LA LEGGE ELETTORALE
Matteo Salvini ha dichiarato che la Lega chiederà ai presidenti delle regioni del nord di proporre un referendum abrogativo tale da trasformare l'attuale legge elettorale in una pienamente maggioritaria. Per intenderci: simile a quella utilizzata nel Regno Unito ormai da quasi due secoli. L'iniziativa, mi pare, pienamente legittima. Anche Mario Segni, nel lontano 1991, propugnò un quesito referendario che sostanzialmente non abrogava la legge ma la novellava, e tale iniziativa fu giudicata legittima sia dalla Corte di Cassazione sia, elemento ancor più rilevante e probante, dalla Corte Costituzionale. I referendum che abrogano parte di comma di legge, invece di abrogare l'intero titolo, sono stati oggetto più volte del voto popolare. Insomma la scelta di Salvini è pienamente legittima. Si può chiedere di abrogare una parte di atto normativo al fine di cambiarne la teleologia, cioè le finalità. In questo caso trasformare un sistema elettorale misto, maggioritario e proporzionale, in un modello interamente e integralmente maggioritario. Va in parlamento chi nel singolo collegio ha preso più voti. Insomma l'articolo 75 della costituzione italiana indica cinque consigli comunali come potenziali promotori di referendum. In base a questo assunto Salvini intende muoversi. Vuole che il presidenti delle regioni propongano il referendum abrogativo della legge elettorale attuale, innovando il sistema e trasformandolo in maggioritario "secco". In più promette che un comitato di cittadini si metterà immediatamente al lavoro per trovare nell'elettorato un movimento organizzato di sostegno all'iniziativa. Difficile non ammettere che una proposta del genere sarebbe vista positivamente da molti. Quando Roberto Calderoli, nel 2005 ministro delle riforme del governo Berlusconi, impose il ritorno al sistema proporzionale con premio di maggioranza al partito o alla coalizione che avesse preso più voti, furono molti a storcere il naso. Lo stesso Calderoli, ieri 16/09/2019 a Pontida, ha dichiarato che è bene tornare al maggioritario puro, come vuole Salvini, la sua legge è "una macchina vecchia". Certo la riforma Calderori ha creato tanti scompensi istituzionali, tante storture, che la nuova legge elettorale a firma Rosati ha solo in parte superato. Cosa succederà? Ci sarà un referendum? Il popolo della lega sconfesserà ancora una volta se stesso, censurando nei fatti l'opera legislativa di Calderoli e quindi propugnando un sistema maggioritario a collegi uninominali? La risposta sembra: si. Non è la prima volta che la Lega cambia idea per fini strategici - elettorali. Ha votato "no" al referendum che abrogava le province per dare maggiore spazio alle Regioni, pur essendo da sempre il suo cavallo di battaglia, pur di defenestrare Matteo Renzi. Ha appoggiato il sindaco di Milano per le organizzazioni olimpiadi invernali, pur considerandolo un nemico. Insomma ha vissuto le scelte politico istituzionali come atti strategici per acquisire consenso. Lo farà ancora adesso.
Nessun commento:
Posta un commento