sabato 4 aprile 2020

L'AIUTO DI MANZONI


STORIA DELLA COLONNA INFAME
Alessandro Manzoni, mentre limava e scriveva il Romanzo, I Promessi Sposi, pubblicò un piccolo, ma importantissimo, saggio: La Storia della Colonna Infame. Lo diede alle stampe nel 1840. Cosa è quest'opera. Prima di tutto una testimonianza di sofferenza. E' la storia di Guglielmo Piazza e di Gina Giacomo Mora accusati di essere "untori" e per questo giudicati e condannati a morte dalla Santa Inquisizione. Cosa vuol dire essere "Untori". Proviamo a spiegarlo per gradi. La vicenda narrata dal sommo narratore è da collocare temporalmente nel 1600, Alessandro Manzoni studia ed elabora l'episodio giudiziario basandosi sulle cronache milanesi del tempo. Siamo ai tempi della grande peste che colpisce tutta l'Europa e, in particolare l'Italia. I due malcapitati sono accusati di aver strofinato e impiastricciato le pareti di via Vetra, una specifica strada milanese, con unguenti latrici del morbo. A testimoniarlo sono due gentil donne: Caterina Rosa e Ottavia Bono. Ma cose dice una famosissima romanza di Gioacchino Rossini: la calunnia è un venticello.. che diventa tempesta. I due malcapitati furono costretti a confessare, sotto tortura, un reato che non solo non avevano commesso, ma che in realtà è inesistente: non si contagia gli altri con pece o intrugli indefiniti. In verità alcune testimonianze scritte attestano che vi furono delle persone che credettero realmente di spargere il terribile morbo con strane misture. Cioè cosparsero i quartieri e i borghi di schifezze conviti di portare il male. Questi non furono certo né Piazza né Mora, estranei ad ogni malfatto. E' certo che l'opera di tali uomini non ebbe alcun effetto reale sull'aumento dei contagi. Questa consapevolezza spinse Manzoni a raccontare questo tragico episodio. L'intento dell'Autore era quello di ricordare anche ai suoi contemporanei e a noi, futuri lettori, che il pregiudizio, la ricerca spasmodica di capri espiatori, di colpevoli senza attenuanti, non solo non vince il male, ma per di più provoca tragici sconvolgimenti sociali. E' facile pensare che il processo e la condanna a morte pubblica dei poveri innocenti abbia portato tanti nuovi contagi, quante persone assiepate nella pizza della Colonna Infame, ove vennero giustiziati Guglielmo Piazza e Gian Giacomo Mora hanno contratto la peste magari perché morsi da quei topi reali latori del virus, come dimostrò secoli dopo la scienza. Oggi siamo ad affrontare un altro terribile microrganismo patogeno, quello chiamato Coronavirus. E' un nemico reale e mortale. Tanti persone sono già decedute, tante sono malate a causa di questo orrendo piccolissimo essere. E' bene trovare strumenti adeguati di difesa. E' bene sapere che bisogna essere distanti l'un l'altro per evitare il male. Abbiamo il dovere di utilizzare la scienza per difenderci. Prima di tutto confidando nei medici che lottano per guarire i malati. Poi fidando negli scienziati che sfidano i tempi tecnici dello sforzo di ricerca per trovare il prima possibile il vaccino. Ma la cosa più importante è che dobbiamo avere noi comportamenti virtuosi. Dobbiamo avere la capacità di superare i pregiudizi e le facili letture. Dobbiamo saper utilizzare la nostra ragione per discernere fra cosa è giusto fare, perché è razionale, e ciò che è deleterio nella sfida che ognuno di noi intraprende ogni giorno per evitare di essere infettato e scongiurare che siano infettati i propri cari. Dobbiamo saper rispettare le norme delle istituzioni statuali volte a contenere la propagazione della malattia, anche se queste appaiono complesse e di difficile interpretazione. Spetta a noi sciogliere i dubbi usando il buonsenso. Manzoni ci dà la via. Un percorso frutto del suo essere uomo '800. Figlio dei lumi e allo stesso tempo di una cultura cattolica che fida nella provvidenza divina e nell'amore fraterno degli uomini. Solidarietà è possibile anche nei tempi difficili. Ce lo ricorda Manzoni tracciando la figura di "uomo per gli uomini" si uomo che si fa strumento di salvezza per glia altri: è il personaggio di fra Cristoforo. Ricordiamolo quale figura chiave del romanzo "I promessi sposi". Bisogna avere coraggio e fiducia nel prossimo questo ci invita a ricordare sempre Alessandro Manzoni.

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