martedì 17 luglio 2018

BILL CLINTON E LA LETTERATURA


CENT'ANNI DI SOLITUDINE PRESIDENZIALE
Esce in questi giorni anche in Italia il libro "Il presidente scomparso" scritto a due mani da James Patterson e dall'ex presidente degli Stati Uniti, Bill Clinton. E' un giallo, con chiare sfumature da spy story, che vede la Casa Bianca come scena di un crimine tremendo. Non è la prima volta che Bill Clinton pubblica un libro. La sua autobiografia ha fatto il giro del mondo, incuriosendo coloro che volevano sapere di più del rapporto con la moglie Hillary e con Monica Lewisky. Ovviamente Clinton ha esposto la sua versione dei fatti, con una moderazione che non è stata gradita dai curiosi pruriginosi. Il racconto che viene pubblicato oggi è diverso. Un romanzo storico, si potrebbe dire. Una storia inventata all'interno di un contesto politico e istituzionale reale, con le sue regole e le sue tradizioni imposte dal secolare cerimoniale della Casa Bianca. Bill Clinton è impegnato a presentare il libro. Durante le sue numerose interviste, ne ha rilasciata una al New York Times, ha ricordato che i suoi riferimenti letterari sono Marc Twain, Oscar Wild, Charles Dickens. Ammette di amare profondamente la letteratura gialla, è capace di leggere decine di romanzi polizieschi in poche settimane. Ama la filosofia utopistica, Thomas More è il suo riferimento. Bill Clinton però ha un solo punto di riferimento letterario certo: Gabriel Garcia Marquez. Cent'anni di solitudine è il libro che ama di più. La saga della famiglia Buendia, raccontata nel romanzo, è la storia che l'ha colpito di più come uomo e come intellettuale. Il realismo magico sudamericano è per Bill lo strumento letterario migliore per narrare l'animo umano. Insomma, come i personaggi di Marquez, Clinton sente che l'umanità vive una drammatica conflittualità fra il mondo esterno, il mondo degli eventi, continuamente cangiante e il mondo interno, fatto di passioni e sentimenti, sempre simili ma mai uguali per ogni essere vivente, che travalicano gli anni e anche i secoli. Che dire? "Il Presidente scomparso" non sarà forse un capolavoro che rimarrà negli annali della letteratura mondiale. Certo che Clinton ha utilizzato questo libro per raccontarsi e per raccontare una convivenza possibile in una sola anima fra il politico e il cultore della buona letteratura.

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