LETTA NUOVO SEGRETARIO DEL PD
L’assemblea nazionale del Partito Democratico ha scelto di designare quale nuovo segretario del movimento Enrico Letta. Ciò avviene a seguito delle dimissioni di Nicola Zingaretti, presidente della Regione Lazio, a tale carica.
IL conferimento della carica all’ex Presidente del Consiglio è avvenuto in via Del Nazareno, sede del partito, il 14/03/2021, da parte dell’Assemblea Nazionale del Partito.
Ora è difficile scorgere quello che il nuovo segretario del PD elaborerà in discontinuità o in continuità con la gestione precedente. Letta ha dichiarato che è intenzione del Partito che conduce continuare a dare la fiducia non solo politica, ma anche personale, all’attuale Presidente del Consiglio in carica, Mario Draghi.
Il Partito Democratico si vuole riconoscere nella identità di movimento progressista volto alla tutela dei diritti di tutti. Difesa dei diritti delle donne, dei bimbi (nota la polemica dialetti fra il neo segretario Pd che vorrebbe la tutela dei minori nati in Italia da non cittadini italiani e Salvini, segretario della Lega, che non considera questa tutela dei piccoli prioritaria per il paese), di tutte le persone in difficoltà a causa del morbo e della crisi economica incipiente.
Difficile dire cosa sarà del partito Democratico. La successione alla segreteria non sembra affatto dimostrazione di forza del movimento, anzi appare un visibile arretramento. I sondaggi non sono favorevoli al Partito Democratico, alcuni addirittura lo designano come quarta forza, dietro a ben tre partiti: la Lega (che come abbiamo visto indica altre priorità: “non ci faremo processare” è lo slogan del partito davanti alle ingerenze della magistratura che hanno messo sotto inchiesta lo stesso Matteo Salvini, assieme ad altri esponenti leghisti.
Ora la priorità è il lavoro, la dignità per tutti, il progresso, la rivoluzione economica “green” cioè che riesca a garantire diffuso benessere senza mettere in pericolo l’ecosistema del nostro paese e dell’intero mondo.
Sono tutte indicazioni elaborate ed esplicitate dai programmi della Commissione Europea, guidata da Ursula Von der Layen, e dallo stesso Mario Draghi, Presidente del Consiglio Italiano. Ma le politiche degli esecutivi nazionali e internazionali devono essere sostentati e surrogati da una azione dei movimenti popolari, volti ad ascoltare i bisogni e le necessità delle persone, dei comuni cittadini, e riportarle alle massime cariche istituzionali al fine di rendere possibile che le azioni di queste ultime siano unisone ai sentimenti e alla volontà sciente della comunità, della popolazione. Questo deve essere il compito di un partito. Deve essere una “cinghi di trasmissione” (uso un termine da vecchio partito comunista), ma al contrario. Mentre i leader del vecchio PC pensavano che il partito dovesse portare al popolo quelli che sono i pensieri e proponimenti dei leader, creando consenso diffuso, dovrebbero i partiti al contrario portare ai livelli massimi di governo quelli che sono i progetti della popolazione, le loro istanze le loro aspirazioni. A parole è facile a dirsi. Nei fatti le cose si complicano, penso alle dialettiche conseguenze dell’azione del Movimento Cinque Stelle che si propone, ancor adesso, di farsi semplice portavoce dei bisogni popolari, ma.. i risultati sono complessi da giudicare. Ma un partito moderno quello deve proporsi, per farsi protagonista del cambiamento, rendere soggetti attivi della politica nazionale e locare i cittadini. Se Enrico Letta ci riuscirà, anche le critiche di Salvini rientreranno. Il segretario leghista, come la maggioranza degli italiani che votano destra, non potranno che convenire che rendere tutti soggetti attivi di partecipazione politica, anche i minori, è la strada per far crescere il paese.
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