MATURITA' E COSTITUZIONE
In queste ore si sta tenendo la seconda prova scritta degli esami di stato. E' diversa a seconda dei diversi indirizzi scolastici, come si sa. Ieri, 20/06/2018, invece i ragazzi hanno affrontato la prova d'italiano. Una traccia invitava gli studenti a trattare il tema della "solitudine", prendendo spunto dagli splendidi versi della poetessa Alda Merini. Un altra traccia consisteva nel commentare un brano del libro di Giorgio Bassani, Il giadino dei Finzi-Contini. Ricordiamo che il romanzo racconta di una famiglia ebrea di Ferrara in un arco storico che coincide con l'ascesa e la caduta del regime fascista. La traccia di contenuto economico invitava a commentare il funzionamento di una Start Up, cioè un'impresa innovativa. Altre traccie variavano a seconda dell'indirizzo e del programma degli istituti. Ma la traccia più significativa era certamente dedicata al commento dell'articolo 3 della Costituzione, in occasione dei settanta anni dalla promulgazione della nostra Carta Fondamentale. Una traccia attesa e, forse, temuta dalle migliaia di candidati alla maturità. Gli esaminandi, che hanno scelto tale traccia, hanno dissertato sul concetto di eguaglianza, inciso con splendide parole nel terzo articolo della nostra Legge delle Leggi. Hanno spiegato quale sia la differenza fra "uguaglianza formale" e "uguaglianza sostanziale". Hanno spiegato perché l'articolo 3 della Costituzione sia uno dei lemmi giuridici più importanti del nostro ordinamento. Siamo uguali! Questo è un elemento importante. Nel nostro paese non sono ammesse le caste, i ceti nobiliari. Tutti abbiamo gli stessi diritti e gli stessi doveri. Non ci sono status che ammettano privilegi. Siamo uguali davanti alla legge. Giudicati per quel che facciamo, non perché "figli di..". Siamo uguali di fronte alla legge. Se commettiamo reati, saremo giudicati a prescindere se siamo ricchi o poveri. Chi prova a utilizzare la ricchezza o il potere per evitare di essere come tutti, commette un vero e proprio sacrilegio costituzionale, al pari degli eventuali complici, che magari sono tali perché l'hanno votato. Poi c'è l'uguaglianza sostanziale. E' compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli che limitano di fatto l'uguaglianza dei cittadini. Lo stato deve garantire l'istruzione a tutti, anche ai non abbienti. Lo stato deve garantire una dignitosa assistenza sanitaria a chiunque in casi di indigenza. Lo stato deve rimuovere le barriere architettoniche e culturali che impediscono la piena integrazione delle categorie svantaggiate, ad esempio i disabili. Insomma la repubblica deve garantire la dignità della persona umana. Deve impedire con tutte le sue energie che vi siano discriminazioni a causa del sesso, della razza, della religione di ciascuna persona. Gli studenti sono stati chiamati a descrivere questo grande afflato alla giustizia, commentando l'articolo 3 della Costituzione. Un impegno al rispetto della dignità che è di tutti. Non solo le istituzioni si devono impegnare al conseguimento della giustizia sociale. Ognuno di noi lo deve fare, nel vivere quotidiano. I nostri ragazzi, che superando l'esame più importante della loro vita, si accingono a giungere all'età adulta, devono raccogliere il testimone datogli dai nostri padri costituenti e farsi latori dei valori di fratellanza, amicizia e condivisione iscritti nell'articolo 3. Siamo uguali! Lo capiamo quando ridiamo insieme di una cosa che ci rende felici, lo capiamo quando piangiamo per una cosa che ci rende tristi, possiamo partire da questa semplice costatazione per costruire un futuro armonioso e senza barriere per nessuno.
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