domenica 11 febbraio 2018

CONTRO LA VIOLENZA E IL RAZZISMO



LA SPERANZA

Ieri, 10/02/2018, ventimila persone sono scese in Piazza a Macerata in nome della vita. Lo hanno fatto per dire "no" al militante della Lega, Luca Traini, che il tre febbraio ha sparato contro degli immigrati a Macerata. L'hanno fatto contro colui o coloro che hanno barbaramente ammazzato e fatto a pezzi Pamela Mastroprietro. Ricordiamo succintamente che la giovane donna uccisa sarebbe vittima di uno spacciatore di nazionalità nigeriana, per questo motivo l'attivista di Savini ha sparato contro delle persone di colore sedute in piazza, per far vendetta. Ricordiamo che il tema della razza è sentito nell'elettorato di destra. Il candidato alle regionali della lombardia per il centrodestra ha promesso di difendere la razza italiana. In quest'ottica appare giustificabile che un militante come Traini spari. Si sente chiamato in causa. Deve difendere la razza bianca come si dice a destra. Se un "negro" uccide, bisogna sparare sui "negri". Per dire no a questa logica. Per dire "no" al concetto di razza. Per dire che tutti gli uomini e le donne sono uguali. Per dire che chi fa violenza contro un'altro essere umano è un essere ignobile sempre e comunque a prescindere dalla nazionalità, dal colore della pelle, e dalla lingua che parla. Per convincere i milioni di italiani che in nome "della razza italiana" promettono di votare lega e Forza Italia a non farlo. Per questi motivi migliaia di persone sono scese in piazza a Macerata e in molte altre città italiane. E' una battaglia di civiltà. Una battaglia per la solidarietà umana e contro l'odio razziale. Una battaglia forse persa, i sondaggi danno l'estrema destra capeggiata da Berlusconi e Salvini in testa e capace di avere la maggioranza nel prossimo parlamento. Malgrado questi scenari nefasti, malgrado la consapevolezza che milioni di Italiani credono nella razza, quei giovani quelle donne quegli uomini che ieri erano a Macerata e nei presidi sparsi in tutta Italia hanno provato a dire una cosa diversa. A parlare di amore, di solidarietà, di fratellanza e di solerranza. Hanno manifestato pacificamente, in un clima d'odio e di violenza. Hanno provato a raccontare un mondo diverso da quello narrato da Berlusconi. Il cavaliere ha parlato di paura di terrore di insicurezza, ha parlato della necessità di espellere il diverso, il migrante, per dare sicurezza. Invece la popolazione scesa in piazza a Macerata ha parlato di accoglienza, ha invitato a firmare una petizione che rivendica i valori costituzionali, contro le leggi razziali che nel 1938 furono volute da Mussolini. Certo una provocazione. Mentre lega e Forza Italia rivendicano il termine razza. Chi è sceso in piazza lo ripudia. Vorremmo dire che va oltre la "chiamata alle armi elettorali". Non è solamente dirci: come chi crede nella razza vota compatta Lega e Forza Italia, noi che crediamo nell'unitarietà del genere umano stiamo uniti. C'è anche questo, ma non solo. E' l'idea che i valori di uguaglianza, di solidarietà, di comunanza devono essere comuni. Anche chi ha valori di destra deve ripudiare Casa Paound, Forza Italia, Forza Nuova, Lega e tutti gli altri partiti che si fondano sul concetto di razza. Una sfida culturale che non si ferma alle elezioni. Continua anche dopo, anche quando ci saranno al governo coloro che, come Luca Traini, fanno del culto della razza la loro ragione d'esistere. Cambiare le coscienze si può! Non avverrà domani, ma avverrà, e male ha fatto il Partito Democratico a non partecipare a questo tentativo di cambiamento culturale, disertando la manifestazione di Macerata. Anche negli anni '30 c'erano italiani che credevano nel concetto di razza, visti gli orrori della guerra hanno cambiato idea. Oggi nel nuovo millennio possiamo riconquistare, anche senza un conflitto tragico, alla solidarietà gli elettori che votano destra. Ci dobbiamo credere.
Testo di Giovanni Falagario

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