lunedì 8 marzo 2021

AUGURI A TUTTE LE DONNE

 


8 MARZO

Gli storici sono combattuti sul definire quale sia il motivo per cui l’otto marzo sia la festa della donna. I dati storiografici indicano di un ampio dibattito all’inizio del XX secolo all’interno dell’internazionale socialista, l’organizzazione mondiale di tutti i movimenti di sinistra dell’epoca. Se da parte del movimento operaio fu unanime l’approvazione della mozione volta all’introduzione di una giornata dedicata alla battaglia per la rivendicazione dei diritti delle donne, molto dibattuta fu la scelta del giorno in cui ogni anno si dovesse ricordare che è sacrosanto tutelare la dignità femminile. Alla discussione parteciparono i più importanti esponenti socialisti dell’epoca: Lenin, il russo che avrebbe condotto la rivoluzione di Ottobre, Martov un suo fido collaboratore, ma soprattutto Rosa Luxemburg e Clara Zechil, due protagoniste del movimento operaio mondiale declinato al femminile. Le date erano tante ed evocative, si parlava ad esempio di designare la prima grande manifestazione femminile contro l’autoritario governo Prussiano, avvenuta nell’anno fatidico, in cui il popolo del mondo si destò come fosse un solo cuore, del 1948.

La scelta si orientò verso un giorno di fine febbraio, ma fu la decisione del movimento socialista tedesco di indire la giornata della donna l’otto marzo a cambiare definitivamente le sorti della storia. L’intero movimento operaio condivise la scelta e le “suffraggette” (le donne che si battevano per il diritto di voto femminile) americane e inglesi, pur non abbracciando la dottrina marxista, sposarono la scelta dell’otto marzo quale compromesso accettabile e lo assunsero anche loro a data di rivendicazione dei diritti della donna. Da allora la festa della donna fu un momento di lotta e mobilitazione delle masse per la difesa e la tutela dei bisogni e delle prerogative del mondo femminile. Fu moltissimi anni dopo, alla fine della Seconda Guerra Mondiale, che l’allora nascente Organizzazione delle nazioni Unite (ONU) consacrò come festa istituzionalizzata, cioè riconosciuta dagli ordinamenti statuali assisi nella assemblea di New York, l’otto marzo. Dal 1946 insomma la “Festa della donna” è una giornata ufficiale dedicata al mondo femminile.

È qui il racconto si fa drammatico. Per la delibera di istituzione della festa della donna dell’ONU l’evento da ricordare è il drammatico incendio di una fabbrica di confezioni avvenuto a New York, ma non l’otto marzo bensì il 25 del 1911. Insomma l’ONU pensò che l’internazionale socialista avesse scelto l’otto marzo per commemorare le operaie americane morte in fabbrica, e non, come apparirà chiaro attraverso una più appurata ricerca storiografica, perché il partito socialista tedesco avesse indetto per 8 marzo 1907 una riuscitissima manifestazione “proletaria” a favore delle donne.

Bisogna dire, almeno a mio parere, che questa confusione ha prodotto benefici alla carica simbolica che è nella manifestazione dell’otto marzo. Con tutto il rispetto per le donne e gli uomini tedeschi che marciarono per l’uguaglianza l’otto marzo  1907, ma appare più significativo ricordare la morte delle operaie newyorchesi avvenuta in un contesto tragico e con la flagrante responsabilità dei “padroni”, cioè dei proprietari della fabbrica stessa, che secondo testimonianze estremamente attendibili e su dati storici accertati avrebbero addirittura chiuso le porte del palazzo incendiato, nella folle paura di furti e di presunte violenze, causando con il loro comportamento la morte delle donne, innocenti. Questo orrendo fatto fu accertano anche dai processi che si succedettero.

Insomma l’incendio alla fabbrica “Cotton”, così si chiamava, di New York fu un vero e proprio femminicidio.  Bisogna ricordare e stigmatizzarlo, affinché non avvenga più. Purtroppo appare superfluo, per quanto sia un dato noto, ricordare che ancor oggi in tantissime parti del mondo, anche nella nostra Italia, tante donne sono sfruttate e subiscono violenze di ogni tipo. Ricordare questo evento è un modo per esorcizzare il male che la follia declinata al maschile esercita sull’universo femminile.

Oggi è festa. È la festa delle donne. È bene fare gli auguri a tutte. Ma è necessario soprattutto non fermare il nostro afflato di indignazione verso tutto ciò che produce pregiudizio, discriminazione e, infine, violenza. Le donne hanno il diritto a lavorare. Hanno il diritto ad essere se stesse, senza subire alcun tipo di persecuzione. Bisogna essere chiari. Il diritto delle donne ad esplicitare pienamente la loro personalità contribuisce a costruire una società migliore. È sotto gli occhi di tutti quanto sia benefico per l’intera umanità che a lavorare per il bene comune siano, non solo gli uomini, ma soprattutto le donne. Il loro naturale, chiamiamolo pure, “istinto” (ma non è il termine giusto visto che le donne fanno ogni cosa sia col cuore che con il cervello, chiedo scusa quindi per averlo usato) a prendersi cura degli altri le rende estremamente adatte ad assumere cariche decisive per le sorti della comunità. Ancor oggi, visti i dati sull’occupazione femminile, non si è ancora presa coscienza di questo. Allora questo deve essere il senso dell’Otto marzo, lottare affinché tutte le donne, secondo le loro capacità e talenti, siano non solo tutelate dalla violenza, cosa imprescindibile,non solo siano cittadine che hanno il diritto di esercitare le loro prerogative,  ma anche che siano protagoniste indiscusse del futuro. Ancora Auguri.

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