VOLA, CHI OSA FARLO
Sono le parole che Zorba, una gattone soriano a una gabbanella
per spronarla a volare. Ma è realtà? No è ancora di più. È un racconto di Luis
Sepulveda. La storia la conosciamo tutti. Un micio domestico trova un uovo.
Questi si schiude ai suoi occhi. Nasce un piccolo gabbiano femmina. E il grosso
felino che fa? Invece di seguire la natura è mangiarla, decide di accudirla e,
addirittura, di insegnarli a volare. Questa è la trama, da me narrata
succintamente, de “ Storia di una gabbianella e del gatto, che le insegnò a volare”, uno
dei libri più famosi dell’autore che purtroppo è morto ieri, 16/04/2020, a
causa del Corona Virus, la perfida malattia che sta mettendo sotto scacco l’intera
umanità. Purtroppo uno come tanti. E’ di questi giorni la triste notizia dei
decessi nelle case di cura Lombarde e di mezza Italia. Sepulveda era poco più
giovane delle persone morte nel Pio Albergo Trivulzio. Aveva 70 anni. Ogni vita
è preziosa. Quindi noi tutti siamo chiamati a piangere chiunque parti da questa
terra. Ma Sepulveda lascia qualcosa per tutti. Lascia i suoi romanzi. Ci affida
i suoi racconti. Ha percorso una vita estremamente speciale. E’ nato in Cile,
il 4 ottobre 1949, ad Ovalle. E’ nel 1973 studente brillante e scrittore di fama
pur essendo giovanissimo, quando nel suo paese Augusto Pinochet fa uccidere il
presidente legittimo Salvador Allende e istaura una dittatura. Viene imprigionato
e torturato come molti intellettuali e comuni cittadini. Riesce a scappare e
trovare rifugio, prima a Mosca e poi in Spagna. Sceglierà di non risiedere più
nel suo paese, anche quando nel Cile torna la democrazia. Troppi compromessi
con il vecchio regime, troppa ingiustizia mai vendicata, troppi innocenti morti
per pensare di trovare la riconciliazione con la sua terra. Nella sua
burrascosa vita è stato perfino guerrigliero in Bolivia, entrando nell’esercito
di liberazione. Ma è stata la Spagna la sua seconda madre. E’ lì che ha
composto i suoi libri più importanti. Ricordiamo fra gli altri “Diario di un
Killer sentimentale”, “il mondo alla fine del mondo”, “le Rose di Atacama”. Ma
vorrei ricordare “Il vecchio che leggeva romanzi d’amore” un libro profondo.
Una meditazione sulla esistenza e sui motivi che spingono gli uomini a
continuare ad esistere pur nelle immani difficoltà. E’ un testo che richiama le
tematiche di un altro scrittore Sud Americano, Gabriel Garcia Marquez. Un
richiamo alla lotta interiore tra la volontà di emergere umano e il bisogno di
dormire cullato dai sentimenti e dalle rimembranze familiari. Un libro
bellissimo che è la esplicitazione di alcune tematiche che sono a fondamento di
ogni filosofia dell’umano. Cosa stiamo a fare sulla terra? Quale destino
abbiamo? E come essere felici accontentandosi del poco che la vita ci ha dato,
di fronte alle tante promesse che ci aveva fatto. Luis aveva avuto tanto dall’esistenza.
Successo, fama, gloria e soldi erano suoi. Ma crediamo che le cose che amasse
di più, dei tanti doni che la vita gli aveva dato, erano due: l’amore
ricambiato per la poetessa, anch’essa cilena, Carmen Yanez e l’abbraccio del
suo pubblico che affettuoso non solo leggeva i suoi libri, ma letteralmente
pendeva dalle sue labbra nelle sue conferenze. Proprio l’ultima, in Spagna, gli
è stata fatale. Lì ha contratto il Corona Virus che lo ha portato alla morte.
Noi non possiamo far altro che piangere un testimone della nostra epoca. Ha
raccontato il mondo prima della caduta del muro di Berlino. Ha narrato le paure
e le angosce umane dopo il fatidico 11 settembre 2001, quando un aereo fece
crollare le Torri Gemelle a New York. Ha parlato di tutte le gioie della nostra
epoca, assieme ai dolori. Ed è forse il senso del libro “La gabbianella e il
gatto” va proprio cercato nel suo cocciuto convincimento che l’unico modo per
diventare migliori, per imparare a volare, è saper ascoltare l’altro anche se
il prossimo ha le sembianze di un gatto (il nemico) mentre tu sei un volatile
(il gabbiano). E’ un richiamo esplicito all’Albatros di Baudelaire, questo
volatile trova la morte a causa dei terrestri crudeli e non può più volare
alto, mentre il gabbiano trova il volo e la vita attraverso un paffuto e,
apparentemente, famelico felino. La solidarietà è lo strumento migliore per
vivere la vita. Louis lascia noi e la sua compagna con un senso di tristezza infinita che la sua
letteratura, che rimane, riuscirà a colmare.
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