venerdì 18 settembre 2020

LE SCELTE AL TEMPO DELLA PANDEMIA

 


PROVARE A CAMBIARE

Siamo stati provati dal Corona Virus. La prova è ardua. Non ne siamo ancora usciti. Sia collettivamente che individualmente il virus ha messo in forte discussione la nostra capacità di essere indipendenti e autonomi anche nella quotidianità. Ogni cosa poteva essere ed può essere un pericolo. Andare per strada, fare compere, andare a incontrare i nostri cari può diventare veicolo di infezione. Le nostre certezze sono state messe in discussione. Perfino una regione che era considerata il fiore all’occhiello dell’Italia e dell’Europa è sembrata scricchiolare davanti al virus. Attilio Fontana, presidente regionale lombardo, ha dovuto assistere attonito all’intervento dell’esercito per aiutare un sistema sanitario in ginocchio. Fa venire da piangere il ricordo delle bare trasportate dall’esercito a Bergamo. Ma questi forti e dolorosi ricordi devono essere da sprone per il futuro. Cambiare in meglio è possibile. Lo dimostrano le regioni del sud peninsulare come la Campania, la Puglia che pur partendo da difficoltà finanziarie e arretratezze importanti, sono riusciti a fare prezioso esempio di cosa è successo nelle regioni Meridionali, per fare una concreta politica di profilassi. I governatori del Sud avevano gli esempi di quelli del nord e fare diversamente da loro. Oggi è arrivato il momento di cambiare radicalmente il modo di porci davanti alle emergenze di qualsiasi tipo. Dobbiamo avere l’umiltà di guardare i nostri limiti e di potenziare al massimo le nostre potenzialità. Dobbiamo cambiare il modo di vedere le cose. Basta con una visione localista, bisogna che ogni sforzo locale sia reso patrimonio dell’intera Italia. La forma di autonomia locale che è la caratteristica della nostra Repubblica, deve essere un modo per far circolare dal basso idee vincenti. Per dirci che una esperienza positiva deve essere premiata, con il riconoscimento a colui che ne è stato motore e cervello. Il Sud in questa pandemia, per una volta, ha risposto meglio del Nord. È bene riconoscerlo, è bene dirselo, perché l’esperienze di successo, provenienti per una volta da località considerate arretrate rispetto al resto del paese, devono essere lo sprone per migliorare, per provare a cambiare una macchina burocratica che troppe volte fa fatica ad essere latrice di benefici per i cittadini e anzi può essere, purtroppo, strumento di morte come è avvenuto purtroppo quest’anno nell’ospedale per anziani lombardo Pio Albergo Trivulzio.

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