E LA LUNA BUSSO'
Ricordiamo tutti la splendida canzona cantata da Loredana Berte'. Componimenti musicali, poesie, opere letterarie dedicate alla Luna sono forse milioni nell'arco della millenaria storia dell'umanità. Giacomo Leopardi dedicò alla luna molte dei suoi idilli. Ricordiamo lo struggente canto de "Il pastore errante dell''Asia". La poetessa greca Saffo gridò all'astro le sue sofferenze amorose.Insomma la Luna è stata fonte di ispirazione della grande letteratura, ma anche allegoria del sentimento di ogni essere umano, ogni amore perduto e ritrovato ha visto nella Luna una preziosa e discreta confidente, a cui ogni uomo e donna ha raccontato il proprio dolore e la sua gioia. Questa sera, 27/07/2018, assisteremo dalle 21-30 a una splendida eclissi lunare. Una particolare congiunzione astrale, il posizionamento della nostra terra, della luna e del sole, tingeranno il satellite di un rosso intenso, che farà palpitare il cuore di ognuno. C'è da perdere il senno per cotale stupefacente evento. Orlando, l'eroe cantato da Ludovico Ariosto, lo perse e il suo amico e compagno d'armi Astolfo dovette andare proprio sulla Luna a recuperarlo. Si perché Selene è allo stesso tempo sentimento e ragione. Fa innamorare la luna. Ma perdere la ragione. Ma allo stesso tempo è la somma ordinatrice. Il termine idoeuropeo, la lingua antica madre di tutte le lingue euroasiatiche, che designa la luna è "men" che vuol dire anche misura. La Luna è l'astro su cui si fonda il calendario, il mese infatti è il tempo che il nostro satellite impiega per girare intorno alla nostra Terra. Dalla Luna insomma nasce tutta la scienza, fondata sul cronometro, cioè sull'imporre un ordine al tempo, sarebbe impensabile il viaggio spaziale senza la concettualizzazione temporale, nata molte migliaia di anni fa attraverso l'osservazione delle fasi lunari. Allora stanotte guardiamo in alto, guardiamo il cielo, la luna. Facciamolo con l'animo rigonfio d'amore con cui lo facevano gli eroi omerici, i poeti greci e quelli romantici. Ma pensiamo anche che la scienza, la razionalità, la tecnologia che ci fanno essere uomini moderni devono molto a quell'astro che da miliardi di anni regola le maree, regola i cicli dei giorni e delle stagioni, in un ordine matematico che ha sorpreso e ispirato l'umanità e ne ha permesso il progresso. Il suo verecondo raggio, come lo chiama il poeta di Recanati, è stato la guida che ha portato allo sviluppo della civiltà.Noi, uomini e donne, siamo diversi fra noi. Parliamo tante lingue, crediamo e professiamo fedi diverse. Ci uccidiamo e ci umiliamo a vicenda. Abbiamo una cosa in comune. Se alziamo lo sguardo al cielo possiamo vedere tutti quell'astro, possiamo ammirare la sua bellezza, possiamo sentirci così piccoli e meschini di fronte all'immensità e capire che il particulare, l'interesse del singolo, è veramente poca cosa di fronte all'immensità dell'Universo.
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