XII DISPOSIZIONE TRANSITORIA E FINALE DELLA COSTITUZIONE ITALIANA
"E' vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto
partito fascista.
In deroga all'articolo 48, sono stabilite con legge, per non oltre un
quinquennio dalla entrata in vigore della Costituzione, limitazioni temporanee
al diritto di voto e alla eleggibilità per i capi e i responsabili del regime
fascista"
Per festeggiare i settanta anni dalla entrata in vigore della Costituzione
Italiana, atto avvenuto il 1 gennaio 1948, "Racconto a mano libera"
pubblica uno alla volta gli articoli della nostra carta fondamentale.
Le disposizioni transitorie e finali sono i diciotto articoli che furono
approvati dall'assemblea costituente per gestire la terribile fase di
transizione fra il regime monarchico e quello repubblicano. L'Italia era
prostrata da una guerra tremenda. Il conflitto bellico aveva distrutto città,
aveva messo in rovina campagne, aveva ucciso milioni di persone. Era tempo di
rinascere. Era tempo di chiudere con quell'epoca buia, di pensare al futuro. La
nuova Costituzione intendeva aprire nuovi spazi di libertà e partecipazione per
l'intera comunità italiana. Lo stato repubblicano non doveva reprimere, ma
liberare energie, doveva mettere al centro l'uomo e la donna, difendendo la
loro dignità. Insomma la democrazia doveva essere latrice di uguaglianza.
Nessuno doveva essere discriminato a causa del proprio sesso, della propria
razza, della propria lingua, della propria religione, delle proprie condizioni
sociali, delle proprie opinioni politiche. Questo concetto è enunciato
solennemente dall'articolo tre della nostra Carta Fondamentale, una delle norme
più importanti del nostro ordinamento repubblicano. L'Italia rinasceva libera,
democratica, plurale e, soprattutto, in pace. Sulla base si queste premesse
bisogna leggere la XII disposizione transitoria e finale. Il partito nazionale
fascista è fuorilegge. E' vietata in ogni forma la sua riorganizzazione. Ciò è
legge dello stato, perché il fascismo è stata la causa della rovina
dell'Italia. E' stato il movimento fondato da Benito Mussolini che, una volta
salito al potere, ha tolto quelle libertà delle quali ogni persona ha non solo
diritto, ma anche bisogno per vivere. Il fascismo ha portato morte. Il fascismo
ha permesso che cittadini italiani fossero deportati nei campi di sterminio
nazista, come ha ricordato recentemente la senatrice a vita Liliana Segre, una
delle poche sopravvissute ad Auschwitz. Il fascismo ha voluto le infami leggi
razziali nel 1938, leggi ignobili e orrende che vietavano l'accesso alle scuole
pubbliche e private di bambini di famiglie ebree, leggi vergognose che
espellevano docenti universitari, impiegati pubblici, dirigenti e semplici
lavoratori dal proprio ruolo socioeconomico solo perché ebrei. Il fascismo ha
ucciso dei suoi fieri oppositori, come Giacomo Matteotti. Ha costretto al
confino altri, come Altiero Spinelli. Ha imprigionato uomini di altissima
levatura morale, come Antonio Gramsci. Per tutte queste nefandezze e per aver
condotto l'Italia verso la catastrofe della seconda guerra mondiale, il partito
fascista è bandito dalla vita sociale italiana. Non può e non deve
riorganizzarsi come struttura intermedia. Chi lo fa va incontro a pene sancite
dalla legge del 3/12/1947, che comportano anche la reclusione. Anche l'apologia
del fascismo, intesa come esaltazione delle pratiche e della politica del
regime di Mussolini è reato. Non è un negare la libertà impedire la ricostituzione
del partito fascista, è l'atto di difesa della democrazia verso una brutale
ideologia che nega la dignità della persona. Molte voci hanno criticato la
scelta di mettere fuori legge solo il partito fascista e non quello comunista,
come fece la Germania dell'Ovest. Il Partito Comunista Italiano era stato
protagonista, al fianco della Democrazia Cristiana e degli altri partiti
antifascisti della Resistenza. Il partito di Palmiro Togliatti stava
contribuendo alla rinascita del paese. Non si poteva paragonare al fascismo.
Sarebbe stato specioso espellere dal consesso democratico un partito che
concretamente stava costruendo la Repubblica Italiana. Anche la Francia aveva
scelto di fare entrare nell'arco costituzionale il Partito Comunista Francese.
Quindi la censura al fascismo era dovuta alla sostanziale censura delle sue
attività di governo passate. Mentre i Comunisti avevano contribuito a riportare
la libertà in Italia, il partito fascista l'aveva soppressa per ben venti anni.
Questa è la differenza sostanziale. Il PCI non era il bolscevismo Russo, che
aveva portato il terrore. Togliatti non era Stalin, il terribile dittatore
sovietico che aveva deportato e ucciso milioni di persone. Il PCI aveva sposato
la democrazia. Ecco perché il fascismo è fuorilegge, il comunismo no. Bisogna
tenere ben presenti questi fatti. Bisogna misurare le parole, bisogna pensare
ai morti sul fronte africano, greco e albanese durante il secondo conflitto
mondiale, prima di dire "Mussolini è stato un grande statista",
queste sono le terribili parole dette alcuni anni fa da Silvio Berlusconi.
Fanno paura le apologie del fascismo fatte da alcuni esponenti dell'attuale
maggioranza di governo. Penso alla scelta del presidente della regione
Lombardia, Fontana, di esaltare la razza, richiamando temi cari al fascismo.
Bisogna essere chiari. Non è scontato che il nostro stato sia democratico. Non
è scontato che oggi si difendano i diritti di libertà, come fecero i nostri
padri ottanta anni fa. La democrazia, la libertà, l'uguaglianza sono valori che
si conquistano ogni giorno con l'impegno e la dedizione. Bisogna guardarsi in
faccia. Dirci se vogliamo continuare a vivere in un regime libero, fondato
sulla Costituzione, vivaddio, antifascista. Oppure scegliere l'illiberaltà,
l'oscurantismo, il pregiudizio e il razzismo. La scelta per la libertà non è
scontata, si esercita alzando la voce in difesa dei diritti comuni e generali.
Il secondo comma della XII disposizione transitoria e finale deroga l'articolo 48 della Costituzione. Questo, nel primo comma, prevede il diritto di voto attivo (andare a votare) e passivo (essere eletti alle assemblee statali di ogni ordine e grado) per tutti i cittadini italiani, senza alcuna distinzione. La norma transitoria XII vieta per cinque anni di votare ed essere eletti a coloro che sono stati capi responsabili del regime fascista. E' vietato votare ai gerarchi fascisti, a coloro che avevano portato l'Italia al disastro, complici di Benito Mussolini. E' vietato votare a coloro che avevano scelto di aderire alla Repubblica Sociale Italiana, lo stato fantoccio che si era reso complice della violenza nazista in Italia dal 1943 al 1945. Ricordiamo sommariamente che dopo l'armistizio con gli americani nel 1943, voluto dal re, alcuni capi del fascismo e lo stesso duce si macchiarono di complicità con l'esercito Germanico che teneva ancora sotto scacco buona parte della penisola. Questi soggetti furono puniti, negandogli il voto per cinque anni. Questa norma è comunque decaduta dopo un quinquennio dall'entrata in vigore della Costituzione, il 1948. I cittadini che avevano aderito alla Repubblica Sociale, complice di Berlino, se non avevano commesso reati penali militari e se non avevano reati contro l'umanità, cosa che avvenne, purtroppo, molti furono processati e condannati per omicidi e nefandezze di varia natura, poterono esercitare ben presto il loro diritto di voto. La Repubblica sa perdonare. La Repubblica riesce a riportare nell'alveo democratico anche coloro che hanno ignobilmente combattuto contro la libertà e la dignità umana. Per Questo bisogna essere orgogliosi di far parte di questo nostro ordinamento democratico, bisogna essere onorati di vivere sotto le regole dettate dalla Costituzione Italiana, di cui festeggiamo i settanta anni di vita. La nostra Repubblica include, accoglie, anche chi avrebbe voluto calpestare i suoi valori e la dignità umana umana.Un'ultima annotazione! Le restrizioni alla libertà, anche quella dei fascisti, devono essere fatte per legge. Infatti l'allora Ministro di Grazia e Giustizia Palmiro Togliatti le elaborò e furono emanate dal capo dello stato in forma di decreto legge. Questo a dimostrazione che nel nuovo ordinamento democratico nessuna imposizione può essere esercitata se non per legge e per esplicitare ed esplicare gli alti valori democratici espressi dalla costituzione. I nostri padri costituenti sapevano di stare commettendo un atto grave, non atto che deprivava di un diritto alcuni connazionali, lo facevano di controvoglia, sapendo che la persona umana va rispettata anche se è fascista. Bisogna prendere esempio da loro, e imitare il loro afflato di giustizia e di umanità.
Il secondo comma della XII disposizione transitoria e finale deroga l'articolo 48 della Costituzione. Questo, nel primo comma, prevede il diritto di voto attivo (andare a votare) e passivo (essere eletti alle assemblee statali di ogni ordine e grado) per tutti i cittadini italiani, senza alcuna distinzione. La norma transitoria XII vieta per cinque anni di votare ed essere eletti a coloro che sono stati capi responsabili del regime fascista. E' vietato votare ai gerarchi fascisti, a coloro che avevano portato l'Italia al disastro, complici di Benito Mussolini. E' vietato votare a coloro che avevano scelto di aderire alla Repubblica Sociale Italiana, lo stato fantoccio che si era reso complice della violenza nazista in Italia dal 1943 al 1945. Ricordiamo sommariamente che dopo l'armistizio con gli americani nel 1943, voluto dal re, alcuni capi del fascismo e lo stesso duce si macchiarono di complicità con l'esercito Germanico che teneva ancora sotto scacco buona parte della penisola. Questi soggetti furono puniti, negandogli il voto per cinque anni. Questa norma è comunque decaduta dopo un quinquennio dall'entrata in vigore della Costituzione, il 1948. I cittadini che avevano aderito alla Repubblica Sociale, complice di Berlino, se non avevano commesso reati penali militari e se non avevano reati contro l'umanità, cosa che avvenne, purtroppo, molti furono processati e condannati per omicidi e nefandezze di varia natura, poterono esercitare ben presto il loro diritto di voto. La Repubblica sa perdonare. La Repubblica riesce a riportare nell'alveo democratico anche coloro che hanno ignobilmente combattuto contro la libertà e la dignità umana. Per Questo bisogna essere orgogliosi di far parte di questo nostro ordinamento democratico, bisogna essere onorati di vivere sotto le regole dettate dalla Costituzione Italiana, di cui festeggiamo i settanta anni di vita. La nostra Repubblica include, accoglie, anche chi avrebbe voluto calpestare i suoi valori e la dignità umana umana.Un'ultima annotazione! Le restrizioni alla libertà, anche quella dei fascisti, devono essere fatte per legge. Infatti l'allora Ministro di Grazia e Giustizia Palmiro Togliatti le elaborò e furono emanate dal capo dello stato in forma di decreto legge. Questo a dimostrazione che nel nuovo ordinamento democratico nessuna imposizione può essere esercitata se non per legge e per esplicitare ed esplicare gli alti valori democratici espressi dalla costituzione. I nostri padri costituenti sapevano di stare commettendo un atto grave, non atto che deprivava di un diritto alcuni connazionali, lo facevano di controvoglia, sapendo che la persona umana va rispettata anche se è fascista. Bisogna prendere esempio da loro, e imitare il loro afflato di giustizia e di umanità.
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