L'INIZIO DEL VIAGGIO
Dante Alighieri sceglie il 25 marzo 1300 come giorno di inizio del suo viaggio nell'oltretomba. E' quel giorno in cui ambienta l'inizio del viaggio raccontato nella sua "Divina Commedia". E' in quella data che il sommo poeta italiano incontra il suo maestro, Virgilio, nella selva oscura. Il bosco del suo peccato che anela redenzione. E' quel giorno che inizierà il suo viaggio nei tre regni dell'aldilà, infermo, purgatorio e paradiso. Da quella data decisiva per le sorti della letteratura italiana sono passati esattamente 720 anni. Tutti gli studenti di ogni ordine e grado sono chiamati a rendere vivo quel ricordo attraverso il loro impegno di studio. Oggi, come da giorni, sono chiuse le scuole. La causa è, lo sappiamo, il Corona Virus. Ma attraverso la rete di internet le insegnati e gli insegnati stanno ricordando la grandezza del sommo vate ai propri alunni e alunne.La Commedia è il fondamento insostituibile di tutto l'architrave culturale del nostro paese.Senza le sue bellissime rime, senza l'endecasillabo sciolto nulla sarebbe di noi. Il metro poetico di dante, la cadenza musicale su cui si fonda la commedia, è il ritmo che ha segnato la nascita del nostro linguaggio. Prima della Commedia l'italiano non era, dopo la commedia la nostra lingua è sorta. Certo ci sono stati grandi e sommi autori che prima e dopo Dante hanno scritto e poetato in Italiano. Nomi che sono anch'essi di sommi maestri. Petrarca, Boccaccio, Cecco Angiolieri sono solo alcuni di questi. Ma Dante ha segnato il solco su cui è sorta la nostra comunità nazionale. Il suo viaggio nell'Oltre Tomba è la realizzazione stessa di ciò che è il pensiero dell'Italia. Ecco perché leggere Dante è l'unico reale strumento per conoscere noi stessi. Nell'Inferno ci sono tanti infingardi descritti con ribrezzo dal poeta, come non riconoscere in loro non solo i tanti delinquenti che popolano oggi la nostra penisola, ma anche noi stessi quando ci lasciamo andare all'egoismo, alla cattiveria e finanche all'accidia, cioè la voglia di non schierarsi di fronte alle grandi sfide della vita. Gli accidiosi, condannati alle pene infernali, sono i più disprezzati dal viandante fiorentino. Essi hanno scelto di voltarsi dall'altra parte di fronte alle grandi questioni della società e della vita. Allora non prendiamo esempio da loro. Prendiamo come guida Dante stesso che non ha mai rinunciato a se stesso e alle proprie convinzioni. Si è sempre schierato. Non ha mai avuto paura delle conseguenze delle proprie scelte. E' rimasto coerente alla sua idea di giustizia ed etica sociale. Si è scagliato contro malfattori e traditori. Ha amato i grandi che hanno servito il bene comune e ha disprezzato coloro che utilizzavano il loro potere, piccolo o grande, per fare del male. Dante ha cominciato la sua "Commedia" nel buio e l'ha terminata nella luce dell'incontro con Dio. Colui che ha definito: l'Amor che tutto move. Prendiamo esempio da lui. Dobbiamo avere il coraggio di guardare il male, per poter alla fine non solo vedere il bene, ma essere noi stessi fattori di bontà. Insomma festeggiamo la Commedia che è Divina non solo perché parla di Dio e dei mondi ultraterreni, ma anche perché offre a tutti noi un modello di vita da seguire per essere migliori.
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