domenica 27 dicembre 2020

FEDERICO II DI SVEVIA

 


NASCITA DI UN IMPERATORE

Il 26 dicembre 1194 nacque Federico II di Svevia. La sua nascita ha un esplicito richiamo al sacro. La sua Madre, Costanza di Altavilla figlia del re normanno di Sicilia Ruggero II, lo partorì a Jesi, una cittadina della marca anconetana. Si scelse di farlo venire al mondo in una piazza pubblica. Il motivo è allo stesso tempo allegorico, si voleva accomunare il futuro re imperatore al bambin Gesù entrambi nati all’agghiaccio, e politico, si voleva dimostrare che Federico era realmente frutto della gestazione di Costanza, per molti nemici della Corona e dell’impero in età troppo avanzata (aveva quaranta anni, una bella età per l’epoca) per dare alla luce un figlio legittimo. Infatti Federico era il figlio, l’abbiamo detto, di Costanza e dell’imperatore del sacro Romano Impero Enrico IV. In Federico si compivano i destini delle terre conosciute. Si univa l’Intera Europa cristiana a formare uno scudo e una spada contro da una parte il pericolo mussulmano e dall’altra l’impero di Bisanzio, che ancora tentava di contendere il dominio all’Occidente. Niente più divisioni fra la papale Sicilia, assieme al meridione italiano, e la ghibellina Germania.

Insomma Federico, il piccolo nato a Jesi, era chiamato a proseguire il disegno di unità umana già tracciato dal suo alto predecessore Gesù bambino. Questo disegno di unità, doveva coincidere con quello di grazia. Ora, con il senno di poi, alla luce dei difficilissimi rapporti che Federico II ebbe, una volta succeduto al trono della madre e il padre, con il papa (fu più volte scomunicato), appare chiaramente una pura chimera, un’utopia innavverata, questo suo essere paragonato al bimbo di Betlemme. Ma alla nascita sembrava possibile veramente che potesse essere il latore di pace che sarebbe stato chiamato a salvare il mondo. Occorre sottolineare che la corte Palermitana, quella propria del futuro re Federico II, utilizzo ampiamente questa iconografia di novello Cristo per fronteggiare gli attacchi e le censure che Innocenzo III, il papa, rivolse a Federico II. La lotta fra potere pontificio e potere regio si esplicitò con scomuniche e guerre, che culminarono, dopo la morte di Federico II e di Innocenzo III, con la tragica guerra fra i discendenti dell’imperatore e i francesi D’Angiò, che misero fine alla dinastia imperiale e si insediarono nella corte palermitana, ma che repentinamente abbandonarono ponendo le vestigia del proprio dominio Italiano a Napoli, quella che da allora divenne la indiscussa capitale del Sud Italia. Non a caso, bastarono solo qualche decennio, e la Sicilia fu persa dagli Angiò, conquistata dalla famiglia regale della Iberica Aragona, ricordiamo che in quel periodo storico la parte cristiana della Spagna era ben poca cosa, quasi tutta la penisola spagnola era araba, gli Aragona regnavano una piccola, piccolissima, regione iberica. Insomma la nascita di Federico II a Iesi fu l’epifania dello splendore delle terre del Meridione d’Italia. Sotto il suo potere il Sud divenne il centro palpitante di tutta l’Europa. Ma paradossalmente quel sommo splendore era l’incipit e il motivo di quello che sarà il decadimento dell’Italia a sud di Roma. La sete di ricchezza, la voglia di impossessarsi degli splendori della Palermo e della Puglia federiciana, tocco l’ugola di famelici capi di eserciti, che da lì a poco saccheggiarono e prostrarono terre che allora erano ammirate da tutte le genti per la loro bellezza artistica e naturale. La bellezza sembra la condanna non solo del Meridione, ma dell’intera penisola italiana, bisogna dirlo, sempre sotto attacco da parte di stranieri pronti a tutto per impossessarsi della sua cultura e della sua arte.

Oggi non possiamo comunque che ricordare Federico II. Non possiamo che ricordare la sua nascita. Non possiamo non essere grati della fortuna di averlo tenuto a battesimo, in quanto diciamo così italiani. È stato l’imperatore capace di riscrivere il diritto. Il suo Liber Augustalis, la raccolta di leggi antiche e nuove da lui voluta, è stato il faro della giurisprudenza non solo campana, ma mondiale,  per secoli. I suoi monumenti, i suoi castelli, i suoi manieri hanno lasciato senza fiato generazioni di cultori dell’arte architettonica. La Scuola Siciliana, la palestra poetica nata alla Corte Palermitana di Federico II, è stato l’incipit fondamentale della letteratura italiana. Lo ricorda lo stesso Dante Alighieri che nella Commedia offre un tributo a Pier delle Vigne. Morto suicida perché accusato ingiustamente di tradimento proprio da parte di Federico II, ma allo stesso tempo grande poeta e giurista, che con la sua opera ha illuminato il cammino della nascete ars letteraria italiana. Insomma Federico II è stato, a seconda dei punti di vista da cui si parte per leggere la sua vita e il suo imperio, uomo di splendore e prosperità, ma anche tiranno che ha posto le tragiche basi per la distruzione tragica del suo sistema politico statuale. Ricordiamo la tragica morte dei suoi figli, in particolare Manfredi, sacrificato per difendere il potere creato dal padre, ma barbaramente trucidato dagli Angioini.

Ma Federico è stato anche uomo di pace. L’imperatore è stato l’unico cristiano, assieme a San Francesco, ad avere il coraggio di parlare di pace con il Saladino, il capo dei Mussulmani. È stato l’unico principe cristiano che ha avuto l’ardire di firmare un trattato alla pari con la massima autorità araba. Per questo motivo, ricordiamolo, è stato scomunicato da papa Gregorio IX. Ma questo atto di pace, benché censurato dalla massima autorità religiosa cattolica, fu la base mirabile per creare un sano rapporto di confronto e dialogo fra due mondi, il cristiano e il mussulmano, destinati altrimenti solo allo scontro e all’odio reciproco. Per questa sua assoluta apertura alla cultura “altra”, cioè che apparentemente è assolutamente estranea a sé, per la sua voglia di conoscere, Federico II sapeva leggere anche l’arabo, va ricordato e ammirato. La sua nascita veramente ha cambiato il modo di pensare, di comunicare, di porsi verso l’altro nel Medioevo. Lo Stupor Mundi, lo stupore del mondo, come fu appellato dagli storici, ha veramente cambiato l’ottica da cui l’uomo occidentale guardava la storia e la natura. Per questo motivo bisogna sempre essergli grati, anche se il suo Regno è stato segnato anche da omicidi ed eccidi di nemici, ma anche di amici, traditi proprio da lui. Insomma Federico II, come tutti i grandi della storia, è stato capace di grandi azioni elevate, ma anche di infide bassezze. Questo è parte integrante della sua vita e del suo peregrinare nella storia.

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