MAESTRO NON TI IMPORTA CHE SIAMO PERDUTI?
Ieri, 27/03/2020, papa Francesco ha pregato Dio, in una Piazza San Pietro vuota, di fermare la malattia che sta affliggendo il mondo e l'Italia. Una supplica disperata e, allo stesso tempo, piena di speranza. Il Sommo Pontefice ha citato espressamente il Vangelo di Marco, Capitolo IV. In quel passo si ricorda come gli apostoli, navigando su una barca, impauriti per una improvvisa tempesta sul mare di Galilea, chiedano soccorso a Gesù, che si era assopito. "Maestro non ti importa che periamo?" è questa la domanda che fecero davanti al manifestarsi imperioso della procella. Gesù si risveglia e dice al mare: Taci, calmati. E il vento cessò e si fece bonaccia. Poi si rivolse a coloro che lo circondavano: Perché siete così paurosi? Non avete ancora fede?. Il papa ha preso spunto da questo passo evangelico per proferire la sua omelia di fede nell'opera salvifica di Cristo. Davanti al disorientamento, ai timori giustificati, che il grande morbo produce bisogna avere fede nella pronta opera salvifica della Provvidenza. Dio è con noi, non ci ha mai abbandonato, anche in questi momenti estremamente tristi. Il vescovo di Roma l'ha proclamato con forza. Dio può sembrare sopito, può sembrare silente davanti al dolore degli uomini e delle donne, ma in realtà è con noi. Ci sprona, ci fa coraggio, ma anche si mostra magnanimo salvandoci dal pericolo immanente. E' questo che dobbiamo credere. E' questo che ci offre la possibilità di guardare la luce, nei momenti di buio. La consapevolezza che non siamo mai soli. La consapevolezza che c'è sempre il Buon Pastore che ci riporta nell'ovile al sicuro, quando siamo persi nella selva. Il messaggio di ieri, 27/03/2020, dell'uomo venuto dal Nuovo Continente è stato forte. Noi vinceremo il Corona Virus, cacceremo il patogeno grazie all'opera e all'impegno dei medici e degli scienziati, ma anche attraverso la fede di ognuno. Bisogna affrontare le difficoltà e le vicissitudini della vita con piglio e decisione. Anche questo morbo è parte del fluire della storia. Anche questo tragico evento è una prova che l'intera umanità deve vincere e superare. Il papa ha tenuto a sottolineare che questa dura battaglia la vinceremo se riusciremo a superare i nostri egoismi. La tempesta, il Corona Virus, smaschera le nostre vulnerabilità, infrange le nostre certezze; ha detto il papa. L'unica via di salvezza è sentirci tutti fratelli, figli di un unico Padre, Dio. Insomma Francesco invita ancora una volta l'intera umanità a sentirsi comunità, unica famiglia fondata sui principi dell'amore e del servizio verso il prossimo. L'esempio sono i medici, gli infermieri e tutti coloro che in queste ore fatali si impegnano per gli altri. Loro sanno che Gesù ha gridato al male : Taci. Ma allo stesso tempo sono consapevoli che l'opera dell'Emmanuele si concretizza grazie all'impegno di ciascuno di noi, nessuno escluso. L'invito del papa è di avere Speranza e Fede fondate sul concreto realizzarsi delle opere. Noi siamo lo strumento del miracolo divino. Ognuno deve fare ciò che le circostanze gli chiedono di fare. I medici e gli infermieri stanno in prima linea negli ospedali. Noi, non esperti in medicina, dobbiamo stare a casa e, se credenti, pregare, se laici, avere fiducia nel cammino dell'umanità. Vinceremo il male, lo vinceremo avendo vicino Gesù. Saremo come Pietro, che vinta la tempesta fermato il pericolo, dice a Gesù: "gettiamo in te ogni preoccupazione, perché tu hai cura di noi". Noi dobbiamo essere come i discepoli di Emmaus , che davanti alla notte incipiente, chiediamo al Maestro: resta con noi.
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