sabato 28 settembre 2019

RIVOGLIONO IL LORO FUTURO


FRIDAY FOR FUTURE

Ieri, 27/09/2019, in milioni sono scesi in piazza. In ogni parte del mondo giovani studenti hanno manifestato per farsi latori di una concreta tutela ambientale. Erano decenni, dal 1968, che non avveniva una cosa del genere. Una intera generazione in ogni parte del mondo ha una visione comune di cosa non va e di cosa si dovrebbe fare nel mondo intero. Le temperature si alzano. I ghiacciai nei monti e ai poli si sciolgono. Le acque marine crescono. Il disastro ambientale, la crisi planetaria che potrebbe mettere a rischio la stessa esistenza del genere umano, sembra alle porte. Per questa ragione i giovani chiedono una presa di responsabilità da parte degli adulti. Ora basta! Fermatevi! Bisogna smetterla di sfruttare le risorse ambientali come se fossero merci qualsiasi, senza pensare che il trasformare in danaro acqua, cibo, piante e materie prime vuol dire accelerare la fine delle nostre esistenze. Guidare una macchina, costruire un'industria, addirittura anche mangiare un panino, cose tutte legali e benefiche sotto molti aspetti, se fatte con disordine ed ingordigia, senza moderazione, possono mettere in pericolo l'intero ecosistema. Questi sono i temi della discussione che ha infervorato e infervora i cuori dei ragazzi. Il futuro è loro, i "grandi" lo stanno rubando. Come fare a cambiare questo stato di cose? Greta Tunberg, la giovanissima svedese che nell'agosto 2018 manifestò davanti al parlamento del proprio paese iniziando così un processo che oggi coinvolge milioni di suoi coetanei, ha posto delle priorità ai potenti. E' andata in questi giorni di torrido agosto - settembre 2019 a parlare alla politica mondiale nel Palazzo dell'ONU a New York, ha gridato forte la sua indignazione, ha invitato i capi di stato ad impegnarsi per ridurre i gas inquinanti nell'atmosfera terreste. Ha chiesto di pensare al bene comune, di pensare a non gettare via le risorse naturali al fine di preservare la vita umana. Il grido di dolore della terra sembra essere stato raccolto da Greta e dagli altri ragazzi, non da una classe politica mondiale che appare insensibile davanti alle tragedie umane causate dal moltiplicarsi di incendi, uragani e altri eventi direttamente correlati all'aumento della temperatura terrestre. Greta non è sola. Non lo è mai stata. Neanche quando da piccolina andava davanti al parlamento svedese. Aveva con sé milioni di giovani che avevano le sue stesse paure, nel cuore pulsavano le stesse speranze, nella mente gli stessi propositi. Ora che comune sentire ha prodotto una manifestazione mondiale, magari domani una politica concreta e attiva di cambiamento. Greta è affetta dalla sindrome di Asperger, è continuamente insultata sui social network soprattutto in Italia, per gli effetti che ha sul suo viso questa patologia. La migliore risposta a queste prese in giro sono i ragazzi e le ragazze che hanno un sogno comune con lei, un sogno di tutela ambientale, un progetto che frantuma ogni pregiudizio coadiuvato dalla vivacità prorompente della giovane età. Questo afflato di bene che accomuna la generazione dei "nativi del XXI secolo" da una nuova forza, offre un nuovo obbiettivo da raggiungere: il superamento di ogni pregiudizio verso ogni di diversità. Il cammino in Italia è ancora lungo per costruire una comunità inclusiva, gli insulti verso i meno fortunati su internet sono solo il dato più evidente e il meno deleterio, in una società in cui il primo partito nei sondaggi è un movimento xenofobo, in una società in cui i disabili, gli omosessuali, le donne sono di fatto esclusi dal mondo attivo e dal sociale. Cambiare non solo è possibile, è indispensabile, speriamo che lo faranno i ragazzi di Friday for Future.

Testo di Giovanni Falagario

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