NON E’ QUI
Il giorno dopo il Sabato, il primo della settimana ebraica, Maria di Magdala e Maria, la madre di Giacomo, andarono alla tomba di Gesù, per cospargere di oli e profumi il suo corpo. Essendo ebree ferventi avevano rispettato il giorno di riposo del Sabato. Avevano procrastinato al giorno dopo l’adempimento dei riti di pietà verso i cadavere del loro maestro. Al momento di giungere al luogo in cui era stato riposto il Cristo trovarono il masso che doveva chiudere il sepolcro non al suo posto, e la tomba priva del corpo del dell’Emanuele . Incontrarono due giovani, mai visti in precedenza, che gli dissero: «Perché cercate fra i morti colui che è vivo? Non è qui, è risorto. Ricordatevi in qual modo vi parlò, mentre era ancora in Giudea, quando diceva che il Figlio dell’uomo doveva essere dato nelle mani dei peccatori, essere crocifisso e risorgere il terzo giorno». Queste sono le succinte parole con cui Luca, uno degli evangelisti, racconta la resurrezione del Cristo e l’incontro fra le due pie donne e i misteriosi ambasciatori, questo è il significato del termine greco angelo, dei Cieli. Gesù non è qui. Gesù non è nel sepolcro. Il Figlio dell’uomo, questi era uno dei suoi appellativi, ha vinto la morte. Ogni ordine naturale è stato sovvertito grazie al suo impeto d’amore. L’Unto del Signore è risuscitato anima e corpo. La tenebra non ha prevalso sulla luce. Il raggio del sole ha squarciato il buio della notte. Noi dopo duemila anni siamo ancora lì a ricordare quello straordinario evento. Gesù, primizia delle genti, ha sconfitto la disperazione della perdizione eterna. Egli è alla destra del Padre, e chiama ognuno di noi ad avere il suo stesso destino. Questo è il senso della Pasqua. La vita continua e vince ogni suo avversario. Il Cristo, per volontà di Dio, ha rotto quello che è il più crudele degli equilibri naturali. L’Uomo non è più destinato all’oblio, agli inferi della solitudine eterna dopo la sua dipartita. L’umanità è chiamata a compartecipare al banchetto eterno allestito dal Signore. Non è un caso che Cristo, secondo la tradizione evangelica, abbia condotto a sé verso il cielo tutti coloro che, pii, si erano già addormentati nei millenni precedenti. La vita ha vinto definitivamente, ha rotto tutti i canoni e le regole che sembravano indiscutibili, Gesù è l’uomo che ha posto un confine inviolabile fra l’oblio della disperazione e l’intera umanità. Oggi. giorno di Pasqua che si celebra il 12/04/2020, non possiamo che affidarci al Risorto per vincere ogni nostra paura. Il timore del virus, soprattutto, può essere superato grazie alla fiducia verso la buona novella che è incarnata nel vincitore della morte Ogni mestizia, ogni tremore, può essere superato affidandoci al messaggio di salvezza che ci regala il Vangelo. Gesù, vita la morte, ci attende per darci conforto, esattamente come attese la notte con i discepoli di Emmaus per non farli cadere nello sconforto, mentre questi rimanevano attoniti davanti alle notizie sconcertanti di Gerusalemme, che raccontavano di una comunità cristiana prossima al disfacimento. Gesù poche ore dopo la sua risurrezione era con i suoi, gli stava vicini, li confortava nelle ore di abbandono. Gesù non lascia soli. Gesù ci racconta il miracolo della salvezza che supera le barriere del pregiudizio attraverso il potere destabilizzante dell’amore. Gesù non è qui, non è in un sepolcro, ma è nei nostri cuori a indicarci la via in ogni tempo e in particolare oggi quando la malattia sembra lasciarci senza riferimenti e via d’uscita. E’ il Cristo la Via per portarci alla salvezza.
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