IL MOMENTO PER FAR SILENZIO
Questa settimana è fondamentale per chi è Cristiano. E' definita la Settimana Santa. Il mondo cattolico, in particolare, celebra quello che si chiama il Triduo Pasquale. Cioè si commemora la Passione, la Morte e la Resurrezione di Gesù il Nazareno. E' un percorso interiore che ogni credente è chiamato a fare. Ogni persona che crede in Gesù è chiamata ad interrogarsi su quale sia il senso della morte e in base alla risposta dare un senso anche all'intera esistenza terrena. E' un momento di profonda meditazione. La vita propria deve specchiarsi nel luminoso esempio della conduzione terrena dell'esistenza del Salvatore del Mondo. Siamo in grado di metterci alla sequela del crocifisso? Siamo in grado di assumere sulle spalle non solo le nostre, ma anche le altrui sofferenze? Siamo pronti ad affrontare la vita con i suoi rovesci e le sue gioie? Siamo avvezzi ad affrontare le improvvise procelle dell'esistenza, sapendole leggere quale strumento per renderci uomini e donne migliori? Io, cioè colui che scrive, non ho risposte. La mia mano e la mia coscienza è debole.Quello che rimane è l'esempio dell'uomo nato a Betlemme di Galilea più di duemila anni fa. Gesù pur essendo di natura divina ... spoglio se stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce. Così Paolo, l'apostolo delle genti, ricorda il sacrificio del Cristo nella lettera ai Filippesi. San Paolo invita non solo i cristiani di Filippi, ma ognuno di noi, a farsi umili e generosi come il figlio di Maria. Di sacrificarsi fino all'estrema scelta di donare la vita per l'afflato alla verità e alla giustizia, ma soprattutto per amore. Oggi viviamo questo commino di salvezza pasquale ai tempi di una infezione che fa paura. Si celebrano i giorni santi della morte dell'Emanuele, in un momento in cui un virus sconosciuto potrebbe spezzare o cambiare l'esistenza di ognuno di noi. E' un momento per confrontarsi con il senso da dare alla nostra esistenza. E' il momento di chiedersi quali siano le ragioni stesse che ci spingono a interagire e a relazionarci con il proprio prossimo. Dobbiamo avere la contezza che l'altro non può essere un mezzo per raggiungere i nostri fini materiali, alcune volte anche inconfessabili, ma è un fine. La nostra vita deve essere finalizzata al bene di chi ci è vicino e anche di chi è lontano. Non è detto che dobbiamo morire per gli altri, come fece Gesù. Ci auguriamo che nessuno, proprio nessuno, debba più compiere l'estremo gesto. Ma dobbiamo avere contezza che la nostra vita deve essere servizio. Deve essere finalizzata a prendersi cura di chi percorre la nostra stessa strada in questa procellosa esistenza. Essere vuol dire essere solidali,fratelli, ecco la semplificazione del messaggio pasquale, Ognuno di noi, io per primo con le mie paure e le mie stoltezze, deve cogliere questo invito alla solidarietà. Allora anche per noi ci sarà resurrezione, come è stata per Gesù, non a caso primizia delle genti, cioè anticipatore e apripista di un cammino che è per tutti e che poterà a quello che si suol chiamare "Paradiso". Anche se in questo 2020 siamo chiamati ad avere nessun contatto fisico, non possiamo neanche stringerci la mano, il senso di fratellanza deve essere sprone per vivere al meglio la nostra vita quotidiana. Forse il silenzio, cioè il lasciarsi prendere dal volere di Gesù senza far ottenebrare i suoi inviti dalle nostre parole, è il modo migliore per cogliere la vera essenza del nostro essere umani.
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