sabato 18 aprile 2020

IL RE E' NUDO


IL GIULLARE
E' d'obbligo, prima di parlare della figura storica del giullare, ricordare il maggiore studioso e il più grande rievocatore del XX secolo di tale figura. Parlo di Dario Fo. Le sue commedie di ambientazione medievale, fra le quali la più conosciuta "Mistero Buffo", hanno come protagonista questa figura arcaica. Il Giullare è il libero. Libero di dire ciò che vuole al re come al papa. Libero di girovagare nelle province, essendo intoccabile, perché latore di un messaggio che ha quasi le sembianze del divino. Un divino che è quasi classico, il Giullare è il Fauno o Dionisio, non è certo una figura cristiana. Il Giullare è colui che può prendersi beffe di qualunque persona. Colui che può infrangere le rigide regole del Medioevo, l'età in cui opera. Colui che può parlare al nobile come al contadino, in un tempo in cui la convivenza fra persone di diverso censo era considerata addirittura sacrilega. Dario Fo scrive diverse commedie in cui il giullare diviene il creatore di un linguaggio nuovo, capace di sfondare tutte le barriere sociali e di farsi capire da tutti. Probabilmente anche i giullari storicamente vissuti avevano tali caratteristiche. Erano capaci di parlare nelle città comunali nascenti, in cui il ceto artigiano cominciava a prendere le redini del potere, e nei castelli in cui la rigidità della scala sociale imponeva che tutti dovevano essere sottomessi al signore. Il Giullare aveva invece diritto, come matto cioè libero dalle rigidi regole censuarie e nobiliari, di non "avere peli sulla lingua". Il re poteva essere sbeffeggiato, si potevano raccontare le sue storie d'amore illecite, le sue malefatte, i suoi atti di ingiustizia. Il Giullare aveva una sorta di nullaosta, non gli era negato, quando recitava, di raccontare il vero anche se questo fosse composto di oscure realtà. Insomma il teatro diventa uno strumento per disvelare le realtà più crude. Mi viene di rievocare il tema "del sipario spezzato" di Luigi Pirandello. L'autore siciliano dell'Ottocento/Novecento chiama con questo temine la capacità di lambire il vero, pur essendo questo quasi inafferrabile, da parte dell'arte. Il teatro riesce a raccontare l'essenza delle cose e degli esseri umani, rompendo le regole non solo sceniche ma anche sociali e riuscendo a raccontare cosa c'è, anche nella sua pochezza, dietro la figura del giudice, del politico, dell'intellettuale ma anche dietro la figura della mamma o del papà. Insomma l'arte teatrale nella sua finzione riesce a raccontare che la vita è finzione e a spronare alla ricerca dell'essenziale dell'esistenza. In ultima analisi il provocare, il dissacrare, il rompere gli equilibri sociali è il modo per scoprire quello che i filosofi chiamano l'Essere. E' questo l'obbiettivo dei Giullari. Vogliono raccontare una verità che va oltre gli schemi sociali della loro epoca. Vogliono raccontare non il contadino o il mercante del 1200, ma vogliono raccontare l'Uomo e la Donna nella loro valenza assoluta. Vogliono raccontare la Donna? Si! Perché bisogna aggiungere che il Giullare, in un contesto patriarcale e maschilista, riesce a sbarazzarsi anche dei pregiudizi sessisti. Tanto è vero che nelle compagnie girovaghe comincia ad avere un ruolo anche la donna. Insomma la poesia giullare è nel Medioevo, come ancora oggi, un modo per rompere tutto ciò che artificiale, E' la capacità di incrinare la finzione con la finzione.E' insomma la capacità di raccontare quello che non funziona e soprattutto la verità attraverso la finzione scenica e la poesia. E' quell'arte di mezzo, La Commedia, che Dante Alighieri considererà lo strumento migliore per poetare, che racconta ai propri lettori o spettatori i mali e il bene della cultura comunale. Un ultima considerazione: l'arte giullaresca è libera dagli schemi. Per questo motivo è l'unico mezzo poetico che utilizza sia il latino classico che il volgare per esprimersi. Al Giullare, quando esercita la sua arte, tutto è concesso, anche fare una miscellanea di stili e di linguaggi. Insomma il suo lavoro anche nella rettorica e nella sintassi è sempre libero.

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