lunedì 13 aprile 2020

COMUNITA' E CORONAVIRUS



LA CALMA

Uno dei regali che mi ha fatto questo strano tempo del Coronavirus è la calma. Stavo esprimendomi al plurale. Stavo dicendo “ci ha fatto”. Ma il pensiero è subito corso ad infermieri e medici che stanno in queste ore lottando contro il tempo, oltre che contro il male, per salvare vite umane. Insomma questa calma che pervade le nostre città e i nostri borghi, nasconde una frenesia di vita che si fa concreta nelle cure mediche. Non possiamo che ringraziare coloro che spendono la propria esistenza, donano la propria professionalità, per salvare l’esistenza altrui. Vorremmo tanto che un po’ di quiete e di serenità giungesse anche loro. Vorremo che la malattia tremenda non li costringesse ad affrontare le situazioni estreme dell’oggi. Fa piangere la testimonianza di alcuni dottori e dottoresse che raccontano di essere stati costretti a scegliere fra salvare uno o l’altro paziente. In un sistema sanitario inadeguato, per forza di cose, a soccorrere un numero così alto di persone purtroppo uno tragico discernimento è inevitabile. La pandemia si manifesta brutale nei ricoveri per anziani. Il pensiero è alle vittime del “Pio albergo Trivulzio”, ma non solo. Il pensiero va ai loro familiari che stanno vivendo un lutto tremendo. I morti son tanti. I dolori innumerevoli. Bisogna pensare a quello che è il senso della vita per poter superare insieme questa immane tragedia. Come non  piangere per la Lombardia? La regione martire del Corona Virus che fino a ieri era il simbolo della ricchezza italiana, e oggi invece, pur rimanendo certamente faro dell’industria nazionale, è prostrata di fronte al dolore. Come non provare senso di stordimento nel vedere il simbolo della prosperità italica prostrata. Luoghi come la Liguria, il Piemonte, il Veneto ed Emilia Romagna simboli della modernità, oggi sono travolti dal male. Allora calma. Ragioniamo insieme, pensiamo a futuro possibile più bello. Pensiamo a darci una mano a vicenda. Sono di solo due giorni fa le parole di Michele Emiliano, presidente della Regione Puglia, che ha dichiarato che la sua comunità è pronta ad accogliere e a soccorrere chi vive nel Nord Italia, malgrado anche la Puglia viva la sua emergenza. E’  tempo di comunità. Il Sud vive l’emergenza Corona Virus con meno affanno del nord. E’ giusto che in questo frangente le istituzioni locali meridionali si facciano ponte della rinascita nazionale, in nome di un sentirsi comunità nazionale. E’ giusto che l’Italia cammini insieme a testa alta per un domani migliore, senza Corona Virus. Allora è doveroso pensare alle persone che soffrono, che curano, che soccorrono. E’ giusto esprimere loro una vicinanza morale e spirituale, visto che quella fisica è vietata per evitare il diffondersi del contagio. L’Italia può rinascere. L’Italia può uscire migliore da questa battaglia alla pandemia. Non nascondiamoci, il nostro paese potrebbe diventare, e forse lo è già, più povero economicamente, ma quella che bisogna rincorrere e attenere è la ricchezza del sentirci un’unica cosa, un unico corpo il cui cuore batte all’unisono. Ieri, 12/04/2020 giorno di Pasqua, Andrea Bocelli ha cantato nel Duomo di Milano deserto. Il tenore non vedente, noto in ogni parte del mondo, ha intonato egregiamente, da par suo, canti di musica sacra. Le sue cantiche sono state sentite attraverso il web e la televisioni da tantissime persone. E’ stato un momento in cui siamo stati comunità. La cultura, la nostra tradizione che si fonda in millenni di storia, devono essere l’elemento che ci fa uscire dallo sconforto. L’arte non è solo intrattenimento. La Cultura non è solo un modo per trascorrere le ore di solitudine. E’ un modo per sentirci parte di un progetto comune che fonda le sue radici nei secoli andati e mostra i suoi rami, alti e rigogliosi, verso il futuro. La calma è la virtù dei forti? Non so se forti lo siamo veramente, chi vi scrive sicuramente non lo è. Ma sappiamo con certezza che la calma è il modo per sentire il battito del cuore di chi ci sta accanto o anche di chi ci è molto lontano. E’ lo strumento per condividere il dolore di chi sta male, di piangere con chi ha perso i propri cari e di pensare a un futuro comune migliore.  

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