mercoledì 13 giugno 2018

VIAGGIO NELLA COSTITUZIONE: XVIII DISPOSIZIONE TRANSITORIA E FINALE



XVIII DISPOSIZIONE TRANSITORIA E FINALE

“La presente Costituzione è promulgata dal Capo provvisorio dello Stato entro cinque giorni dalla sua approvazione da parte dell’assemblea Costituente, ed entra in vigore il 1° gennaio 1948.

Il testo della Costituzione è depositato nella sala comunale di ciascun Comune della Repubblica per rimanervi esposto, durante tutto l’anno 1948, affinché ogni cittadino possa prenderne cognizione.

La Costituzione, munita del sigillo dello stato, sarà inserita nella Raccolta ufficiale delle leggi e dei decreti della Repubblica.

La Costituzione dovrà essere fedelmente osservata come Legge fondamentale della Repubblica da tutti i cittadini e dagli organi dello stato”

Per festeggiare i settanta anni dalla entrata in vigore della Costituzione Italiana, atto avvenuto il 1 gennaio 1948, "Racconto a mano libera" pubblica uno alla volta gli articoli della nostra carta fondamentale.

Le Disposizioni Transitorie e Finali sono diciotto articoli approvati dall’assemblea costituente per regolamentare la transizione fra il regime monarchico e quello Repubblicano. Sono strumenti preziosi per attuare e rendere operativi i dettami impressi nella Costituzione Italiana, che l’assemblea costituente stessa aveva deliberato e approvato. La XVIII disposizione è l’ultima di questo pacchetto normativo. È il sigillo finale all’opera costituente. È la proclamazione che la Costituzione è la legge fondamentale che regola la vita dell’Italia, delle sue istituzioni e, soprattutto, dei suoi cittadini. Bisogna subito dire che il dettato imposto dal primo comma di questa disposizione fu fedelmente rispettato. Il 22 dicembre del 1947 l’assemblea costituente votò ed approvò il testo finale della Carta Fondamentale. Fu promulgata, con solenne firma, dal capo provvisorio dello Stato Enrico De Nicola il 27/12/1947. L’atto fu compiuto alla presenza dell’allora Presidente del Consiglio Alcide de Gasperi e del presidente dell’assemblea costituente, Umberto Terracini. La promulgazione, la firma presidenziale a convalida dell’atto,  avvenne esattamente cinque giorni dopo la sua votazione definitiva da parte dell’assemblea, esattamente come prescrive la norma transitoria. La carta ha valore erga omnes, tutti i cittadini italiani sono obbligati a rispettare i suoi dettami, dal 1 gennaio 1948. Da allora la Costituzione è il faro che indica la strada che porta alla libertà e alla giustizia sociale. È stato in questi settanta anni la bussola per chi vuole trovare giustizia in un paese ricco di contraddizioni, quale l’Italia. La Costituzione è latrice di valori quali uguaglianza, pluralismo, democrazia, lotta all’ingiustizia sociale e politica, che vanno conquistati ogni giorno. Il diritto a proferire liberamente il nostro pensiero non è, ad esempio, un diritto conquistato per sempre. Ogni giorno siamo chiamati a rendere vitale questo valore. Dobbiamo confrontarci con persone che nei fatti negano il diritto alla libertà di pensiero. Questa è la sfida! Dimostrare che la Costituzione è viva! Dimostrare che lottare per i principi di cui è latrice è un modo per portare a un riscatto morale ed etico tutta la società italiana. La Costituzione non è un pezzo di carta. La costituzione è carne viva. Diceva Pietro Calamandrei (noto costituzionalista, membro dell’assemblea costituente e padre della patria) : se volete vedere dove è nata la costituzione andate nei monti ove sono morti i partigiani, nei lager dove sono morti innocenti, nelle prigioni ove sono stati torturati i martiri della libertà. La Costituzione sono uomini e donne che si spendono per difendere i suoi valori fondamentali. La costituzione è la lotta per l’emancipazione sociale, umana e spirituale di uomini, donne e bambini oppressi da una società spesso crudele, che nega i valori di solidarietà e di mutuo soccorso. La Costituzione è la speranza in un mondo che nega i diritti del singolo. È il sogno di costruire una società inclusiva, in cui tutti abbiano un ruolo, un funzione positiva. Sono passati settanta anni dal giorno in cui la Costituzione è entrata in vigore. Bisogna fare ancora tanto perché la nostra legge fondamentale abbia pieno compimento. Bisogna ancora lottare affinché si incarni nel tessuto sociale dell’intera nazione. Ancora oggi nel quotidiano la libertà di pensiero, di parola è negata. Non certo perché chi parla va in carcere. Quello che avviene è che chi esprime la propria opinione, contro il parere di chi ha un potere prevaricante, viene spesso subissato da insulti e violenze, verbali e no. Ricordiamo lo sconvolgente caso avvenuto in un Bar in un quartiere di Roma, La Romanina, in cui una disabile e l’esercente sono stati brutalmente malmenati da un mafioso solo perché l’hanno invitato ad avere comportamenti civili. Bisogna che ciò cambi. Bisogna che la Costituzione sia un virus benefico che infetti tutti gli animi delle persone, che pervada la vita quotidiana e non solo gli organi dello stato. La Costituzione deve vivere nelle istituzioni. Chiunque ha un ruolo pubblico deve rispettarla e farsi promotore efficace ed efficiente della sua attuazione. Allo stesso tempo tutti i cittadini italiani e tutte le persone che vivono nel nostro paese, anche se non hanno la cittadinanza italiana, devono rispettarla ed agire secondo i suoi dettami. Per farlo è necessaria la conoscenza!

Il secondo comma della Disposizione Transitoria e Finale numero XVIII impone che per l’intero anno 1948 ciascun comune esponga la carta costituzionale, affinché tutti i cittadini possano leggerla. È bene che sia stato così. La Carta Costituzionale deve essere letta e studiata da tutti. Ancor oggi è obbligo di ogni italiano conoscerla, almeno nelle sue linee principali. La conoscenza è lo strumento per essere cittadino attivo, per partecipare alla vita politica e sociale del paese. Dopo gli anni bui del fascismo in cui la cultura era guidata, si poteva leggere e studiare solo utilizzando gli strumenti pedagogici offerti dal regime, perfino il metodo Montessori, lo strumento didattico volto ad insegnare ai fanciulli in età di scuola primaria, che porta il nome della sua inventrice, era visto con sospetto. La Repubblica affida ad ogni cittadino il compito di leggere e studiare utilizzando il proprio discernimento. La Costituzione è sotto gli occhi di tutti, tu, o cittadino, leggila e commentala. Se hai bisogno d’aiuto ci saranno le istituzioni a farti da supporto, ma quello che conta è la tua libertà. Oh quale magnifico concetto! Libertà di insegnamento e di apprendimento! I comuni daranno ai cittadini uno strumento di conoscenza. La società sarà pronta ad accogliere questa opportunità. Il futuro sarà segnato dalla partecipazione consapevole della cittadinanza.

La Costituzione è inserita nella raccolta ufficiale delle leggi e dei decreti leggi. Non basta che sia resa pubblica, promulgata. Urge che sia conservata, quale reliquia sacra, nell’archivio di Stato in cui si conservano gli atti normativi. In un racconto George Orwell parla di un governo che cambia le leggi a seconda di cosa gli aggrada, si chiama questo testo narrativo “1984”, molti di noi lo conoscono perché il capo di questo stato immaginario era chiamato “Grande Fratello”, da cui il nome di una notissima trasmissione televisiva. Bene nel nostro paese, come in tutti i paesi democratici, ciò non è possibile. Una norma, una legge, rimane incisa nell’archivio storico della nazione e munita di sigillo dello stato, la ceralacca degli atti notarili del passato e del presente. Una legge si può mutare, spesse volte si deve mutare, ma lo si deve fare seguendo le norme stabilite dalla convivenza civile. Se si vuole cambiare la Costituzione Italiana, ad esempio, lo si deve fare seguendo i dettami imposti dall’articolo 138 della stessa. Alcun arbitrio è lecito. Perfino il presidente della repubblica, se compie atti che ledono i principi costituzionali, deve essere incriminato secondo la procedura imposta dalla legge. Insomma la scrittura e la conservazione dei testi giuridici scritti sono il fondamento di una comunità civile che si fonda su regole sicure e facilmente conoscibili da tutti. Tutti sanno che la Costituzione è conservata, quale bene irrinunciabile, nella raccolta Ufficiale delle Leggi, quale atto giuridico più importante.

L’ultimo comma della disposizione Transitoria e Finale numero XVIII impone che la costituzione deve essere fedelmente rispettata dai cittadini e dagli organi dello stato. Questo dovere l’abbiamo trattato ampiamente in tutto il testo a commento. È importantissimo notare che le ultime parole del testo costituzionale siano dedicate all’efficacia del testo giuridico. Una norma, non solo costituzionale, per essere effettiva deve essere rispettata dalla maggioranza dei cittadini e delle persone che vivono in uno stato. Ecco l’importanza della divulgazione dei testi costituzionali. La Costituzione non è senza che la cittadinanza la rispetti. Si deve operare con la coercizione. Se una persona non rispetta la Costituzione è bene che sia punito e ricondotto nel giusto binario. Ma la forza non basta. Bisogna che ci sia una conoscenza e una coscienza diffusa della Costituzione. Rispettarla è un bene. Produce effetti benefici per tutti. Ho nelle orecchie la voce di una persona, fra l’altro degna di rispetto, che mi dice “i valori costituzionali sono tuoi!”, sotto intendendo non miei. Questa è una sconfitta. È una sconfitta per l’intera repubblica. Sapere che intere zone del paese vivono nell’illegalità e calpestano quotidianamente i valori di solidarietà, libertà e democrazia scritti nella Costituzione è un male per l’intera Repubblica che rischia di sgretolarsi davanti alla mancanza di senso di bene comune.  Occorre svegliarsi. Occorre che gli organi dello stato e i cittadini rispettino quei valori che possono diventare la bussola per indicare la direzione di un’Italia nuova e migliore. La Libertà di culto, la libertà di pensiero, la libertà di domicilio, la libertà di avere un lavoro, la libertà ad avere una vita dignitosa sono tutti principi impressi nella Carta Costituzionale, che ha settanta anni dalla sua entrata in vigore appare ancora lo strumento migliore per vivere meglio. Questi sono i valori che costruiscono una società in cui è gradevole vivere. Questi valori sono indicati nella costituzione. Allora fare in modo che la nostra Repubblica rinasca è possibile, basta che ognuno di noi rispetti la carta Costituzionale e viva secondo i suoi dettami. Rileggiamola, studiamola, amiamola così daremo un domani a noi e ai nostri figli.

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