ARTICOLO 50
“Tutti i cittadini
possono rivolgere petizioni alle camere per chiedere provvedimenti legislativi
o esporre comuni necessità”.
Per festeggiare i settanta anni dalla entrata in vigore della Costituzione Italiana, atto avvenuto il 1 gennaio 1948, "Racconto a mano libera" pubblica uno alla volta gli articoli della nostra carta fondamentale.
L’articolo 50
introduce una forma di democrazia diretta all’interno del nostro
ordinamento. La comunità dei cittadini possono partecipare alla stesura e al
dibattito di provvedimenti legislativi attraverso petizioni. Questo è un
aspetto importantissimo del nostro ordinamento. Ognuno di noi, anche se non fa
parte delle istituzioni, anche se non è stato eletto, può esporre le proprie
idee che saranno dibattute e votate dalle assemblee dei nostri rappresentanti. L’istituto
della petizione ha origini antichissime. Fin dall’antica Roma un suddito poteva
appellarsi all’imperatore chiedendo grazia o proponendo una soluzione a
problemi dell’impero. Con la nascita delle democrazie moderne, il governante o
il legislatore deve ascoltare le richieste dei cittadini. Il Parlamento
inglese, ad esempio, quotidianamente deve porre orecchio alle interpellanze del
popolo compiute attraverso petizioni. Questo dovere è imposto da una tradizione
plurisecolare che impone a coloro che detengono il potere di porre orecchio al
popolo quale vero signore di fronte a una classe politica che lo deve servire.
Negli Stati Uniti gli appelli al Congresso, la camera dei rappresentati
americana, sono regolati dalla Costituzione e dagli emendamenti a questa, che
raccolgono i diritti dell’uomo e dei cittadini. Insomma la possibilità da parte
del popolo di partecipare alla attività normativa dello stato è una delle
caratteristiche comuni a tutti i governi democratici. Purtroppo le proposte di
legge a iniziativa popolare non sono molto tenute in considerazione nel nostro
parlamento. In realtà non è mai capitato che una legge nascesse da iniziativa dei
cittadini. Tutte le proposte di legge del popolo da quando è nata la repubblica
non sono mai state approvate. Questo malgrado il dovere che ha il parlamento di
dibattere almeno una volta in una commissione competente per materia la
proposta. In questi decenni, ad onor del vero, alcune proposte di legge
popolare sono state inglobate in provvedimenti legislativi di iniziativa o
parlamentare o governativa simili. È un modo per prestare orecchio alla voce
del popolo. Ma non basta. Sarebbe necessario che si facesse di più. Sarebbe auspicabile
ad esempio che i regolamenti delle due camere imponessero che una proposta di
legge o una petizione popolare fosse necessariamente dibattuta in aula. Questo
consentirebbe almeno che la proposta sia discussa pubblicamente. Questo sarebbe
un modo per attuare l’articolo 50, che nei fatti non è mai stato applicato, pur
avendo contenuti ideali e giuridici di grande spessore. Le forme di democrazia
diretta, come è appunto la petizione e l’iniziativa popolare di provvedimenti
di legge, vanno utilizzate. È bene che ogni cittadini partecipi alla vita delle
istituzioni statuali. Solo così potremmo superare quello iato che divide lo
stato da noi comuni esseri umani. La partecipazione è uno strumento per
esercitare la libertà non scardinando le regole di convivenza. Sapere che si
può dire la propria, senza rompere sedie senza fare violenza, è un modo per
diventare cittadini migliori e per rendere la nostra Italia migliore.
Scritto da Pellecchia Gianfranco
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