XVIII DISPOSIZIONE
TRANSITORIA E FINALE
“La presente
Costituzione è promulgata dal Capo provvisorio dello Stato entro cinque giorni
dalla sua approvazione da parte dell’assemblea Costituente, ed entra in vigore
il 1° gennaio 1948.
Il testo della
Costituzione è depositato nella sala comunale di ciascun Comune della
Repubblica per rimanervi esposto, durante tutto l’anno 1948, affinché ogni
cittadino possa prenderne cognizione.
La Costituzione,
munita del sigillo dello stato, sarà inserita nella Raccolta ufficiale delle
leggi e dei decreti della Repubblica.
La Costituzione dovrà
essere fedelmente osservata come Legge fondamentale della Repubblica da tutti i
cittadini e dagli organi dello stato”
Per festeggiare i settanta anni dalla entrata in vigore della Costituzione Italiana, atto avvenuto il 1 gennaio 1948, "Racconto a mano libera" pubblica uno alla volta gli articoli della nostra carta fondamentale.
Le Disposizioni Transitorie e Finali sono diciotto articoli
approvati dall’assemblea costituente per regolamentare la transizione fra il
regime monarchico e quello Repubblicano. Sono strumenti preziosi per attuare e
rendere operativi i dettami impressi nella Costituzione Italiana, che l’assemblea
costituente stessa aveva deliberato e approvato. La XVIII disposizione è l’ultima
di questo pacchetto normativo. È il sigillo finale all’opera costituente. È la
proclamazione che la Costituzione è la legge fondamentale che regola la vita
dell’Italia, delle sue istituzioni e, soprattutto, dei suoi cittadini. Bisogna
subito dire che il dettato imposto dal primo comma di questa disposizione fu
fedelmente rispettato. Il 22 dicembre del 1947 l’assemblea costituente votò ed
approvò il testo finale della Carta Fondamentale. Fu promulgata, con solenne
firma, dal capo provvisorio dello Stato Enrico De Nicola il 27/12/1947. L’atto
fu compiuto alla presenza dell’allora Presidente del Consiglio Alcide de
Gasperi e del presidente dell’assemblea costituente, Umberto Terracini. La
promulgazione, la firma presidenziale a convalida dell’atto, avvenne esattamente cinque giorni dopo la sua
votazione definitiva da parte dell’assemblea, esattamente come prescrive la
norma transitoria. La carta ha valore erga omnes, tutti i cittadini italiani
sono obbligati a rispettare i suoi dettami, dal 1 gennaio 1948. Da allora la
Costituzione è il faro che indica la strada che porta alla libertà e alla
giustizia sociale. È stato in questi settanta anni la bussola per chi vuole
trovare giustizia in un paese ricco di contraddizioni, quale l’Italia. La
Costituzione è latrice di valori quali uguaglianza, pluralismo, democrazia,
lotta all’ingiustizia sociale e politica, che vanno conquistati ogni giorno. Il
diritto a proferire liberamente il nostro pensiero non è, ad esempio, un
diritto conquistato per sempre. Ogni giorno siamo chiamati a rendere vitale
questo valore. Dobbiamo confrontarci con persone che nei fatti negano il
diritto alla libertà di pensiero. Questa è la sfida! Dimostrare che la Costituzione
è viva! Dimostrare che lottare per i principi di cui è latrice è un modo per
portare a un riscatto morale ed etico tutta la società italiana. La
Costituzione non è un pezzo di carta. La costituzione è carne viva. Diceva Pietro
Calamandrei (noto costituzionalista, membro dell’assemblea costituente e padre
della patria) : se volete vedere dove è nata la costituzione andate nei monti
ove sono morti i partigiani, nei lager dove sono morti innocenti, nelle
prigioni ove sono stati torturati i martiri della libertà. La Costituzione sono
uomini e donne che si spendono per difendere i suoi valori fondamentali. La
costituzione è la lotta per l’emancipazione sociale, umana e spirituale di
uomini, donne e bambini oppressi da una società spesso crudele, che nega i
valori di solidarietà e di mutuo soccorso. La Costituzione è la speranza in un
mondo che nega i diritti del singolo. È il sogno di costruire una società
inclusiva, in cui tutti abbiano un ruolo, un funzione positiva. Sono passati settanta
anni dal giorno in cui la Costituzione è entrata in vigore. Bisogna fare ancora
tanto perché la nostra legge fondamentale abbia pieno compimento. Bisogna
ancora lottare affinché si incarni nel tessuto sociale dell’intera nazione.
Ancora oggi nel quotidiano la libertà di pensiero, di parola è negata. Non
certo perché chi parla va in carcere. Quello che avviene è che chi esprime la
propria opinione, contro il parere di chi ha un potere prevaricante, viene
spesso subissato da insulti e violenze, verbali e no. Ricordiamo lo
sconvolgente caso avvenuto in un Bar in un quartiere di Roma, La Romanina, in
cui una disabile e l’esercente sono stati brutalmente malmenati da un mafioso
solo perché l’hanno invitato ad avere comportamenti civili. Bisogna che ciò
cambi. Bisogna che la Costituzione sia un virus benefico che infetti tutti gli
animi delle persone, che pervada la vita quotidiana e non solo gli organi dello
stato. La Costituzione deve vivere nelle istituzioni. Chiunque ha un ruolo
pubblico deve rispettarla e farsi promotore efficace ed efficiente della sua
attuazione. Allo stesso tempo tutti i cittadini italiani e tutte le persone che
vivono nel nostro paese, anche se non hanno la cittadinanza italiana, devono
rispettarla ed agire secondo i suoi dettami. Per farlo è necessaria la conoscenza!
Il secondo comma della Disposizione Transitoria e Finale
numero XVIII impone che per l’intero anno 1948 ciascun comune esponga la carta
costituzionale, affinché tutti i cittadini possano leggerla. È bene che sia
stato così. La Carta Costituzionale deve essere letta e studiata da tutti.
Ancor oggi è obbligo di ogni italiano conoscerla, almeno nelle sue linee
principali. La conoscenza è lo strumento per essere cittadino attivo, per
partecipare alla vita politica e sociale del paese. Dopo gli anni bui del
fascismo in cui la cultura era guidata, si poteva leggere e studiare solo
utilizzando gli strumenti pedagogici offerti dal regime, perfino il metodo
Montessori, lo strumento didattico volto ad insegnare ai fanciulli in età di
scuola primaria, che porta il nome della sua inventrice, era visto con
sospetto. La Repubblica affida ad ogni cittadino il compito di leggere e
studiare utilizzando il proprio discernimento. La Costituzione è sotto gli
occhi di tutti, tu, o cittadino, leggila e commentala. Se hai bisogno d’aiuto
ci saranno le istituzioni a farti da supporto, ma quello che conta è la tua
libertà. Oh quale magnifico concetto! Libertà di insegnamento e di
apprendimento! I comuni daranno ai cittadini uno strumento di conoscenza. La
società sarà pronta ad accogliere questa opportunità. Il futuro sarà segnato
dalla partecipazione consapevole della cittadinanza.
La Costituzione è inserita nella raccolta ufficiale delle
leggi e dei decreti leggi. Non basta che sia resa pubblica, promulgata. Urge
che sia conservata, quale reliquia sacra, nell’archivio di Stato in cui si
conservano gli atti normativi. In un racconto George Orwell parla di un governo
che cambia le leggi a seconda di cosa gli aggrada, si chiama questo testo
narrativo “1984”, molti di noi lo conoscono perché il capo di questo stato
immaginario era chiamato “Grande Fratello”, da cui il nome di una notissima
trasmissione televisiva. Bene nel nostro paese, come in tutti i paesi
democratici, ciò non è possibile. Una norma, una legge, rimane incisa nell’archivio
storico della nazione e munita di sigillo dello stato, la ceralacca degli atti
notarili del passato e del presente. Una legge si può mutare, spesse volte si
deve mutare, ma lo si deve fare seguendo le norme stabilite dalla convivenza
civile. Se si vuole cambiare la Costituzione Italiana, ad esempio, lo si deve
fare seguendo i dettami imposti dall’articolo 138 della stessa. Alcun arbitrio
è lecito. Perfino il presidente della repubblica, se compie atti che ledono i
principi costituzionali, deve essere incriminato secondo la procedura imposta
dalla legge. Insomma la scrittura e la conservazione dei testi giuridici
scritti sono il fondamento di una comunità civile che si fonda su regole sicure
e facilmente conoscibili da tutti. Tutti sanno che la Costituzione è
conservata, quale bene irrinunciabile, nella raccolta Ufficiale delle Leggi,
quale atto giuridico più importante.
L’ultimo comma della disposizione Transitoria e Finale numero
XVIII impone che la costituzione deve essere fedelmente rispettata dai
cittadini e dagli organi dello stato. Questo dovere l’abbiamo trattato
ampiamente in tutto il testo a commento. È importantissimo notare che le ultime
parole del testo costituzionale siano dedicate all’efficacia del testo
giuridico. Una norma, non solo costituzionale, per essere effettiva deve essere
rispettata dalla maggioranza dei cittadini e delle persone che vivono in uno
stato. Ecco l’importanza della divulgazione dei testi costituzionali. La
Costituzione non è senza che la cittadinanza la rispetti. Si deve operare con
la coercizione. Se una persona non rispetta la Costituzione è bene che sia
punito e ricondotto nel giusto binario. Ma la forza non basta. Bisogna che ci
sia una conoscenza e una coscienza diffusa della Costituzione. Rispettarla è un
bene. Produce effetti benefici per tutti. Ho nelle orecchie la voce di una
persona, fra l’altro degna di rispetto, che mi dice “i valori costituzionali
sono tuoi!”, sotto intendendo non miei. Questa è una sconfitta. È una sconfitta
per l’intera repubblica. Sapere che intere zone del paese vivono nell’illegalità
e calpestano quotidianamente i valori di solidarietà, libertà e democrazia
scritti nella Costituzione è un male per l’intera Repubblica che rischia di
sgretolarsi davanti alla mancanza di senso di bene comune. Occorre svegliarsi. Occorre che gli organi
dello stato e i cittadini rispettino quei valori che possono diventare la
bussola per indicare la direzione di un’Italia nuova e migliore. La Libertà di
culto, la libertà di pensiero, la libertà di domicilio, la libertà di avere un
lavoro, la libertà ad avere una vita dignitosa sono tutti principi impressi
nella Carta Costituzionale, che ha settanta anni dalla sua entrata in vigore
appare ancora lo strumento migliore per vivere meglio. Questi sono i valori che
costruiscono una società in cui è gradevole vivere. Questi valori sono indicati
nella costituzione. Allora fare in modo che la nostra Repubblica rinasca è
possibile, basta che ognuno di noi rispetti la carta Costituzionale e viva
secondo i suoi dettami. Rileggiamola, studiamola, amiamola così daremo un
domani a noi e ai nostri figli.
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