ARTICOLO 47
“La Repubblica
incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme; disciplina, coordina e
controlla l’esercizio del credito.
Favorisce l’accesso del
risparmio popolare alla proprietà dell’abitazione, alla proprietà diretta
coltivatrice e al diretto e indiretto investimento azionario nei grandi
complessi produttivi del Paese”
Per festeggiare i settanta anni dalla entrata in vigore della Costituzione Italiana, atto avvenuto il 1 gennaio 1948, "Racconto a mano libera" pubblica uno alla volta gli articoli della nostra carta fondamentale.
Quando è stata scritta la nostra Costituzione l’Italia era
appena uscita dalla tremenda tragedia della Seconda Guerra Mondiale. Il paese
era distrutto. Le infrastrutture erano quasi inesistenti. Non c’erano strade. I
mezzi di trasporto erano insufficienti ai bisogni del paese. Le grandi e
piccole fabbriche stentavano a riprendere le loro attività produttive. Le
infrastrutture industriali erano in parte distrutte, bombardate dagli aerei
americani oppure saccheggiate dall’esercito nazista invasore. Solo alcune
fabbriche del nord erano state salvate dalla valorosa difesa dei lavoratori,
che avevano così contribuito alla lotta partigiana contro la barbarie
nazifascista. Le industrie di Torino, Milano e Genova erano state gli scenari
di atti d’eroismo e di scioperi contro l’occupazione straniera. Molti operai
saranno insigniti della medaglia d’oro alla resistenza. L’articolo 47 vuole
essere di stimolo alla rinascita della economia del paese. I padri costituenti
intuirono che nel piccolo accumulo di ricchezze è la chiave del benessere delle
nazioni. Bisognava che tutti i cittadini potessero accedere al risparmio.
Bisognava che tutti avessero la possibilità di accumulare ricchezze per poter
costruire una vita il più possibile serena. Il denaro doveva servire a vincere
la fame, l’inedia, che attanagliava il paese. Alla luce di questo è compito
della Repubblica garantire a tutti l’accesso al credito. Ovviamente non dando
soldi a pioggia, come nel paese di Bengodi. Ma operando affinché in tutta la
penisola vi sia un sistema bancario uniforme che abbia come finalità principale
quella di finanziare i progetti dei cittadini più operosi. Il sistema bancario
dovrebbe essere strumento di interscambio fra risparmio e investimento. Chi
vuole depositare in banca il frutto del
suo lavoro deve sentirsi certo che i propri soldi siano ben custoditi. Chi
vuole comprare una propria casa, non avendo i mezzi economici sufficienti, può
chiedere in banca un mutuo agevolato, perché la Costituzione sancisce il
diritto alla casa e promuove normative atte ad agevolarne l’acquisto attraverso
il credito bancario. L’imprenditore che ha un progetto industriale valido deve
chiedere finanziamenti agli istituti di credito. La banca deve concederglieli, perché
la sua finalità è quella di far crescere l’economia reale del paese, creare in
tal modo nuovi posti di lavoro e favorire il benessere generale. Insomma il
sistema bancario deve essere strumento per adempiere il dettato costituzionale
ricordato nell’articolo 41 della nostra carta fondamentale, che consiste nel
favorire la libera iniziativa economica del singolo e di più persone associate.
Bisogna notare che il diritto alla abitazione è sancito non solo dal nostro
ordinamento costituzionale, ma anche dall’articolo 25 della Dichiarazione Universale
dei Diritti dell’Uomo. Insomma il consesso delle nazioni, assiso al palazzo
dell’ONU, ha riconosciuto come l’accesso al credito per acquisire l’abitazione
è da considerarsi un diritto universale dell’umanità. Questo ci fa inorgoglire.
La Costituzione italiana è stata scritta prima della dichiarazione universale
dei diritti dell’uomo. Sapere che i nostri padri costituenti sono stati
precursori di un concetto in seguito riconosciuto come valore universale ci
deve far meditare sul valore giuridico e morale della Costituzione. Importantissimo
è il ruolo della Banca d’Italia questa ha il compito di vegliare affinché il
credito e la circolazione interbancaria sia fatta con la massima trasparenza e
secondo politiche economiche atte a prevenire dissesti finanziari. Quest’opera
di controllo è coadiuvata dal Comitato interministeriale per il Credito e il
Risparmio. Il ruolo della Banca d’Italia è stato ridimensionato con la nascita
del sistema bancario unificato europeo e la fondazione della Banca Europea
(BCE) e la nascita della moneta continentale (EURO). Dal 2001 la stampa e il
controllo della circolazione del denaro è affidato alla BCE, le banche delle
nazioni che aderiscono alla moneta unica europea hanno un ruolo di minore
importanza. Ciò non toglie che il controllo da parte della Banca d’Italia sullo
stato del sistema bancario italiano è indispensabile. Le crisi Bancarie che
hanno segnato il paese in questi anni ci devono essere da monito. La cosiddetta
Banca del Nord, la banca che doveva finanziare il partito “Lega Nord” e il suo
progetto di costruzione dello stato Padano, ha portato gravi perdite ai
risparmiatori e grandi nocumenti allo stato italiano, che ha dovuto coprire gli
ammanchi. Uguale episodio è successo in Veneto, in cui banche legate alla Lega
e a Forza Italia, partiti politici di destra, hanno distratto ingenti quantità
di denaro per favorire imprenditori vicini ai capi politici dello schieramento
di destra. In Toscana è successo che una banca, il Monte dei Paschi, sia quasi
fallita per le sue commistioni con la sinistra, con il Partito Democratico e la
sua dirigenza locale. Uguale sorte ha avuto “banca Etruria”, un altro istituto
bancario toscano, nel cui consiglio di amministrazione faceva parte il padre
del ministro Maria Elena Boschi, esponente di spicco del PD. È da notare che
mentre la destra aumenta consensi quando si scoprono le sue connivenze con la
finanza, alle prossime elezioni risulterà maggioranza nel paese, la sinistra
perde voti. Il perché è facilmente intuibile. Silvio Berlusconi e Matteo
Salvini hanno una politica semplice. Chiedono, senza infingimenti, voti per
agevolare chi sa maneggiare il denaro. Le politiche finanziarie dei governi di
destra hanno sempre fatto la felicità di chi aveva soldi all’estero e fondi
neri, questa coerenza è stata sempre premiata dagli elettori. La sinistra ha avuto
un ruolo ambiguo. A parole ha sempre voluto difendere il microcredito e i
risparmiatori, quelli che guadagnano con loro lavoro, e ha sempre voluto
combattere l’evasione fiscale. Ma la sua politica non è apparsa vincente
sempre. Per questo motivo l’elettorato preferisce la Lega e Forza Italia che
hanno difeso sempre coerentemente il patrimonio degli speculatori. La
Costituzione invece, come dice l’articolo 47, vorrebbe che il denaro non fosse
fine a se stesso. Vorrebbe che il denaro servisse a favorire l’acquisto di case
per i senza tetto, pensiamo ai
terremotati che vivono in abitazioni precarie in molte zone d’Italia.
Vorrebbe favorire l’agricoltura con forme d’investimento e con il credito
agricolo. Vorrebbe che i soldi non servano per investire in Tanzania, mi
riferisco all’investimento che ha fatto la Lega Nord con i soldi che lo stato
ha erogato al partito, ma a finanziare le piccole e grandi aziende italiane,
come fa il Movimento Cinque Stelle con l’apertura di un fondo per il
microcredito. Utilizzare i soldi pubblici e delle banche è possibile. Basta adempiere
i dettami costituzionali. Basta utilizzare con efficacia il cosiddetto prestito
d’onore. Prestiti a tassi molto agevolati se non addirittura a tasso zero, che
servono a finanziare studenti che non hanno i soldi necessari per pagarsi gli
studi, famiglie bisognose, associazioni di volontariato e attività di impegno
sociale. Il credito e il risparmio devono finanziare la parte migliore del
paese. Non si cresce solo accumulando danaro, si cresce culturalmente e
umanamente attraverso la solidarietà fra cittadini. Le banche devono saper
conciliare il bisogno di non mettere in pericolo gli equilibri finanziari
nazionali e la necessità di fornire microcredito. Senza dubbio è meno
pericoloso per la nostra nazione che si presti soldi al volontariato, invece di
agevolare gli oscuri e birbanti disegni di accumulo finanziario orditi da loschi
figuri vicini alla politica e alla finanza. Ancora una volta la costituzione
mostra la via corretta da perseguire, l’articolo 47 invita all’uso sociale del
denaro bancario, invece la politica si mostra riottosa ad assolvere il ruolo
solidale a cui è chiamata.
Scritto da Pellecchia Gianfranco
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