SAN VALENTINO
San Valentino nacque a Nahars, l’attuale Terni. Venne al mondo nel 176 Dopo Cristo. Era il rampollo di una nobile famiglia romana di provincia. Possedeva un tenore di vita sostanzialmente da benestante.
Da Cittadino Romano fece la scelta, allora radicale, di convertirsi al Cristianesimo. La sua caratura etica, la sua cultura lo fece diventare repentinamente Vescovo della comunità locale dei credenti in Gesù. Questa sua posizione di preminenza nell’ambito ecclesiale lo fece entrare in contrasto con l’autorità imperiale romana. L’imperatore Claudio II detto il gotico, tale appellativo lo conquistò combattendo aspramente con l’omonima popolazione germanica, gli impose di abiurare alla sua fede. Valentino rifiuto. La somma autorità imperiale, però, non lo fece giustiziare. Diamo che lo “graziò”, affidandolo alla tutela, quasi fosse un non emancipato, di una nobile famiglia romana.
San Valentino, in realtà, continuò indefessamente la sua missione di guida spirituale e sociale della comunità dei fedeli di Terni. Si distinse per le sue predicazioni, animate e sostenute, volte a rendere diffuso il Vangelo, la lieta novella che Dio ha dato agli uomini attraverso suo figlio Gesù.
Bisogna dire che Valentino continuò per lungo tempo la sua missione di fede. Fino al 273 Dopo Cristo. In un inverno duro e implacabile Valentino fece l’atto fatale. Decise di disubbidire platealmente a un ordine imperiale. Sposò due persone perdutamente innamorate l’una dell’altra. Erano la giovane, bella e soprattutto, cristiana Serapia e il legionario romano Sabino. La giovine era gravemente malata. Per questo motivo si decisero di celebrare le nozze cristiane alla svelta. Secondo la tradizione i due nubendi sarebbero morti insieme, l’uno nelle braccia dell’altro, proprio mentre Valentino benediceva la loro unione eterna. Ovviamente non sapremo mai, vista la pochezza dei documenti contrapposta alla numerosa ageografia posteriore, la verità dei fatti. Quello che è certo è che Valentino per tale atto fu condannato a morte dall’imperatore romano Aureliano, che era succeduto a Claudio II.
L’atto d’eroismo di Valentino, che affrontò la morte per tutelare l’amore eterno di Serapia e Sabino, consacro il martire a protettore dei fidanzati e degli sposati e in generale al protettore dell’amore fra uomo e donna. Ogni anno, il 14/02, tutti i legati da un sentimento di affetto, si sento di porre un omaggio di devozione al santo che è diventato loro patrono. Festeggiare San Valentino vuol dire festeggiare l’amore nella sua ineffabile essenza che il donarsi gratuitamente all’altro. Ogni anno le giovani e le meno giovani coppie rinnovano il loro giuramento di fedeltà in nome del Santo. Il martirio di Valentino, giustiziato sulla via Appia, è epifania del valore assoluto che è nell’amore.
Difficile non abbinare, oggi, San Valentino ai riti dell’amore, ai Baci Perugina, ai bacetti e alle cene, quando si poteva, di amanti. Ma ricordiamo che San Valentino fu un difensore strenuo dei principi Cristiani quando professarli poteva portare alla morte. Per parafrasare, scusate l’ardire, una canzone di Fabrizio De Andrè, l’amor sacro e l’amor profano trovano in San Valentino la tanto ricercata riconciliazione.
Nessun commento:
Posta un commento