ARTICOLO 6
La Repubblica tutela con apposite
norme le minoranze linguistiche.
Prosegue
l'iniziativa di "Racconto a mano Libera" che pubblica gli articoli
della costituzione
italiana in occasione del settantesimo anniversario dell'entrata in vigore
della nostra legge fondamentale. Oggi parliamo di un articolo che, seppur nella
sua brevità, è uno dei più significativi. Per la prima volta nel nostro paese
si proclama solennemente che le minoranze hanno diritti che lo stato tutela.
Nel 1947, quando si scrive la costituzione, sono passati pochi anni dalle
politiche di "italianizzazione" forzata perseguite dal fascismo. In
regioni come l'alto Adige il fascismo aveva misconosciuto la presenza della
comunità germanofona, pur presente da molti secoli. Lo stesso aveva fatto,
nelle terre balcaniche occupate dall'Italia e durante la guerra, con le
comunità di lingua croata. Insomma il fascismo aveva perseguitato chiunque non
parlasse l'italiano quale lingua madre. A questa violenza contro le minoranze i
costituenti hanno risposto con l'articolo 6, che invece rende la Repubblica, lo
stato, garante della cultura e della lingua delle minoranze. È un atto di
democrazia e di libertà. Ogni cittadino italiano deve esprimersi secondo gli
usi e i costumi dei propri avi, se lo vuole. La diversità è ricchezza. Lo
stesso spirito che ha spinto i costituenti a scrivere norme in difesa dei
malati poveri e diseredati ha spinto a scrivere in favore delle minoranze
linguistiche. Chi fa parte di una minoranza, per qualsiasi motivo, deve essere
tutelato. Urge notare che il costituente parla di minoranze linguistiche. Non
considera affatto la questione etnica. Non ci sono tedeschi o francesi, ci sono
francofoni e germanofoni. I costituenti avevano ben in mente le leggi razziali
del regime fascista, perciò considerarono orrendo e da cancellare il termine
"razza" così usato dal nazifascismo. Fa specie e dispiace che a
settanta anni dalla promulgazione della carta in Italia non ci sia una legge
che dichiari che si è italiani, cittadini, non per sangue, non per ascendenza
parentale, ma per nascita e per cultura. Non è un caso, forse,che la non
adozione di questa norma fa felice soprattutto la destra che ricorda con
nostalgia il fascismo e le leggi razziali che Mussolini ha voluto.ma pensiamo
in positivo. Malgrado queste persone abbiamo ancora la nostra costituzione che
ci insegna i valori della tolleranza e del rispetto della diversità. Durante i
primi anni della Repubblica l'attuazione dell'articolo 6 portò alla creazione
delle regioni a statuto speciale. In Val d'Aosta, in Trentino Alto Adige e in
Friuli Venezia Giulia si adottarono ordinamenti locali volti alla tutela delle
minoranze linguistiche. Nei primi anni del XXI secolo furono fatte delle leggi
a tutela delle minoranze linguistiche che vivono in altre regioni. Il percorso
in difesa delle minoranze è stato lungo, difficoltoso, contraddittorio e
purtroppo ancora incompleto. Altre realtà si affacciano nel nostro paese, altre
minoranze vivono nella penisola, giungendo da terre lontane. È il tempo che
tutte queste realtà siano tutelate. Dobbiamo avere lo stesso spirito solidale
che fu dei nostri padri costituenti.
Testo
di Giovanni Falagario
Nessun commento:
Posta un commento