domenica 20 settembre 2020

IL GIORNO DEL VOTO


 CAMBIARE

Oggi, 20/09/2020, e domani siamo chiamati ai seggi per partecipare al referendum costituzionale sulla proposta di legge costituzionale , notate bene è solo una proposta di legge anche se è stata approvata per due volte dalle due Camere, che modificando gli articoli 56, 57 e 59 della nostra carta fondamentale ridurrà fortemente il numero dei componenti delle due alte camere legislative della nostra Repubblica: la camera dei deputati e il senato. Se oggi vincesse il “si” dalla prossima legislatura i componenti della camera dei Deputati si ridurranno dagli attuali 630 a 400 e i senatori eletti passeranno da 315 a 200. Certo a primo acchito la voglia di mandare a casa un folto gruppo di parlamentari è tanta. Gli scandali, le indecisioni, i morti che hanno caratterizzato questi mesi spingono a punire la politica. Ormai per le persone la politica è fonte di scandalo, ridurre le sue competenze e il numero dei politici è quasi un obbligo. Per i cittadini diminuire  il numero di politici è quasi un atto liberatorio. Oggi è politica è quello che è successo al Pio Albergo Trivulzio di Milano, in cui la politica regionale ha pensato ai soldi e non alla salute pubblica, per questo votare “si” vuol quasi dire esorcizzare la pandemia, che per molti si è diffusa in maniera incontrollata anche a causa del cattivo funzionamento della struttura sanitaria di regioni del Nord del paese che fino allo scoppio dell’emergenza erano fiore all’occhiello della sanità nazionale.

Ma veramente le cose stanno così? Veramente basterà il taglio dei parlamentari per evitare che la politica si faccia finanziare dai poteri forti della Russia? Che la politica sfrutti l’energia eolica non per creare elettricità pulita ma per distribuire mazzette? Che la politica aiuti a pagare i debiti di giornali di partito? Che la politica agevoli l’evasione fiscale e il riciclaggio del denaro attraverso conti esteri? Difficile dire “si” a queste domande. Un taglio dei parlamentari non cambierà il costume e le modalità di azione dei politici. È una mia opinione personale. Ma gli elettori forse farebbero un’azione di moralizzazione reale se non votassero, ad esempio in Puglia, personaggi che nel passato sono rimasti implicate in complesse e mai chiarite vicende. Fa un po’ specie che si ricandidi Raffaele Fitto nella regione del tacco d’Italia e che perfino abbia serie possibilità di diventare presidente di regione. Non sarebbe bene dire di no a questo? Evitare di far ripiombare la Puglia indietro di quindici anni? Certo per la Lombardia afflitta dal Corona Virus sarebbe un sollievo. Matteo Salvini ha promesso, quando è stato in Puglia, che arriverà con l’eventuale vittoria di Fitto il personale che si è distinto in Lombardia per la lotta al coronavirus.

Insomma il referendum è una prova decisiva per saggiare la maturità di noi elettori. Veramente vogliamo il taglio per mandare a casa i parlamentari puzzoni? O ci accingiamo al voto semplicemente per poter seriamente pensare a un rinnovamento delle istituzioni statuali che sono il fondamento della casa comune? Mi permetto di dire che la seconda opzione è la migliore. Bisogna cominciare da subito, sia se vinca il “no” sia se vinca il “si”, a chiedere ai parlamentari un modo di agire più coerente, più trasparente volto a migliorare la vita di tutti e di ognuno. La politica può e deve essere bene. La politica deve essere cultura di servizio verso la collettività. Che siano 640 i deputati, o che siano 400, devono comunque pensare a risolvere l’emergenza sanitaria, a migliorare la struttura burocratica, a garantire posti di lavoro a tutti, questo è il vero cambiamento. 

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