lunedì 2 settembre 2019

LA COSTITUZIONE ITALIANA: ARTICOLO 5



ARTICOLO 5


"La Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali, attua nei servizi che dipendono dallo stato il più ampio decentramento amministrativo, adegua i principi ed i metodi della sua legislazione alle esigenze di autonomia e decentramento"


Continua il nostro viaggio nella Costituzione Italiana. "Racconto a mano libera" oggi riporta l'articolo 5 della nostra carta fondamentale per ricordare i settant’anni dalla sua entrata in vigore. Questa norma costituzionale verte sul riconoscimento delle autonomie locali. La costituzione garantisce autonomia e libertà alle diverse comunità sparse nel territorio. Riconosce l'autonomia degli enti locali che sono espressione della collettività. Autonoma vuol dire capacità degli enti locali di un proprio indirizzo politico e amministrativo che renda l'azione dell'amministrazione locale più consona alle esigenze del cittadino. I padri costituenti scelsero una via di mezzo fra il federalismo, che ha come modello principale gli Stati Uniti d'America, e il modello accentratore, che ha come modello la Repubblica Francese. Mentre in america i singoli stati hanno potere di legiferare in materia penale e civile, ad esempio, in Italia questo potere rimane saldamente nelle mani dello stato centrale. Al pari l'ordimento giudiziario è emanazione solo e unicamente dello stato nazionale, non vi è una magistratura "federale" e una magistratura "statale" come invece avviene in America. L'Italia rimane una e indivisibile, come dice l'incipit dell'articolo cinque, anche se riconosce autonomia politica e amministrativa delle istituzioni locali. La politica locale può scegliere come gestire la vita degli abitanti del proprio interland. Può avere un importante ruolo nella gestione del territorio, nella tutela del patrimonio naturale e artistico attraverso la gestione e la cura delle opere infrastrutturali, quali ad esempio viadotti o servizi pubblici. Insomma il lavoro dell'ente locale e dei suoi amministratori è quello di valorizzare il tessuto sociale locale. L'opera incessante della politica locale è quella di stare vicino alle associazioni di cittadini che si occupano di volontariato e di impegno sul e per il territorio. Insomma di fare quel lavoro di sussidiarietà, cioè di supporto, all'opera del cittadino che è propria di una sana e corretta politica amministrativa. Da notare che la costituzione vuole che anche i servizi che sono propri dello Stato e non degli enti locali siano attuati adottando il principio del decentramento amministrativo. E' un principio sano di buona amministrazione. Creare tanti uffici vicini al territorio e alla gente, invece di averne uno mastodontico nella capitale, snellisce le procedure e rende meno pachidermica la burocrazia statale. Modello attuativo di questo principio è la cosiddetta anagrafe, cioè gli uffici statali che si occupano di rilasciare documenti legati allo status del cittadino (documenti di nascita, matrimonio, d'identità etc.) formalmente dovrebbe essere questa una mansione propria dello stato. La repubblica ha scelto di decentrare questa attività. Pur rimanendo legalmente e formalmente atto dello stato italiano il rilascio dei documenti è delegato ai comuni. Questa non è autonomia, cioè il comune non svolge una mansione propria che la costituzione gli ha designato, è una forma di decentramento, cioè una delega che il governo nazionale dà agli enti locali, in questo caso il comune. Lo stato deve fare in modo di adeguarsi alla politica costituzionale di decentramento. Il costituente ha indicato nella valorizzazione delle autonomie locali uno strumento di libertà.Secondo la filosofia costituzionale autonomia locale vuol dire maggiore potere decisionale del singolo cittadino. Un organo burocratico o politico locale, essendo più piccolo e più a contatto con la gente, può essere meglio controllato dal cittadino. Il singolo, nell'ambito delle autonomie locali, può meglio partecipare alla vita pubblica. E' più facile discorrere dell'assemblea comunale del proprio paese con l'amministratore locale, che parlare delle decisioni prese in ambito nazionale. Insomma autonomia vuol dire partecipazione. Gli enti locali sono palestra politica, oltre ad essere l'ente che meglio interloquisce con coloro che hanno problemi di salute, di lavoro od esistenziali. Insomma autonomia vuol dire coinvolgimento della cittadinanza.


Testo di Giovanni Falagario


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