sabato 30 giugno 2018

POLEMICA FRA IL FIGLIO DI UN SUICIDA E SALVINI




LA BANALITA' DELL'INDIFFERENZA
Abbiamo mutuato e in parte mutato il titolo di un famoso e illuminante libro di Annah Harend, la banalità del male. Lo abbiamo fatto pensando alle parole sprezzanti di Matteo Salvini. All'appello di Luca Di Bartolomei, figlio di un suicida, ad evitare che si possano acquistare facilmente armi da fuoco nel nostro paese, il leader leghista ha risposto: tuo padre, se non aveva un'arma, si sarebbe buttato dal balcone. Non ha detto esattamente così, le sue parole letterali sono state "se una persona decide di suicidarsi e non ha la pistola si butta dal quinto piano". Capite bene l'effetto che produce al cuore di una persona che piange un caro estinto una tale affermazione. E' profonda cattiveria, è indifferenza verso il lutto altrui, è il sacrificare alla politica il dovere di essere rispettoso verso le sofferenze fisiche e morali altrui. Come i tedeschi degli anni '30 trovarono normale e banale, dal cui il titolo del testo della Harend, la morte di milioni di innocenti. Noi Italiani, assieme a Salvini, troviamo normale che nostri simili trovino la morte, sia che avvenga nei mari del Mediterraneo sia che avvenga per propria mano impugnando una pistola. Quante volte sentiamo da persone normali, per bene, le stesse parole che ha detto Salvini. Quante volte davanti alla sofferenza altrui, rispondiamo:suicidati! Avviene tutti i giorni. Insomma Salvini, che vuole rendere più facile l'acquisto delle armi insensibile alle conseguenze, è lo specchio fedele nostro animo, abbiamo un ministro degli interni cinico e crudele, perché cinici e crudeli siamo noi. La morte altrui ci è indifferente. Il Mediterraneo può accogliere migliaia di corpi, in Libia ci possono essere torturati e sfruttati, nel nostro paese si può morire senza che nessuno alzi un dito. Anzi la morte può diventare terribile strumento di propaganda. Fa impressione pensare al Salvini che commemorava "le vittime dello stato", cioè i suicidati per la crisi economica, e che oggi invece rimane assolutamente indifferente per la morte altrui. Fa impressione l'utilizzo strumentale che si fa dei valori umanitari. Fa impressione pensare che i suicidi siano "cose" (parola terribile) su cui scherzare, e non esseri umani che hanno scelto una tragica e umanamente inaccettabile soluzione ai loro problemi. Allora basta banalizzare il male, basta banalizzare la vita, riscopriamo il valore inestimabile di ogni uomo e di ogni donna. Se al Viminale c'è un personaggio come Salvini è perché ognuno di noi ha perso l'elementare senso di solidarietà. Anche noi, come i tedeschi sotto il nazismo, abbiamo pensato e pensiamo che sia normale e giusto invitare al suicidio le persone sgradite, magari solo perché diverse. Se l'Italia ha un ministro degli interni cinico e crudele, è perché ogni italiano, io compreso, è cinico e si compiace di essere banalmente malvagio. Per cambiare governo bisognerà cambiare noi stessi.

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