mercoledì 27 maggio 2020

INSIEME CONTRO IL VIRUS



RIPARTIRE

Il mondo sta provando ad affrontare la terribile minaccia del Corona Virus. La terra è cambiata da quando è comparso il morbo. L’umanità ha dovuto radicalmente cambiare le sue abitudini in ogni angolo del pianeta. L’uomo ha dovuto affrontare, e ancora adesso combatte, un terribile nemico invisibile. L’Italia è stata una delle nazioni più colpite. Siamo chiamati a piangere la dipartita di tanti nostri concittadini, siamo chiamati a prenderci cura di chi ancor oggi è affetto dal male, siamo in dovere, allo stesso tempo, di utilizzare tutte le precauzioni necessarie per tutelare la nostra salute e quella del nostro prossimo. Come fare? Come riuscire a cimentarsi nel grande agone che è il quotidiano, evitando con cura di ammalarci? La risposta è nel rispetto assoluto delle regole di profilassi che sono state indicate dal sistema sanitario nazionale. Bisogna evitare assembramenti. Bisogna evitare di svolgere attività al chiuso, ma anche all’aperto, che prevedono la presenza di molte persone nello stesso luogo. Bisogna evitare il contatto fisico con chi interloquisce o svolge attività di qualsiasi tipo con noi. Bisogna insomma mantenere una distanza fisica di almeno un metro e mezzo, in alcune occasioni di due, con chi si incontra. Sappiamo che ogni interrelazione sociale è anche un toccarsi. Ci si dà la mano quando si fa una transazione economica. Ci si scambia un bacio fra amici, familiari e fidanzati. Ci si dà una pacca sulle spalle per incoraggiarsi reciprocamente. Questi atti sono parte della nostra umanità. Ci rendono uomini e donne sociali, cioè felici di essere una comunità. In questi mesi vi abbiamo rinunciato, purtroppo dobbiamo ancora farlo. Anche se le manifestazioni di stima e di affetto, esplicate con il toccarsi, sono fondamentali per il nostro dialogo che è fatto non solo di parole ma di gesti, è nostro dovere rinunciarvi. Fare questa scelta è l’unico modo per ripartire. Bisogna trovare il sistema di fermare il virus, di impedirgli di propagarsi e di ammalare noi e chi ci sta vicino. L’unico modo per farlo è mantenere una distanza sociale. Quando finirà la nuttata, per citare il grande Eduardo De Filippo, torneremo a darci la mano, a scambiarci baci, a porgerci verso l’altro per ricevere una carezza. Il virus non vincerà, non ci toglierà il nostro spirito sociale. Ma adesso impariamo ad esprimere i nostri affetti con gesti e parole che si manifestano senza un contatto fisico fra noi. Ci si può scambiare un bacio in lontananza, accostando la nostra mano alla nostra bocca, e facendolo volare via con un soffio, esattamente come una farfalla che vola di fiore in fiore. Possiamo trasformare le parole, le lettere, un fervidi atti d’amore ancor più inebrianti di un abbraccio focoso. Poi quando tutto sarà finito, quando potremmo di nuovo abbracciarci, ricorderemo questi momenti come strumento epifanico atto a scoprire nuove e inebrianti manifestazioni d’affetto. Bisogna ripartire, bisogna scegliere di agire consapevolmente per evitare ogni forma di tensione e di pericolo sociale. Poi verrà il tempo in cui si potrà stringere la mano.

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