mercoledì 10 marzo 2021

LA VACCINAZIONE DEL PRESIDENTE

 


ATTENDERE

Ieri, 09/03/2021, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, si è vaccinato per immunizzarsi contro il Corona Virus. Lo ha fatto non in quanto primo cittadino dello stato, ma come persona di una certa età. Insomma si è prenotato, ha avuto il giorno dell’appuntamento, si è presentato al centro sanitario in quel dato dì prestabilito e si è vaccinato. È andato all’ospedale Spallanzani come moltissimi altri residenti a Roma che hanno il diritto di vaccinarsi.

Il dibattito politico sul tema delle vaccinazioni a coloro che hanno ruoli determinati nella vita pubblica è, credo giustamente, molto intenso. I primi che sono stati vaccinati sono stati i medici e gli infermieri “in prima linea”, cioè che operano negli ospedali e negli ambulatori. Ora tocca alle persone con molte decadi alle spalle, fra cui il pur giovanissimo nel cuore capo dello stato. In fila ci sono le forze dell’ordine, la polizia, coloro che svolgono attività di volontariato in ambiti delicati del sistema sociale italiano. Ci sono da vaccinare i maestri, le maestre, i professori, le professoresse e tutto il personale scolastico, che hanno la responsabilità di formare le generazioni future. Poi si spera che sarà il turno di ognuno di noi, in attesa che giunga la “immunità di gregge”, cioè il momento in cui il virus troverà la strada per riprodursi e far del male sbarrata da decine di milioni di persone vaccinate.

È quello che ci auguriamo. Chi vi scrive non è stato ancora vaccinato, perché non ha i requisiti per essere in una categoria prioritaria. Ma non posso negare che non vedo l’ora di inocularmi il siero sia per poter almeno sognare di riacquistare una normale interrelazione personale con il mio prossimo, sia per far del bene al mio paese, l’Italia, che ha bisogno di vincere la malattia per poter ricominciare a crescere.

Credo, supportato da una solida letteratura in materia e dal sano buon senso, che l’unico modo per riportare l’Italia ad essere una grande nazione e degna di assidersi al consesso internazionale dei popoli è che ognuno di noi, ogni cittadino e abitante della Penisola, si comporti con senso civico e con spirito di solidarietà. Bisogna ubbidire prima di tutto non tanto alle persone, che possono sbagliare, ma alle regole di convivenza civile, scritte nelle leggi, e visto che ci siamo, anche a quelle enunciate nei ormai famosi Decreti del Presidente del Consiglio, come a quelle che sono in ogni altra norma. Dobbiamo provare a non cercare, passatemi il termine scurrile, di non “fregare” il prossimo. Dobbiamo vaccinarci alla svelta, ma mai cercando di scavalcare il prossimo, mai volendo superare l’altro con furbizia. Dobbiamo avere la capacità di interpretare le norme di convivenza civile non pensando di fare i “furbetti”, ma con lo spirito di comunanza e di compartecipazione che deve essere la caratteristica una organizzazione sociale matura. Insomma non si deve passare avanti, non si deve ignorare l’ordine della fila. Seguire le regole è quello che ci aiuterà a vincere il virus, ma anche tutte le altre battaglie economiche e sociali che ci aspettano. Rispettare le regole vuol dire credere che si può vincere insieme.

Posso dire una cosa? Rispettare le regole è un impegno che dobbiamo esperire non solo per noi stessi, per i nostri figli e per i nostri anziani. Rispettare le regole è un modo per onorare la memoria di tanti che si sono sacrificati per la libertà e la giustizia della nazione. Penso a Giovanni Falcone, Paolo Borsellino e tanti altri. In questo momento il pensiero va a Pier Santi Mattarella, fratello amato dell’attuale presidente, morto ammazzato anche lui per la sua indefessa battaglia contro la mafia. È per loro, per questi “eroi borghesi” come furono definiti per il loro sacrificio non animato da patos rivoluzionario ma da senso dello Stato, che dobbiamo vaccinarci rispettando le regole, esattamente come ha fatto Sergio Mattarella.

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