IL GOVERNO
In questi mesi la preoccupazione principale di noi italiani e di tutti gli abitanti del pianeta è stata la galoppante diffusione del Corona Virus. La malattia ha segnato l’anno da poco concluso, il 2020, e, purtroppo, sembra che caratterizzerà anche il 2021, nascente. Ma in Italia la politica si affanna preoccupata per i destini della maggioranza parlamentare che sostiene il governo guidato da Antonio Conte. Il Leader del gruppo politico “Italia Viva”, Matteo Renzi, ha dichiarato che i membri del suo partito eletti al Senato della Repubblica e alla Camera dei Deputati non voteranno più a favore dell’attuale esecutivo. Questo determinerebbe una crisi di governo in piena pandemia. Gli altri gruppi politici che appoggiano Conte stanno cercando “volenterosi” che sostituiscano i voti dei “renziani” con i propri. Ma la prospettiva che l’esecutivo Conte ottenga la fiducia nelle due camere, dopo il ritiro dell’appoggio da parte di Italia viva, appare difficile.
Certo che appare incomprensibile, agli occhi di chi vi scrive, il comportamento della classe politica in questa fase. L’impegno e il cuore di tutti dovrebbe essere orientato a cercare il modo per garantire la salute di tutti e la guarigione dei colpiti da Corona Virus. Invece si discute di ministeri, di poltrone, di voti da dare o da negare. Mentre l’esecutivo e il parlamento dovrebbero essere concentrati nel trovare il modo più efficace per portare repentinamente il nostro paese fuori dalla crisi, si parla di elezioni. Ovviamente le elezioni sono l’esplicazione della volontà popolare. Sono di per sé positive, perché sono uno degli strumenti più importanti per manifestare la sovranità popolare, solennemente evocata e tutelata dall’articolo 1 della Costituzione Italiana, la nostra, quella del nostro paese. Detto questo, però, è dignitoso che un governo e i suoi componenti si dilaniano su poltroni e posizioni governative, mentre dovrebbero pensare al bene comune? È bene chiedere a noi elettori di votare, mentre si dovrebbe pensare alla tutela della pubblica salute? La risposta a me, ma penso a molti, appare lapalissiana. Prima bisogna pensare al morbo e poi a tutto il resto. Cambiare è un diritto del cittadino in democrazia. Ma la salute è un diritto ancora più pregnante, assoluto nel senso che da solo può spiegare tutto quello che è il senso della vita in comune, sociale. Allora è il momento di agire. È il momento essere un cuore e una mente sola spronata a vincere il virus. Questo impegno deve essere lo sforzo comune, di tutti i partiti, di tutte le istituzioni. Anche nelle regioni in questi mesi hanno dato il massimo per fermare il virus, e continuano a farlo. Triste è lo scontro fra loro e il governo nazionale. Anche gli enti intermedi, pubblici e privati devono fare la loro parte. Anche le aziende, le associazioni i sindacati devono essere concentrati, ognuno nel rispetto del proprio ruolo, a migliorare la situazione del paese e a fermare la diffusione della malattia. Bisogna credere che cittadini, istituzioni e classe dirigente assieme possano uscire da questo imprevisto e terribile inferno. Allora pensare a litigare, anche se si avanzano critiche legittime, appare inopportuno.
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