sabato 21 marzo 2020

PENSO POSITIVO



PENSARE POSITIVO
In questi tempi di corona virus mi ritorna in mente una canzone di Jovanotti: Penso Positivo. Il nostro paese sta vivendo una momento straordinariamente difficile. Per la prima volta dalla fine della Seconda Guerra Mondiale l'intera cittadinanza italiana sta correndo un pericolo reale e, tragicamente, tangibile. Tutti potremmo essere colpiti dal male, esattamente come i nostri nonni o i nostri padri potevano rimanere vittime di bombardamenti e rastrellamenti in quel tragico arco di tempo che va dal 11 giugno 1940, primo bombardamento dell' aereo nautica francese e inglese sulle grandi città industriali del Nord Italia, al 25 aprile 1945 giorno della Liberazione. Da allora ad oggi la nostra Repubblica ha affrontato altre gravi prove: terrorismo, eventi catastrofici naturali, gravi crisi economiche.Ma è la prima volta dalla fine della seconda guerra mondiale che è messa a repentaglio la vita dell'intera collettività. Come affrontare questa prova inedita per il nostro stato democratico? Il morbo si diffonde con lo svolgere e l'espletare di rapporti interpersonali che fino a ieri erano considerati il fondamento indiscutibile del nostro essere sociale. Dialogare faccia a faccia con un interlocutore, può portare la malattia. Scambiarsi una busta della spesa, può essere lo strumento per trasferire quegli umori corporali in cui si annida il virus. Allora tutto diventa pericoloso. Le nostre certezze vengono scalfite. La Lombardia, la regione più ricca d'Europa, è seriamente colpita. La Regione orgoglio del nostro paese, la più florida e la più culturalmente avanzata del Vecchi Continente, colpita al cuore. E' di qualche settimana fa l'intervista del presidente della regione, Attilio Fontana, che racconta come il virus, malgrado i provvedimenti che lui stesso aveva preso, non aveva mancato di colpire dei suoi collaboratori. Poi c'è la più grave dichiarazione del Presidente della regione Lazio, Nicola Zingaretti, che racconta che lui stesso è stato colpito dal male, dal Corona Virus. Allora l'Italia sembra ferita, morta. Tante regioni, tante comunità, sono in ginocchio. Paesi e città del bolognese, del veneto, e di altre realtà contano le proprie vittime della malattia in migliaia ormai. Tutte le regioni del paese hanno malati e morti. In questo contesto estremamente drammatico bisogna pensare positivo. Bisogna essere convinti che il Corona Virus si può vincere. Bisogna essere convinti che l'opera strenua del personale medico e paramedico riuscirà ad avere sopravvento sul male. Bisogna pensare che lo spirito collettivo di abnegazione e di volontà di vincere e superare i momenti difficili riuscirà ancora una volta a rinfrancare il nostro popolo, esattamente come i nostri nonni si riaffrancarono dai tremendi lutti della Seconda Guerra Mondiale. Io non so se la politica, il governo di Giuseppe Conte, sia all'altezza di questo compito difficile. Non so se l'esecutivo nazionale sia il migliore possibile. In questo momento la cosa necessaria è che tutti facciano la loro parte. Tutti devono pensare al bene collettivo. Tutti devono pensare a sconfiggere il Virus. Penso all'opera generosa di Silvio Berlusconi, che ha voluto donare al suo presidente regionale, Attilio Fontana, i soldi per affrontare la crisi sanitaria. Penso alla generosità di altri imprenditori che hanno voluto dare milioni alla Protezione Civile. Ogni sforzo, ogni contributo, è prezioso. Quello grande di Berlusconi e di altri industriali, ma anche quello piccolo di ognuno di noi, che può esplicarsi semplicemente stando a casa. Pensare positivo, come diceva Jovanotti, è anche solo questo: fare il proprio dovere, ubbidire alle regole dello stato e sociali, in questo momento di difficoltà estrema per tutti.

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