IL PARLAMENTO
Domani, domenica 20 settembre 2020, andremo a votare per approvare e quindi far diventare legge costituzionale la proposta di legge, approvata in due letture alle camere, 8 ottobre 2019. Lo sappiamo tutti il quesito ci chiederà se siamo d’accordo a tagliare il numero dei deputati che ci rappresentano nelle massime assise legislative. Se vincerà il si il senato passerà da avere 315 componenti a 200, la camera dei Deputati sarà composta da 400 eletti, invece degli attuali 650. Diciamolo pure: è una bella sforbiciata che però inciderà sulla spesa pubblica solo per lo 0.0019 %, dati del Centro di Ricerca sulla Pubblica Amministrazione guidato dal professor Carlo Cottarelli. La riforma modificherà il contenuto degli articoli 56, 57 e 58 della Costituzione italiana, sempre che vinca il “si”.
Il parlamento, cioè l’organo dello stato che ha potere legislativo, è composto da due assemblee che hanno vita propria e indipendente: il senato e la Camera dei deputati. L’azione unisona di entrambi fa approvare le leggi, dà la fiducia al governo, controlla l’operato della pubblica amministrazione ed ha molte altre funzioni. Diminuire il numero dei loro componenti non è un tabù. Gli Stati Uniti, d esempio, pur essendo un paese molto più grande dell’Italia ha un numero di eletti alle assise legislative nazionali assai minore di noi. Un parlamento con un minor numero di eletti, azzardo, potrebbe funzionare e, cosa fondamentale, garantire una adeguata rappresentanza dell’elettorato salvaguardando il principio di sovranità popolare. Però. C’è un però. Bisogna che cambi il regolamento interno delle due Camere, affinché sia garantito il fluido funzionamento della istituzione, pur con un minor numero di parlamentari. In più cosa fondamentale è necessario ridisegnare i collegi elettorali al fine di garantire sia adeguatamente rappresentato dalle assemblee legislative. Insomma se dovesse vincere il “si” domani si dovrebbe aprire un processo di riforma del sistema rappresentativo che è garantito dalla legge elettorale. Senza dubbio l’attuale norma sull’elezione parlamentare è inadeguata a un parlamento con un minor numero di membri. Allora cosa fare? Votare “si” e affidarci alla capacità riformatrice dei nostri attuali rappresentanti oppure votare “no” e lasciare le cose come stanno? Rispondere a questo interrogativo spetta ad ognuno di noi. Tutti, elettori, siamo chiamati a decidere domani se approvare o no questa riforma. Una cosa è certa. I cambiamenti avvengono a strappi. Negli anni ’90 il referendum voluto da Mario Segni che abrogava la preferenza plurima sembrava poca cosa, l’allora segretario del PSI Bettino Craxi invitava tutti ad andare al mare, cioè a non partecipare alla consultazione elettorale considerata di poca importanza, invece quella vittoria del”si” ha dato il la al crollo della cosiddetta “prima” Repubblica e alla nascita della “seconda”. Anche questo referendum può cambiare le sorti della vita pubblica del nostro paese, ma questa è solo una possibilità. Solo se la vittoria del “si” avvierà un processo riformatore delle istituzioni allora questo referendum avrà senso. È chiaro chi è per il “no” è convinto che ciò non avverrà. Che i cambiamenti, se ci saranno, saranno solo peggiorativi. Chi vota no è convinto che ci sarà una perdita del legame di rappresentanza fra eletto ed elettore. Il “no” vuol fermare un processo che, a pensiero dei suoi fautori, renderebbe ancora meno democratica la vita del nostro paese in mano ad elite, se non addirittura a singoli leader senza alcun controllo pubblico.
Chi ha ragione? E’ ora di deciderlo. Domani si vota. Domani può essere il giorno in cui si decidono le sorti del paese. Votare “si” o votare “no” è un modo per esercitare concretamente il nostro potere sovrano, il potere che appartiene a noi, il popolo. Domani decideremo se i nostri rappresentanti saranno in futuro gli stessi di oggi o saranno di meno. La scelta, è bene dirlo, non è da poco. Cambiare il numero dei parlamentari vuol dire cambiare il sistema di elezione e funzionamento del parlamento, la massima assise pubblica.
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