domenica 21 marzo 2021

'ANNO DI DANTE

 


L’ANNO DI DANTE

Nel 1321 morì Dante Alighieri. Quest’anno ricorrono i 700 anni dalla sua dipartita. Sono tantissimi gli eventi che si stanno preparando e si prepareranno per ricordarlo. Purtroppo avverranno, si presume, tutti via Rete, L’emergenza Corona Virus no permetterà simposi, incontri, convegni e rappresentazioni e letture delle sue opere in teatri o piazze. A meno che non avvenga un miracolo, che ovviamente tutti noi ci auguriamo, e il terribile morbo non venga rapidamente debellato, come un nemico temibile a lungo combattuto.

Ma ora siamo a ricordare Dante. La sua opera è l’Italia. Il suo poetare è la causa stessa del nostro essere nazione. Il Vate è colui che ha saputo raccontare le gesta eroiche dei nostri avi, offrendoci una prospettiva di futuro radioso e gioioso. Per questa ragione è necessario festeggiarlo. Per questa ragione è bene che ogni italiano ricordi i 700 anni dalla sua morte. È lui che ha creato la lingua che parliamo e scriviamo ogni giorno. È lui che ha elaborato un trattato, scritto nella lingua dei dotti il latino, sulle regole e sulla genesi del nostro italiano:  de vulgari eloquentia. Senza il suo poetare non sapremmo della vibrante storia d’amore fra Paolo e Francesca. Non riusciremmo a cogliere il valore assoluto del bisogno di ricerca, se non avessimo letto della strepitosa avventura umana di Ulisse, raccontata nell’Inferno dantesco. I tanti personaggi che affollano la Commedia, la Divina Commedia, sono moniti per noi sul valore assoluto della vita, dell’amicizia, del valore della fedeltà e della fede. Ricordare Dante vuol dire veramente porsi domande sul senso vero e profondo della stessa esistenza umana. Cogliere l’amore fra il Poeta e Beatrice, la donna della sua vita che diventa per lui causa di redenzione, ci riporta a riconoscere il valore assoluto dei legami affettivi.

L’anno di Dante è l’anno nostro. Questo anno, assieme al precedente, così triste, perché segnato dal terribile Corona Virus. Questo anno che ci ha visto chiusi in casa, che ci ha fatto rinunciare a viaggi e a distrazioni di vario tipo. È un momento di meditazione sul senso ultimo e vero del vivere. In questo Dante Alighieri, la sua poetica, ci può dare una ragione dell’essenza umana, ci può offrire una spiegazione a questi mesi di tristezza. Riscoprire il senso di umanità che c’è nel nostro animo. Ripercorrere nel nostro cuore il viaggio ultramondano di redenzione di dante, per farlo nostro per riuscire a cambiare in meglio la nostra vita e al fine “riveder le stelle” come dice l’ultimo verso dell’Inferno.

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