giovedì 17 settembre 2020

TRATTATIVE FRA ISRAELE E MONDO ARABO

 


SOGNARE LA PACE

Donald Trump è riuscito nel sogno di intere generazioni. È riuscito ha far sottoscrivere un accordo di pace ad Israele, Emirati Arabi e Bahrein. È avvenuto l’altro ieri, 15 settembre 2020, alla Casa Bianca, la residenza del Presidente degli Stati Uniti a Washington. Un evento storico. Tre stati che da sempre si considerano nemici, oggi hanno fatto accordi che permettono il libero passaggio di persone e merci prodotti da colui che fino a ieri si considerava nemico nelle proprie terre e nei propri cieli. Per il Medio Oriente non è un risultato scontato. Israele ha sempre subito un costante boicottaggio di ogni sua attività commerciale nell’ambito della zona geostrategica  dell’Asia di cultura e religione mussulmana. Un accordo che mette in secondo piano la questione Palestinese. I  palestinesi non sono al centro della questione mediorientale. Sono rimasti refrattari agli accordi commerciali e incaponiti nel rivendicare un loro territorio, e per questo sono fuori dai giochi. Non c’è dubbio che l’aver convinto il mondo arabo a ignorare le istanze dell’Olp (la organizzazione palestinese più importante) è una delle grandi vittorie della presidenza Trump. Ora Israele avrà sempre più mano libera nel controllo del territorio circostante al suo paese, non solo il territori occupati di Gaza e Cisgiordania, ma anche il Libano sempre più in difficoltà per la continuata crisi economica che sta diventando una emergenza politica, ma ancor più sociale. Insomma l’accordo sottoscritto alla casa Bianca garantisce il rafforzamento egemonico di Israele nel quadrante, ma allo stesso tempo non va a disturbare gli interessi di Russia e Turchia che stanno costruendo nella zona mediorientale una propria egemonia a discapito delle potenze europee. Quello che conta è progettare un futuro di pace. Le logiche di potenza delle nazioni poco interessano a noi comuni cittadini. Ma sarà veramente pace? Il Medio Oriente troverà un modo per far tacere le armi dopo decenni di lotta e di morte? Difficile dirlo. Difficile anche capire se questo è il reale interesse di Trump. Quello che è certo è che anche l’Iran, la potenza antagonista dell’accordo, si è macchiata di tragiche e tremende colpe. L’ultima la condanna a morte di un giovane pugile, reo solo di aver partecipato a una manifestazione pacifica contro il regime. Insomma il quadro è complesso. La pace sembra solo un slogan da poter portare nella campagna per elezioni presidenziali degli USA, in cui Donald Trump spera di riconfermarsi primo cittadino statunitense. La pace è lontana. Ma anelarla è un diritto, soprattutto per la cittadinanza araba e israeliana stanca da decenni di paura.

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