LO SPETTACOLO DELLA MORTE
Sono fake news. questo è il commento del ministro degli interni, Matteo Salvini, alla notizia del ritrovamento di cadaveri nel Mediterraneo, persone che hanno trovato la morte cercando di raggiungere le sponde italiane. Ovviamente la dichiarazione del ministro non era veritiera, i morti ci sono, come hanno confermato le fonti del Viminale e del ministero delle infrastrutture. Un errore che è giustificabile per una persona poco addentro alle istituzioni. Salvini, dopo il viaggio in Russia, è stato impegnato a discutere con i produttori di armi, non aveva certo il tempo di curarsi di ciò che avveniva negli uffici del governo e nel nostro mare. Rimane il fatto che per noi italiani, esattamente come per Salvini, la morte è un fake. Lo spegnersi della vita è un spettacolo, una messa in scena. Gli occhi travolti dall'orrore dell'unica donna scampata al naufragio di ieri, 17/07/2018, lasciano indifferenti. C'è addirittura una macabra ironia verso queste persone decedute. Ancora una volta i "sommersi e i salvati", sia coloro che muoiono sia coloro che sopravvivono alle tragedie, sono avvolti da un'ipocrita indifferenza. Colpevoli siamo tutti. Colpevole è anche chi scrive questo pezzo. Siamo colpevoli di indifferenza. Siamo colpevoli di mancanza di empatia verso il nostro prossimo. Siamo colpevoli di aver perso quel prezioso patrimonio di umanità che caratterizzava la cultura dei nostri padri. Perché non ricordiamo che siamo tutti discendenti di Nausica che salva Ulisse dal mare? Perché non ricordiamo che siamo tutti stati formati dalle parole evangeliche che raccontano del "buon samaritano"? Accogliere è necessario. Salvare vite umane è un compito ineludibile per ogni civiltà. Costruire un domani migliore, un futuro dignitoso per tutti, parte dall'assunto che ogni singola vita umana è un bene prezioso da preservare e che, come dice un precetto ebraico scritto nel talmud , se salvi un essere umano salvi il mondo intero.
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