QUALCOSA DI SINISTRA
Nicola Zingaretti il 4 marzo 2020 si è dimesso dalla carica di Segretario del Partito Democratico. Tale ruolo lo deteneva da circa un anno. Proprio alle primarie di marzo del 2019 la base del partito l’aveva designato a guida dell’organizzazione.
Cosa succederà oggi alla sinistra non si sa. Il disorientamento è molto. A me è sovvenuto in mente il film di Nanni Moretti “Aprile”, in quella pellicola girata nel lontano 1998 il regista attore implorava Massimo Dalema, visto in televisione, di “dire qualcosa di sinistra”. Pur passando più di 20 anni, è ancora difficile capire cosa possa essere “quel qualcosa di sinistra” che la dirigenza politica “di sinistra” debba dire per cambiare lo stato delle cose. Questa confusione, questa nebbia, sta provocando gravissime conseguenza, di cui, a mio modesto parere, le dimissioni di Nicola Zingaretti sono solamente un modesto epifenomeno.
Sembrano lontani, e francamente lo sono realmente, i tempi in cui Karl Marx spiegava che la società mondiale era divisa in classi, era composta da parti di essa che sfruttavano e da parti di essa che erano sfruttati, ed era compito del proletariato, diventato soggetto politico, appunto la “sinistra”, fare in modo che questo ordine sociale fosse rovesciato e che la società fosse armoniosamente ricomposta annullando ogni forma di conflitto dialettico fra le sue componenti. Questa visione, ricordiamolo, ha prodotto orrori. La rivoluzione proletaria, avvenuta in alcuni paesi (ricordiamo la Russia del 1919), non ha prodotto un futuro di benessere generalizzato, ma solo dolori e dittature. Però rimane il fatto che essere di sinistra vuol dire ancora oggi provare a costruire una società in cui le diseguaglianze, pur rimanenti, non siano tali di creare estrema indigenza per molti e grande ricchezza per pochi.
Allora ecco quale dovrebbe essere il compito di un segretario di un partito di sinistra, quale dovrebbe essere il Partito Democratico, rendere meno evidenti le disuguaglianze e, se è proprio impossibile superarle definitivamente, fare in modo che coloro che sono socialmente più deboli comunque abbiano non solo il diritto a una vita dignitosa per sé e per la propria famiglia, ma riescano veramente a scongiurare il pericolo di vivere in povertà ed indigenza e riescano a trasformare le proprie energie fisiche ed intellettuali in strumenti per diventare, nel proprio ambito, protagonisti del riscatto collettivo.
Insomma essere di sinistra vuol dire che tutti hanno il diritto sacrosanto a farsi partecipi del progresso dell’intera umanità. Basta con le barriere che dividono il ricco dal povero, i bisogno dell’uomo da quelli della donna, il cittadino di un luogo dalla persona proveniente da un paese lontano. Ecco cosa vuol dire essere di sinistra. Vuol dire credere che siamo tutti uguali non solo in maniera formale, è la legge che lo dice, ma anche in maniera sostanziale, ognuno di noi ha diritto a cure mediche, a studiare proficuamente, ad avere un lavoro soddisfacente a prescindere dal proprio ceto.
Ecco cosa dovrebbero essere i compiti di un leader di sinistra, del segretario del Partito Democratico. Provare a rendere possibile che l’Italia sia un paese che offre chance di crescita e di benessere per tutti.
Nicola Zingaretti ci ha provato e continua a provarci. Proprio nel giorno delle sue dimissioni da segretario del PD, in veste di Presidente della Regione Lazio, ha inaugurato nella periferia romana un centro polifunzionale di aggregazione sociale, un luogo in cui la cittadinanza può incontrarsi e svolgere le più disparate attività in sicurezza, anche nel periodo odierno di emergenza sanitaria legata al Corona Virus. Ecco l’esempio di cosa sia “qualcosa di sinistra”. Ma non basta! Non basta fare piccole, ma fondamentali, opere pubbliche volte a fronteggiare il senso di isolamento sociale. Bisogna improntare una politica nazionale che sia capace di incardinare questi singoli e diffusi atti in un progetto generale che produca benessere diffuso. E diciamo di più. Garantire il benessere di tutti non è uno spreco, ma è un modo di investire l’economia nazionale. La felicità di ognuno e di tutti deve produrre ricchezza collettiva. La felicità aumenta il PIL.
Allora proviamo a pensare che si può fare politica di sinistra. Che si può con efficienza pensare a tutelare il bene di tutti. Francamente non so se Nicola Zingaretti ritirerà le sue dimissioni. Secondo le sue dichiarazioni sembrano irrevocabili, ma non si sa mai. Quel che è certo è che il compito del segretario del Partito Democratico è rendere il partito al servizio dei bisogni della collettività, di tutti e, soprattutto, dei più deboli. Ecco cosa è un partito di sinistra, e se il PD non ci riesce.. beh non ha ragion d’essere. Ma io spero che invece la sua ragion d’essere, il suo essere a servizio di tutti, si faccia presto atto concreto,e visione e progetto politico.
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