giovedì 26 novembre 2020

EL PIBE DE ORO (IL PIEDE D'ORO)

 


MA UNA FINTA E MARADONA

Ieri, 25/11/2020, è morto Diego Armando Maradona. Si disputerà per sempre se è stato lui il più grande e bravo giocatore di pallone del mondo, oppure il più anziano, e ancora vivente, Pelé. Quello che è certo che il goleador argentino rimarrà nei cuori dei tifosi del Napoli e dei  suoi connazionali. Infatti Maradona, grazie alle sue infinite doti di funambulo, ha portato la nazionale di calcio argentina a vincere ben due mondiali e ha portato il Napoli Calcio a vincere ben due scudetti e una coppa UEFA. Insomma da solo ha portato all’apice del calcio realtà che facevano del pallone uno strumento di riscatto. Forse per questo Maradona è considerato, purtroppo, il dio dei furbetti. In realtà le sue vicissitudini con la legge. La sua storia di tossicodipendenza da cocaina, la sua connivenza con l’illegalità l’hanno danneggiato come calciatore, ricordiamo la squalifica del 1994, e come uomo, probabilmente la sua prematura morte è da attribuire all’uso di sostanze allucinogene, ma questo suo contraddittorio comportamento l’ho ha fatto amare da popolazioni che con la legalità hanno poco a che fare, l’hanno fatto amare da noi che ci barcameniamo con furbizie e sotterfugi.

Maradona è stato un grande. Ha saputo superare con il suo talento la povertà e la degradazione sociale in cui ha visto la luce per la prima volta nelle favelas di Lanus, una cittadina argentina la quale ha visto i suoi natali il 30 ottobre 1960. Ha saputo, con i suoi palleggi, scalare le gerarchie del mondo del calcio della sua nazione e dell’intero mondo. Ha saputo, soprattutto, incantare miliardi di spettatori con le sue funamboliche giocate. A lui tutto è concesso, perfino fare goal con la mano, come gli successe in Argentina Inghilterra nei mondiali di calcio del Messico del 1986, competizione da lui vinta. È d’obbligo ricordare che in quella partita, vinta dalla sua Argentina per 2 a 0, i due goal di Maradona furono uno con la mano, la manos de dios (l’arbitro non si accorse che Diego Armando Maradona non aveva messo in rete la palla con un colpo di testa,ma utilizzando la sua mano destra, e convalidò un goal che non doveva valere nel punteggio), ma l’altro fu frutto dell’azione personale senza dubbio più bella che un giocatore abbia mai fatto. Maradona rubò il pallone a centro campo ad un avversari. L’Inghilterra era perfettamente schierata in difesa, non erta affatto sbilanciata. Ma Maradona era Maradona. Il pallone era attaccato ai suoi piedi. Nessuno poteva rubarglielo. Dribloò uno, due, tre, quattro inglesi, arrivò come un fulmine davanti alla porta avversaria, come se non avesse fatto centinaia di metri ma due passetti e tirò fulminando il portiere. La porta si gonfiò. Il pallone era lì fermo alle spalle dell’estremo difensore della perfida Albione. Maradona era il calcio. Era la magia che un pallone può compiere per fascinare gli spettatori. Era allo stesso tempo passione e ragione.

Maradona ha compiuto la storia del Calcio. Lo sport più amato nel mondo sarebbe stato altro se non ci fosse stato lui.  Ogni sua partita è rimasta memorabile, e solo perché giocava lui. Non importa se era nel Boca Junior, nel Barcellona, nel Napoli nell’argentina, se giocava Maradona era una partita assolutamente da vedere, perché qualche magia usciva. Ricordiamo i mondiali svolti in Italia nel 1990. L’Argentina arrivò in finale solo grazie alle sue strepitose giocate, riuscendo perfino a battere la nazionale italiana guidata da Azeglio Vicini, che era considerata, con senno di poi a torto, super favorita. Insomma Maradona era tutto. Maradona era il Calcio, la personificazione di uno sport che è allo stesso tempo popolare, praticato e amato da miliardi di persone nel pianeta, e di elite, nel senso che solo pochissimi, gli dei come Maradona, possono coglierne il senso della infinita destrezza necessaria per praticarlo ai massimi livelli. Insomma la sua morte lascia un vuoto, spegne i sogni di bellezza dei quali lo  sport può  farsi latore. Addio Diego, mancherà la tua gioia di fare calcio.

“Una finta di Maradona” è l’incipit di una poesia scritta negli anni ’80 del secolo scorso da un poeta napoletano, incantato dalle prodezze calcistiche di Diego Armando Maradona appena “comprato” dall’allora presidente del Napoli Ferlaino. È giusto ricordare che “Na finta di Maradona” è stata scritta da un grande del pensiero napoletano, Luciano De Crescenzo.

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