LA CALMA
Uno dei regali che mi ha fatto questo strano tempo del
Coronavirus è la calma. Stavo esprimendomi al plurale. Stavo dicendo “ci ha
fatto”. Ma il pensiero è subito corso ad infermieri e medici che stanno in queste
ore lottando contro il tempo, oltre che contro il male, per salvare vite umane.
Insomma questa calma che pervade le nostre città e i nostri borghi, nasconde
una frenesia di vita che si fa concreta nelle cure mediche. Non possiamo che
ringraziare coloro che spendono la propria esistenza, donano la propria
professionalità, per salvare l’esistenza altrui. Vorremmo tanto che un po’ di
quiete e di serenità giungesse anche loro. Vorremo che la malattia tremenda non
li costringesse ad affrontare le situazioni estreme dell’oggi. Fa piangere la
testimonianza di alcuni dottori e dottoresse che raccontano di essere stati
costretti a scegliere fra salvare uno o l’altro paziente. In un sistema
sanitario inadeguato, per forza di cose, a soccorrere un numero così alto di
persone purtroppo uno tragico discernimento è inevitabile. La pandemia si
manifesta brutale nei ricoveri per anziani. Il pensiero è alle vittime del “Pio
albergo Trivulzio”, ma non solo. Il pensiero va ai loro familiari che stanno
vivendo un lutto tremendo. I morti son tanti. I dolori innumerevoli. Bisogna
pensare a quello che è il senso della vita per poter superare insieme questa
immane tragedia. Come non piangere per
la Lombardia? La regione martire del Corona Virus che fino a ieri era il
simbolo della ricchezza italiana, e oggi invece, pur rimanendo certamente faro
dell’industria nazionale, è prostrata di fronte al dolore. Come non provare
senso di stordimento nel vedere il simbolo della prosperità italica prostrata.
Luoghi come la Liguria, il Piemonte, il Veneto ed Emilia Romagna simboli della
modernità, oggi sono travolti dal male. Allora calma. Ragioniamo insieme,
pensiamo a futuro possibile più bello. Pensiamo a darci una mano a vicenda.
Sono di solo due giorni fa le parole di Michele Emiliano, presidente della
Regione Puglia, che ha dichiarato che la sua comunità è pronta ad accogliere e
a soccorrere chi vive nel Nord Italia, malgrado anche la Puglia viva la sua
emergenza. E’ tempo di comunità. Il Sud
vive l’emergenza Corona Virus con meno affanno del nord. E’ giusto che in
questo frangente le istituzioni locali meridionali si facciano ponte della
rinascita nazionale, in nome di un sentirsi comunità nazionale. E’ giusto che l’Italia
cammini insieme a testa alta per un domani migliore, senza Corona Virus. Allora
è doveroso pensare alle persone che soffrono, che curano, che soccorrono. E’
giusto esprimere loro una vicinanza morale e spirituale, visto che quella
fisica è vietata per evitare il diffondersi del contagio. L’Italia può
rinascere. L’Italia può uscire migliore da questa battaglia alla pandemia. Non
nascondiamoci, il nostro paese potrebbe diventare, e forse lo è già, più povero
economicamente, ma quella che bisogna rincorrere e attenere è la ricchezza del
sentirci un’unica cosa, un unico corpo il cui cuore batte all’unisono. Ieri,
12/04/2020 giorno di Pasqua, Andrea Bocelli ha cantato nel Duomo di Milano
deserto. Il tenore non vedente, noto in ogni parte del mondo, ha intonato
egregiamente, da par suo, canti di musica sacra. Le sue cantiche sono state
sentite attraverso il web e la televisioni da tantissime persone. E’ stato un
momento in cui siamo stati comunità. La cultura, la nostra tradizione che si
fonda in millenni di storia, devono essere l’elemento che ci fa uscire dallo
sconforto. L’arte non è solo intrattenimento. La Cultura non è solo un modo per
trascorrere le ore di solitudine. E’ un modo per sentirci parte di un progetto
comune che fonda le sue radici nei secoli andati e mostra i suoi rami, alti e
rigogliosi, verso il futuro. La calma è la virtù dei forti? Non so se forti lo
siamo veramente, chi vi scrive sicuramente non lo è. Ma sappiamo con certezza
che la calma è il modo per sentire il battito del cuore di chi ci sta accanto o
anche di chi ci è molto lontano. E’ lo strumento per condividere il dolore di
chi sta male, di piangere con chi ha perso i propri cari e di pensare a un
futuro comune migliore.
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