COMPLESSITA’
Lo ammetto io, Giovanni Falagario, con la complessità ho
preferito non confrontarmi. Ho sempre cercato risposte facili e semplici ai
problemi della vita. Ma queste soluzioni si sono troppo spesso rivelate
fallaci. Quante volte davanti ad interrogativi sostanziali le risposte
affrettate e sbrigative che mi sono dato si sono rivelate errate. Oggi siamo
tutti chiamati a confrontarsi con un nemico invisibile, un virus. Siamo tutti
chiamati a restare a casa, a evitare contatti, e quindi confronti, con i propri
simili. Questo stato di cose porta tante controindicazioni negative, certo, ma
allo stesso tempo mi offre una chance. Mi dà la possibilità di confrontarmi con
un soggetto che troppo spesso ho rifuggito ed ho liquidato con frasi di
circostanza: me stesso. Chi sono? Cosa è la mia essenza? Quali sono i valori
fondanti che sono il motore del mio argomentare? A che fine utilizzo la mia vis dialettica?
Sono domande che oggi mi rendo conto sono fondamentali. Ma fin quando non c’era
lockdown non ho mai voluto soffermarmi su temi che in realtà sono la sostanza
non tanto della mia esistenza, ma del mio stesso essere.
Si può esistere, cioè si può avere una vita sociale, relazionale
e affettiva, anche senza pensare e pensarsi, ma non si può Essere senza
ragionare su se stessi. Ecco cosa vorrei che mi servisse questo periodo sospeso
causato dal morbo, vorrei che questo momento tremendo per l’intera umanità io
lo utilizzassi per riscoprire le essenze primarie che mi rendono un essere
umano. Un viaggio nel mondo interno per riscoprirsi, spero, migliori di quanto
si è creduto di essere fino ad oggi. Un viaggio che mi riporti a rintracciare i
valori, i sentimenti, le passioni che sono fondamento della mia esistenza. Un
viaggio nei ricordi e nelle sensazioni che mi faccia rimembrare le persone
importanti nella mia vita, coloro che hanno contribuito a formarmi come essere
umano. Ognuno di noi deve la propria
stessa natura all’aver percorso una parte della grande strada, che è la vita,
con alcune persone che diventano uniche e preziose in modo assoluto. Io azzardo
nel dire che anche voi, come me, considerino indispensabili per snocciolare il
senso della propria esistenza i propri genitori, mamma e papà. Poi c’è l’importanza
assoluta che acquista il grande amore, cioè il proprio uomo o la propria donna.
Il rapporto amoroso è così viscerale, ma non solo legato ai istinti corporei
pur preziosi e benigni, ma anche a una leason intellettuale che rende l’altro
parte integrante della propria essenza, fino al rendere il proprio partner l’Uomo
o la Donna assoluta, che non lascia spazio ad altri, che non ha bisogno del
proprio nome per rimembrare quanto sia importante per te. Come non menzionare i
propri figli parte fondamentale di ogni percorso di vita, fino al punto che i
nostri pargoli non sono più solo compagni del percorso della vita, ma sono il
fine della vita stessa. Poi ci sono gli ispiratori, chiamo così delle persona
speciali. Sono coloro che ci hanno guidato nella crescita intellettuale e
spirituale. Sono spesso amici, ma sono anche nostri maestri. Ci hanno aiutato
in momenti difficili. Ci sono stati vicini nelle cose belle e nelle cose
brutte. Sono stati la spalla su cui abbiamo poggiato il capo quando la vita
sembrava una impresa troppo ardua da compiere. È l’amico che gioca con noi a
pallone, che ti ha messo la mano sulla spalla quando ha visto il tuo viso
triste nei campi da gioco. È il capo squadra di un gruppo di cui fai parte, che
ti ha invitato a porti al centro della comitiva solo perché ti ha visto oppresso
da pensieri dolorosi. È il collega che ti invita a prendere un caffè, con un
sorriso, quando hai avuto pochi minuti
prima una tremenda discussione con lui.
Insomma il Corona
Virus mi porta a pensare al valore dell’incontro. Alla importanza dei rapporti
interrelazionali. Fa pensare alla amica che ti sorride,all’amico che ti prende
la mano. Insomma la vita è complessa. Ci sono tante cose che messe assieme
rendono la nostra esistenza un bazar, alcune volte anche disordinato, in cui si
affastellano tantissimi sentimenti. Ma si può pensare in positivo a ciò. Si può
pensare, si deve pensare, che questa complessità è il frutto prezioso prodotto
dall’incontro con persone che hanno cambiato in meglio la mia vita. Questo
momento di solitudine, può essere lo strumento per riscoprire quanto sia
prezioso il dono che l’altro ci fa di se stesso. Un bimbo che ci sorride, una
bimba che fa le mossine bizzose verso di noi, una donna che ci fa un cenno
della mano o un uomo che si offre un caffè (ho fatto qualche esempio, ma
possono farsi altri milioni di riferimenti alla vita quotidiana) sono parte
integrante del nostro mondo interno, ogni atto, anche piccolo, di generosa
comunione fraterna nei nostri riguardi è uno strumento per farci cresce come
esseri umano, per migliorare e fortificare il nostro Essere. Oggi che il nostro
Essere è solo, bisogna ricordarlo per valorizzare l’apporto benefico dell’altro
alla nostra vita.
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