine scozzese, e per questo vinse il suo unico Oscar, Kevin Costener è il suo capo, Andy Garcia è un suo collega ed il cattivo è, niente di meno che, Robert De Niro, che interpreta Al Capone. Insomma un film con un cast stellare e la regia perfetta e a fil di spada di un ispirato Robert De Palma. Ma aspettate, non finisce qui. Connery ha interpretato un attempato e deluso Robin Hood, in cui si racconta di come il ladro di Sherwood, dopo l’arrivo di re Riccardo in Inghilterra, riparte con lui per le crociate, e al suo ritorno in Inghilterra narra la sua delusione verso un mondo orrendo e violento. La pace è l’unico bene, anche per uno come Robin – Connery. In questo film è da ricordare Audrey Hepburn, una splendida e ambigua, si ambigua, lady Marian, che ci regala una delle sue interpretazioni più complesse ed enigmatiche della sua carriera.

Connery ha interpretato veramente tantissimi films. È stato un ciabattino scozzese in un film di favole della Walt Disney “Dardy Gil, re dei folletti”. Uno dei suoi primissimi film, in cui giovanissimo sfoggia tutta la sua eleganza d’attore di prosa e la sua ironia di uomo di mondo. Ha fatto anche un “Indiana Jones” affiancando Erison Ford, con la sapiente regia di George Lucas. Come non ricordare i vibranti duetti fra Ford, il figlio, e Connery, il padre. I rimbrotti del vecchio padre che tratta il professore universitario,Jones, come un bambino in fasce. Scene che fanno ridere a crepapelle.

Insomma Connery è stato un attore completo. Capace di far ridere, ma anche di far piangere, gli spettatori. È stato un interprete dei dubbi e delle angosce degli uomini e delle donne dei decenni  durante i quali ha lavorato. È stato capace di farsi latore dei dubbi e delle perplessità di Hitchcock verso la psicologia froidiana, penso al  film Marnie che ha tematiche simili a quello che sarà “La donna che visse due volte”, in inglese “Vertigo”, l’esplicitazione più forte del pensiero del regista sulle teorie del dottore viennese. Connery ha avuto la capacità di fare film di cassetta, cioè fatti che un pubblico che voleva solo divertirsi, da “Higlander”, Entraptment, con un giovane e bellissima Catherine Zeta Jones e film d’autore, che esprimevano un pensiero complesso.

In ultimo è stato capace di interpretare l’ambiguo, ironico, sprezzante francescano protagonista e indagatore de “Il nome della rosa”, film di Jean Jaques Annaud, ispirato dall’omonimo e fortunatissimo romanzo dell’illustre sinologo italiano, Umberto Eco. È d’uopo sottolineare che l’ironia irriverente dello scrittore e dell’attore, congiunta alla maestria del regista francese, hanno fatto del racconto un film, che magari ha qualche incrinatura artistica, ma che comunque riesce a rendere permeabili allo spettatore i livori e le tensioni che caratterizzano il Medioevo Europeo, il vero protagonista assoluto de “Il Nome della Rosa”, periodo storico che è stato capace di vivere in sospensione ideale fra la perfezione artistica e filosofica del mondo antico, dell’età classica, e la tensione al domani che caratterizza la modernità.

Insomma Sean Connery è stato un attore completo. Un personaggio unico nella platea del mondo cinematografico. Un provocatore incorreggibile, con le sue uscite inusitate. Una persona affabile e premurosa, sempre in prima fila nelle campagne umanitarie. Forse “Un dinosauro”, cioè un uomo legato a quegli anni 50 e 60 del Ventesimo Secolo, esattamente come il suo grande alter ego e personaggio 007, che ormai si direbbe “estinto”. Ma capace di trasformarsi, di rendersi attuale, di farsi futuro, quando la vis scenica lo pretende. Che dire? Sean Connery, o meglio i suoi personaggi sono quello che io, colui che scrive, avrebbero voluto essere, anche se è difficile da confessare. Furbi, belli amati dalle donne e con la capacità di sorridere alle avversità. Che la terra gli sia lieve.

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