OLTRE LO SPORT
Il 21 marzo 2020 si è spento a Senigallia Gianni Mura. Era nato a Milano il 9 ottobre 1945. La famiglia era originaria della Sardegna, il padre carabiniere era in servizio in Lombardia. Gianni rimase milanese fino alla fine. Gianni Mura era un cronista sportivo. Un raccontatore di epiche imprese. Aveva scritto delle gesta di sportive in tutte le principali testate giornalistiche italiane. Ha iniziato a narrare di olimpiadi e di mondiali alla Gazzetta dello Sport. Si è spento rimanendo fino all'ultimo cronista del quotidiano "La Repubblica". Che dire di questo evocatore di magie? Lo sport da lui raccontato diveniva epica. E' difficile non rimanere fascinati dalle sue cronache sportive. La sua abilità di narratore l'aveva anche utilizzata per raccontare storie attraverso i suoi romanzi. La narrazione bella ha la capacità di andare oltre il racconto del singolo evento. Mura sapeva raccontare la nostra società, gli usi e i costumi degli italiani, attraverso il resoconto di un derby fra Inter e Milan, oppure sapeva raccontare il mondo che cambiava nel rutilante susseguirsi degli eventi legati alla globalizzazione, attraverso la cronaca di un mondiale di calcio o di una olimpiade. Un talento prezioso oggi che alcuni giocatori della partita Juventus Inter sono risultati positivi al test sul Corona Virus. La lampante dimostrazione che sport e vita vissuta sono esattamente la stessa cosa. Si può far politica, nel senso alto del termine, anche raccontando di giovinotti che prendono a calci una povera palla. Questo ha dimostrato Gianni Mura. Si può parlare dei mali e delle sofferenze del paese con la soavità del racconto del cronista sportivo. Si può fare ironia degli errori e delle bizzarrie, ad esempio, di Maradona riuscendo così a raccontare in maniera traslata dei mali profondi della società italiana e mondiale. Si può parlare di Cristiano Ronaldo, di Gattuso, di Baresi mettendo a nudo le vere questioni che scuotono il tessuto sociale della nostra nazione. Quando la cronaca sportiva supera se stessa diventa preziosa testimonianza storica di un tempo. Sia chiaro se lo sport è rappresentazione della vita di tutti, lo si deve principalmente ai protagonisti. Se il ciclismo, ad esempio, è diventato modello dell'Italia che supera le difficoltà della guerra, lo si deve a campioni come Fausto Coppi o Gino Bartali. Ma se al contempo non ci fossero grandi scrittori, come Gianni Mura, a raccontare le gesta dei fuoriclasse, non avremmo la percezione di come lo sport sia l'epifania di tutto il bene e il male che un paese è ed ha. Allora non possiamo che ringraziare Mura. Non possiamo che rileggere, orgogliosi, le sue cronache e i suoi libri. Il tempo che viviamo ha bisogno di grandi testimoni come lui, capaci di raccontare i fatti e i sentimenti che muovono sia i grandi atleti che i comuni uomini, come noi siamo. Dormi bene Gianni.
Testo di Giovanni Falagario
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