giovedì 9 aprile 2020

GIOVEDI' SANTO



L'ULTIMA CENA
Oggi, 9/04/2020, è Giovedì Santo. I Cristiani ricordano l'ultimo momento conviviale che Gesù tenne con i suoi discepoli, prima di morire. Occorre precisare che il Nazareno mangiò con i suoi anche dopo la resurrezione. Ricordiamo l'incontro con i due discepoli ad Emmaus. Ma è quell'ultimo incontro poco prima la sua ascesa sulla croce che segna i destini dell'intera umanità. Lì la vita di Gesù si compie, e allo stesso momento si forgia tutto ciò che la storia testimonierà nei millenni successivi. Nell'Ultima Cena nasce la Chiesa. Nell'ultima cena si istituisce il sacramento dell'Eucarestia. Nell'ultima cena si compie il destino di Giuda, il traditore. Nell'ultima cena i discepoli e gli apostoli fondano una comunità basata sulla volontà dell'Emmanuele. Nell'ultima cena, l'apostolo che egli ama (Giovanni), prende coscienza del suo ruolo fondamentale nei destini di coloro che fanno parte della cerchia più stretta dei fedeli del Cristo. Pietro si fa carico dei destini di tutta la comunità di fedeli, destinata a diventare un abbraccio di miliardi di persone. Ma allo stesso tempo, colui che pascerà le pecorelle del Signore, prende coscienza della propria finitezza. Quando si chiede "sarò io a tradirlo?" manifesta la propria debolezza, la propria incapacità di avere cuore saldo nelle molteplici procelle che dovrà affrontare. Pietro si manifesta peccatore. Fra poche ore rinnegherà Gesù, già arrestato, nel cortile del sinedrio. Ma questo suo prendere coscienza di essere peccatore, di essere un traditore, sarà motivo per affidarsi con più convinzione al disegno provvidenziale di Dio. E' questa la differenza più profonda e autentica fra Pietro e Giuda. Al di là della gravità degli atti dei due: Pietro rinnegherà "solo" con le parole il Cristo, mentre Giuda fisicamente lo consegnerà a coloro che lo vogliono uccidere. Ma non è la diversa gravità degli atti dei due, secondo me, che discrimina i due destini. Pietro chiede perdono e, in certo qual modo, perdona se stesso riconoscendosi debole e piccolo. Giuda non riesce a perdonarsi. Non riesce a compiere quell'atto di umiltà che lo riconoscerebbe persona piccola e soggetta allo sbaglio. Giuda non prende coscienza che il peccare è dell'uomo e che l'unico strumento di redenzione è proprio Gesù. In sostanza Giuda, suicidandosi, non riconosce e rifiuta il ruolo salvifico del Figlio di Dio. Per questo, forse, è condannato per sempre. Ho detto "forse" perché non spetta a noi umani giudicare, questo alto compito è di Dio e, in ultima analisi, di Giuda stesso, che come qualsiasi peccatore è chiamato a fare i conti con le proprie azioni e perdonarsi o condannarsi. Giuda in vita si è condannato, si è dato la morte impiccandosi nel campo del Vasaio, non sappiamo cosa è avvenuto e sta avvenendo nell'altra vita, quella dopo la morte.
L'ultima Cena non è una storia di tradimenti. Giuda, Pietro, le piccole meschinità umane (ricordiamo la voglia dei discepoli di sapere chi sia fra loro il primo) rimangono sullo sfondo. Quello che conta è il dono di Dio fatto agli Uomini. Gesù istituisce il sacramento più importante del mondo Cristiano. Istituisce la Comunione, Il sacramento dalla Eucarestia. La Comunione è la stesso significato del termine. Comunione vuol dire essere una cosa sola con Gesù, con tutta la Trinità, ma vuol dire anche essere comunità fra noi. Ogni volta che partecipiamo al sacro banchetto ci facciamo fratelli e sorelle. Diventiamo una famiglia. Siamo un'unico corpo la cui ragione è in Gesù. Una ragione che è amore. Non ci sono motivi che esulano dal senso di fratellanza e si sorellanza nel mondo cristiano. Siamo tutti chiamati ad essere operatori di pace. Siamo tutti chiamati a ricercare l'armonia nella società. Siamo tutti chiamati ad essere strumenti per vincere i dissidi. Come Gesù ha lavato i piedi dei discepoli, in quel Giovedì di due millenni fa, noi siamo chiamati a farci servitore l'uno dell'altro. Siamo chiamati a vivere insieme e a soccorrerci nei momenti difficili. Siamo chiamati ad essere sostegno, anche in questi giorni in cui il Corona Virus ci tiene distanti. Bisogna ricordarci che la volontà divina e la ragione umana ci ha dato innumerevoli strumenti per stare insieme pure essendo lontani. La scrittura, il logos, è uno dei più antichi e più preziosi, ma ormai la modernità ne ha creati altri. Bisogna solo saperli usare con spirito di servizio e senso d'amore. L'Ultima Cena è il dono che Gesù ci ha fatto. Ci ha resi comunità. Ci ha resi parte di un destino comune di salvezza. Spetta a noi saper "spezzare il pane", cioè saper cogliere nella convivialità i segni di salvezza che Dio ci ha donato, per poter insieme costruire un domani migliore.

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