AVVENTO
Oggi è il 24 dicembre 2020. È la vigilia di Natale. Ogni famiglia attende di festeggiare la venuta del Salvatore del Mondo. Chi è Cristiano riconosce in queste ore della notte, l’aurora che illumina l’intera storia dell’umanità. Gesù, il bambinello che è nato 2020 anni fa, è colui che ha portato luce nelle tenebre, e il 25 Dicembre di ogni anni questo si ripete. Per questo motivo chi crede in lui oggi è in attesa, esattamente come lo erano nell’antica Israele le spose in attesa degli sposi. Queste secondo la tradizione ebraica erano sveglie nella notte, con le lampade ad olio accese, pronte ad aprire la porta al promesso in matrimonio. Insomma Gesù era ed è l’atteso da una terra e da un genere umano che ha bisogno del suo redentore. Ecco perché la notte del 24 è importante quanto il Natale stesso. La Vigilia è il tempo degli uomini e delle donne. È il momento in cui ci prepariamo all’arrivo dello sposo. È il momento in cui dobbiamo rimodellare la nostra stessa esistenza per accogliere colui che è figlio di Dio. Avvento vuol dire attesa di una venuta. Ma coloro che attendono non devono e non possono rimanere inerti. Devono compiere un atto di rigenerazione interiore che li pone in sintonia con il Salvatore che viene. Allora non possiamo altro che sperare e cambiare in meglio la nostra anima. Non possiamo che far altro che meditare sul senso della nostra esistenza alla luce del messaggio di salvezza che Gesù, nato a Betlemme, ci offre.
Meditiamo su quello che siamo. Pensiamo a come ci rapportiamo alle nostre relazioni sociali, sentimentali, affettive umane. Impariamo a stravolgere i nostri codici interpretativi. Sappiamo trasformare il nostro stesso sistema di relazioni e di interrelazioni sulla base della certezza che un bambino è nato per cambiare radicalmente la vita di tutti noi in meglio. Attendiamo la nascita del fanciullo. Sappiamo che porterà terre nuove e cieli nuovi, per parafrasare una frase del Nuovo Testamento. Sappiamo che le nostre interrelazioni umane saranno radicalmente migliori se fondate sulla consapevolezza che siamo chiamati ad essere redenti dal Cristo. Un bambino può cambiare il mondo. È una certezza che nasce direttamente dal nostro cuore. Ogni nascita è la speranza che quel nuovo essere umano cambierà in meglio la vita di tutti, sicuramente renderà felici i propri genitori. Allora quello che ricordiamo oggi è che attendere colui che viene, attendere una nuova nascita, è un momento di veritiera rigenerazione comunitaria. Non sono solo i genitori, non sono solo Maria e Giuseppe, che attendono la nascita del redentore. Non è solo la Madonna che avverte le doglie del parto, ma, per citare San Paolo, è l’intera umanità che geme per la gestazione, perché quella nascita cambierà radicalmente l’intera umanità. Questa è la fede del cristiano. Questa brama di rifiorire a nuova vita, però, non è solo di chi crede in Dio, ma di tutti. Ognuno di noi, anche se ateo, attende che la vita cambi in meglio, rivoluzionata da un uomo, che è ancora bambino, con la sua semplicità e purezza d’animo.
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