mercoledì 6 maggio 2020

OGGI, 5 MAGGIO, MORIVA NEL 1821 NAPOLEONE


IL PRINCIPE DEI LUMI

Il 5 maggio 1821 moriva Napoleone Bonaparte. Il Corso per antonomasia spirò in esilio in un isola al largo delle coste Africane che si affacciano sull’oceano Atlantico. L’ho chiamato principe invece di imperatore, titolo che si scelse mentre il 2 dicembre 1804 veniva incoronato nella cattedrale di Notre dame di Parigi, perché è la figura che meglio incarna nella storia la figura del Principe delineata dall’intelligenza e dall’analisi di Nicolò Machiavelli. Napoleone seppe incarnare lo spirito dei suoi tempi. Si fece guida della Repubblica Francese, sorta dai fermenti rivoluzionari del 1789, e la trasformò in un impero che dominò non solo l’Europa ma gran parte del mondo conosciuto. Insomma come il duca Valentino, Cesare Borgia, nel Principe doveva portare unità nella penisola Italiana; Napoleone si fece promotore di espandere oltre i confini francesi i valori liberali e democratici sorti nella Francia. Insomma il generale nato ad Aiaccio voleva portare in ogni parte del mondo i valori di libertà uguaglianza e fraternità. Il suo compito storico è stato quello di portare al mondo quel pensiero moderno sorto nella terra di Francia. Fu la sua dirompente personalità a portare certo guerra, ma anche valori nuovi e voglia di risorgere in un continente Europeo sottomesso a sistemi di governo ancora feudali. Ecco perché lo reputo principe, cioè condottiero, dei Lumi, cioè di quella cultura fondata convinzione che la soverchiate capacità dell’intelletto è capace  non solo di leggere ma anche di formare e determinare la realtà. Una visione nata da Voltaire, da Diderot, e da tanti altri pensatori, non solo francesi, che erano assolutamente convinti che il cervello dell’uomo potesse cambiare in meglio la natura e la società. Napoleone riuscì a conquistare mezza Europa. Si mise contro i grandi stati tradizionali come l’impero germanico e la Russia. Si confrontò con la potenza navale inglese. All’inizio le sue vittorie erano nette. Manzoni le celebra nel suo “Cinque Maggio”, la poesia che racconta l’apogeo e l’epilogo della vita mortale dell’imperatore dei Francesi, dal trono fino alla morte al confino. Poi arrivarono le disfatte, Prima perse la campagna di Russia, una missione definitiva che si era imposto: quella di sottomettere le terre degli zar. Epico scontro fra due civiltà simili ma non uguali, raccontata mirabilmente fra gli altri da Lev Tolstoj in “Guerra e Pace”. Fu sconfitto ed esiliato a seguito della decisiva battaglia di Lipsia in cui tutte le nazioni antifrancesi si coalizzarono contro di lui. Fu imprigionato nell’isola d’Elba, splendido scoglio di fronte alla Toscana, nel 1814. Ma subito riprese le redini della Francia, tornò nella nazione dei Lumi utilizzando i suoi innumerevoli fedeli che vollero la sua fuga da quella prigione e rientrò a Parigi ove volle riprendere quella strada si di potere ma anche di riforme che aveva tracciato. E’ per sua volontà, infatti,che fu redatto il “Codice Civile Francese” , un corpo di leggi pubbliche che riformò radicalmente il diritto europeo. Chi si cimentava nella Legge non doveva più fare ricorso alle sue conoscenze di diritto romano o di usi locali, ma doveva “solo” avere pratica delle norme volute dall’imperatore. Un modello di codice talmente mirabile che tutti gli stati, anche quelli a lui nemici, imitarono in tutto l’arco del 1800 e oggi dopo più di due secoli ogni sistema di diritto civile ancora si fonda sul modello tracciato dal quel primo strabiliante esempio legislativo voluto da Napoleone. Ma ogni storia di potere ha una sua fine. Anche quella strabiliante di Napoleone Bonaparte, il orso che ha prima conquistato la Francia intera e poi il mondo. Due battaglie furono  essenziali per determinare la sconfitta di Napoleone. Una avvenne anni prima la sua definitiva sconfitta. Fu la battaglia di Trafalgar, una epica battaglia navale, in cui l’ammiraglio inglese, Horatio Nelson, sconfisse il 21 ottobre 1805 a capo Trafalgar, non lontano dalla spagnola Cadice, la flotta francese, determinando così l’assoluta egemonia della Gran Bretagna sui mari. Ma ciò che mise fine definitivamente ai sogni di potere e di gloria dell’eroe di Francia fu la tremenda e cruentissima battaglia terrestre di Waterloo, una località che oggi si trova in Belgio, ma ai tempi faceva parte del “Regno Unito dei Paesi Bassi”, insomma una comunità assorta a monarchia che comprendeva le antiche repubbliche marinare olandesi. Fu la sconfitta di Waterloo a portare un’altra volta in esilio l’uomo che con la sua volontà aveva forgiato i destini di paesi e popoli. Questa volta la monarchia inglese volle che Napoleone fosse sotto sua stretta sorveglianza. Lo mandarono nell’isola africana che si trova sull’Oceano Pacifico, Sant’Elena. Formalmente era lui l’amministratore di quel posto, concessione simile a quella fatta quando era sull’isola d’Elba. Ma questa volta c’erano ingenti forze militari britanniche a sorvegliarlo, seppur in maniera discreta. Napoleone non poteva più fare l stessa sortita che aveva fatto pochi anni prima nel Tirreno tornando in Francia. A Sant’Elena si spense proprio il 5 maggio, oggi è la ricorrenza, del  1821. Secondo alcuni fu avvelenato, gli alleati che lo combatterono quando era al potere (Germania, Austria, Russia  e,soprattutto, Inghilterra) preferirono avvelenare quell’ingombrante antagonista. Questa è la tesi di non pochi storici, ma non è suffragata da prove. Quel che è certo che Napoleone Bonaparte si spense lasciando al mondo intero una pesante eredità. Tutto ciò che avvenne nel XIX e XX secolo fino ad oggi può essere letto in base alla sua influenza sugli eventi. Ad esempio il crollo dei tre imperi dell’Europa Centrale, anche se avvenuti moltissimi decenni dopo, possono essere stati causati dall’esempio liberante di Napoleone. Lo stesso valga per i moti rivoluzionari e risorgimentali italiani che portarono nel 1861 alla nascita del Regno d’Italia, sottrattosi dal giogo austriaco. Insomma Napoleone Bonaparte fu il motore che portò la modernità in ogni angolo sicuramente d’Europa, ma anche in molte parti del mondo. Per concludere vorrei citare un passo del ”Cinque Maggio” di Alessandro Manzoni. Testo che dà l’idea dell’immensità della figura di Napoleone Bonaparte: l’imperatore.
La terra al nunzio sta,
Muta pensando all’ultima

Ora dell’uom fatale;
Nè sa quando una simile
Orma di piè mortale10
La sua cruenta polvere
A calpestar verrà.

Testo di Giovanni Falagario

Nessun commento:

Posta un commento