IL DOMANI OSCURO
I dati del contagio fanno paura. Dopo mesi il Corona Virus, morbo che sta segnando questo anno, è ancora a mietere vittime. Regioni simbolo del nostro paese, il Veneto, la Liguria, il Piemonte e la Lombardia sono in ginocchio. Le regioni più industrializzate sono allo stremo. Lo stesso vale per la regione Lazio, culla della civiltà romana e la Campania. Ma l’elenco delle zone del nostro Bel Paese colpite dalla pandemia è lungo, tutta l’Italia è segnata dall’infezione, oramai da tempo. Sono lontani anni luce i mesi di Febbraio e Marzo quando l’infezione sembrava circoscritta in alcuni territori. Questi tempi, certo, facevano paura, ma visti con gli occhi nostri che hanno scrutato gli eventi successivi, appaiono poca cosa di fronte agli ospedali saturi di malati gravi, ad Attilio Fontana, presidente della Regione Lombardia, che a Giugno rimaneva isolato nel suo studio perché in quarantena. A Guido Bertolaso, chiamato da Matteo Salvini e Silvio Berlusconi in Lombardia per fronteggiare l’emergenza e poi ammalatosi anche egli. Ora ci troviamo di fronte a un’emergenza simile a quella d’inizio estate. Il terrore di rivedere l’esercito scortare i morti per dargli una sepoltura, come successe nelle terre lombarde, a Bergamo, è forte. Il terrore di rivedere l’emergenza a Vò, in Veneto
I dati sono allarmanti. A fronte di un alto numero di “tamponi”, come viene chiamato il sistema più efficace per individuare i malati di Corona Virus si riscontrano un numero altissimo di malati. La Campania è anch’essa terribilmente colpita, con un alto numero di contagi. A poco sono servite le misure preventive del Presidente campano, Vincenzo De Luca, che appaiono atti velleitari al pari del suo omologo lombardo Attilio Fontana. L’emergenza ha messo in luce le profonde debolezze di un sistema sanitario nazionale che è fondato sul regionalismo, ed è giusto sottolineare la contraddizione che non è solo lessicale ma anche metodologica. Come si può affidare la salute collettiva di tutta la popolazione nazionale alla gestione della politica locale? Non sarebbe meglio rimodulare l’azione di profilassi pubblica su modelli che si fondano sul pensiero volto a preservare il bene comune, cioè gli standard sanitari che devono essere uguali per tutti a prescindere dal censo e dal luogo in cui si è nati. Il pensiero va a Nicola Zingaretti, presidente della regione Lazio, anch’esso positivo, poi guarito, al Corona Virus qualche mese fa. Anche la regione della Capitale sta soffrendo per l’emergenza. Gli ospedali sono saturi. C’è un affollamento nei centri di diagnostica. C’è un pericolo reale di propagazione del morbo. Anche il Lazio è in emergenza e non riesce ad uscirne. Insomma ogni parte del paese è in pericolo, vale per la Sicilia e per la Sardegna. Ricordiamo che Flavio Briatore si è ammalato in Costa Azzurra.
Allora che fare? La reazione del governo nazionale, guidato da Giuseppe Conte, c’è stata, ma i dubbi sull’efficacia ci sono. Le riaperture delle attività commerciali di svago di Agosto e Settembre sono state forse la causa della perpetuazione del Virus anche in questo triste autunno. Era necessaria un’azione più severa, anche se questo sarebbe andato a discapito di una già difficile congiuntura economica che vede l’Italia, come il resto del mondo, precipitare in una crisi senza precedenti. Ma i dati sono implacabili. Il male non si è ridotto, anzi i contagi aumentano. Le responsabilità devono essere divise fra politica e amministrazione, ma è la politica la prima responsabile davanti alle scelte che garantiscono o non garantiscono il benessere della collettività. Davanti all’aumento dei contagiati e giusto che sia messo sotto una vigile lampada di controllo pubblico l’operato dell’Esecutivo. È bene che il governo, che sta utilizzando strumenti di comando eccezionali che esulano il normale agire pubblico, debba rispondere alla pubblica opinione. È il primo imputato davanti alle difficoltà del vivere quotidiano. È lui che deve garantire aiuto a coloro che gestiscono attività che purtroppo sono colpite dall’emergenza del contagio, penso ai bar i cinema i teatri le palestre e tanto altro. Insomma è ora che la coalizione Partito Democratico, Italia Viva, Liberi e Uguali e Movimento Cinque Stelle (quest’ultimo il più importante e con maggiori consensi parlamentari) reagiscano in modo da mettere al sicuro il paese. È bene che chiedano il supporto anche dei partiti che attualmente sono all’opposizione: la Lega (attualmente secondo i sondaggi il partito italiano con più consenti), Forza Italia e Fratelli d’Italia. Bisogna mettere al sicuro la salute di tutti. È questa l’unica e vera priorità che deve avere la politica oggi. Ce lo ricorda il nostro Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che in questi mesi è indefessamente alla ricerca di ponti di dialogo fra i partiti, al fine di creare una solida unità nazionale pronta ad affrontare la malattia. Bisogna riuscire. Bisogna che cittadini, politica, istituzioni e, soprattutto, i medici e il personale sanitario facciano un fronte comune per portare serenità al paese e debellare il perfido Corona Virus, guarendo coloro che sono degenti e garantendo la salute a tutti. È l’unico modo per vedere la luce e non sprofondare in un domani oscuro.
Nessun commento:
Posta un commento